In una calda serata di un lunedì di luglio, passeggiando per via Calpurnio Fiamma, in zona Tuscolana, capita di imbattersi in un tavolino coperto di libri e appunti, davanti a una vetrina incorniciata da graffiti. È l’entrata dello Spazio 136 e intorno al tavolo ci sono Loona, Faruq e Nello, che parlano di verbi, cucina, curriculum, politica, accordi di integrazione, ginocchia sui ceci per chi non ha fatto i compiti. Benvenuti al corso gratuito di italiano per stranieri promosso dall’Istituto di Cultura Brasile Italia Europa – ICBIE.
La lezione inizia ripassando le presentazioni personali. A rompere il ghiaccio è il sorridente Faruq: “Ho 33 anni e vengo da Dacca, capitale del Bangladesh, mi sono trasferito in Italia nel 2007. Ho un diploma come elettricista e qui lavoro in un vivaio”. Si definisce un buon ascoltatore e tra le sue passioni c’è il tango. Ama l’Italia ma il suo futuro lo vede in Bangladesh: “Non sono venuto qui per cercare lavoro ma perché volevo fare un’esperienza. Avevo voglia di staccarmi dalla famiglia, ma la lontananza mi ha fatto capire quanto i miei cari siano importanti per me”.
Pochi giorni fa ha superato il test di conoscenza dell’italiano livello A2 ed è raggiante: “Domani faremo una cena con gli amici, sono invitati anche Loona e Nello”. Loona Tirabassi è la giovane insegnante volontaria che tiene il corso: “Faruq vive insieme a Mizan, un altro studente oggi assente che di professione è cuoco. Insieme cucinano un agnello arrosto meraviglioso e sono così gentili da invitare anche la maestra”.
Superata l’iniziale timidezza il 46enne Nello si rivela un amabile chiacchierone: “Vengo da Piatra Neamt, in Romania. Dopo il diploma come informatico ho iniziato ad insegnare in un campus frequentato da studenti dai 14 ai 21 anni. Era un lavoro difficile ma mi piaceva tanto”.
Nello ama molto il suo paese: “Avrei voluto lavorare lì, venire in Italia come turista e invece…”. E invece con la caduta del comunismo la situazione non migliora e dopo aver cambiato vari impieghi è costretto a emigrare: prima in Italia nel 2002 per un mese, poi a Vienna, di nuovo in Italia nel 2004. Questa volta resta per un anno, finché non viene fermato dai carabinieri: “Ero senza documenti e dato che la Romania non era ancora un paese UE mi hanno portato in questura e poi al CIE di Ponte Galeria in attesa di essere rimpatriato. Eravamo costantemente sorvegliati dai poliziotti e non potevamo uscire. Loro erano cortesi con noi, alcuni erano sposati con donne romene, ma mi sono detto che dopo un’esperienza del genere non avrei messo piede in Italia per almeno 20 anni”. Nel 2010 però è di nuovo qui: “Ho fatto vari lavori, dal pittore all’elettricista. Ora sono disoccupato, da un anno ormai, e aiuto mia moglie che è badante. Tuttavia mi ritengo fortunato perché il suo datore di lavoro ci ha accolti come membri della famiglia”.
Il corso di italiano punta all’apprendimento di una lingua spendibile per le necessità quotidiane: allo studio dei verbi e alla lettura e comprensione di testi si affiancano esercitazioni legate a situazioni pratiche, come fare lo spelling del proprio nome a un funzionario pubblico o rispondere a un annuncio di lavoro.
In questo incontro prosegue la preparazione del curriculum vitae iniziato la scorsa settimana. Nella compilazione del campo ‘occupazione desiderata’ Loona invita gli studenti a riflettere sull’impiego che davvero desiderano: “Per far sì che diventi un progetto sul quale lavorare insieme, ricorrendo anche a consulenti per trovare il modo di realizzarlo”.
Al tempo stesso si dà ampio spazio alla conversazione per consentire agli studenti di esprimersi liberamente: “Tutti accolgono volentieri la possibilità di parlare e ho la sensazione che non abbiano questa opportunità in altri contesti, che questo confronto gli manchi”.
L’apprendimento si basa anche su spunti creativi che diventano occasioni per stare insieme al di fuori della classe: “Nello ha portato la ricetta delle cornulete, brioche tipiche romene, scritta nelle due lingue. L’idea è di raccogliere i piatti dei vari paesi e organizzare una serata in cui ognuno prepara il cibo tipico scelto dall’altro”. Il clima amichevole favorisce scherzi e battute: “Faruq non hai fatto i compiti, ricordi quali erano le punizioni corporali che avevamo previsto?” e di fronte al sorriso furbetto: “Fai finta di aver dimenticato perché hai paura che io abbia portato la sacchetta con i ceci!”.
L’ICBIE Europa onlus è un’associazione di volontariato nata nel 2005 con l’obiettivo di sostenere le attività dell’omonimo istituto che ha sede a Salvador de Bahia, in Brasile. Dal 2010 promuove anche corsi di italiano gratuiti per favorire l’integrazione degli stranieri che arrivano in Italia.
La difficoltà maggiore è trovare spazi adeguati: “Per diverso tempo ci siamo appoggiati ad altre associazioni, ma questo significava pagare un affitto e accordarsi sugli orari e talvolta c’erano problemi”. Quest’anno una scuola nel quartiere Monti ha messo a disposizione i locali gratuitamente: “Avevamo una classe formata da una decina di persone provenienti da Bangladesh, Pakistan, Montenegro, Palestina, California, Spagna ed Etiopia. Donne e uomini di varie età e con diversi percorsi: c’erano lavoratori e studenti. Questa composizione mista ha contribuito a rendere il dibattito in aula acceso e stimolante”. La chiusura estiva però ha comportato un nuovo trasferimento: “Molti ci hanno detto dispiaciuti che non avrebbero potuto seguirci perché la nuova sede era troppo lontana dai luoghi di lavoro”.
Ora l’obiettivo è far conoscere i corsi: “Mi metterò sicuramente in contatto con la Rete Scuolemigranti, penso sia fondamentale attivare sinergie con le altre realtà che si occupano di insegnamento dell’italiano agli stranieri”.
Loona Tirabassi è laureata in scienze della formazione e cura l’area corsi insieme a Tiziana De Angelis. Entrambe hanno seguito un corso Ditals e Loona a settembre sosterrà l’esame per ottenere la certificazione di competenza in didattica dell’italiano a stranieri: “Dando un’occhiata agli annunci di lavoro ho avuto l’impressione che si tratti di titoli spendibili soprattutto all’estero, mentre in Italia è più ricercata una laurea in linguistica”.
Per lei però l’insegnamento dell’italiano agli stranieri è una passione più che un impiego: “Ho un lavoro che, pur precario, mi permette di dedicarmi al volontariato. Per me nella vita è fondamentale mantenere un impegno che sia estraneo a logiche di profitto. D’altro canto però sono convinta che il volontariato vada bene purché sia una scelta e che la professionalità dei formatori e degli educatori debba essere riconosciuta, in Italia questo accade molto poco”.
Il corso di italiano gratuito proseguirà per tutta l’estate ogni lunedì dalle 18.30 alle 20.00 presso lo Spazio 136, in via Calpurnio Fiamma 136, metro Lucio Sestio.
Per informazioni:
Loona Tirabassi: 348.9923446
info@icbieuropaonlus.org
www.facebook.com/icbieeuropa.onlus
Sandra Fratticci
(18 luglio 2013)
Leggi anche:
Genitori sui banchi di scuola per i corsi di Piuculture
Insegnanti linguadue a caccia di lavoro
Professione Linguadue: opportunità per giovani insegnanti
Quaderni delle Scuolemigranti: educazione attiva per l’italiano L2
Imparare l’italiano con il centro estivo Piuculture
Cooperazione a più livelli per una scuola realmente inclusiva