21 giugno 1995. Viene inaugurato il Centro Islamico Culturale d’Italia. All’esterno, sorge su suolo pubblico un mercato spontaneo che vende prodotti tipici della cucina mediterranea e orientale. Si tiene il venerdì, giorno della preghiera jumu ‘ah, nel mese del Ramadan e nelle due feste solenni annuali.
28 luglio 1995 La Circoscrizione fissa i criteri per assegnare le postazioni a 11 esercizi commerciali (delibera n. 110/1995). Delegato al commercio è il consigliere circoscrizionale Andrea Cortese.
Da allora il numero dei commercianti aumenta e anche le norme commerciali acquistano maggiore complessità. Con il decentramento amministrativo, spettano al Municipio alcuni adempimenti necessari per la regolarizzare: allacci acqua e luce, definizione del canone, ecc.. L’assessore alle attività produttive Andrea Cortese (PD) cerca a più riprese di concordare norme adatte alla specificità di questo mercato. L’iter si interrompe per le elezioni amministrative che interessano tutta Roma e i Municipi. Maggio 2008, cambia la maggioranza al governo del Muncipio 2. Viene eletta una giunta di centro destra.
Agosto 2009. Il consigliere Massimo Inches presenta un esposto alla Procura, segnalando l’abusivismo del mercato della moschea.
12 novembre 2009. Il Gruppo II dei Vigili Urbani, su sollecitazione del consigliere Inches, fa un sopraluogo al mercato che però risulta deserto. I commercianti quel giorno non allestiscono i loro banchetti. Qualche giorno dopo, il consigliere Inches riceve delle minacce. Ottiene la solidarietà di molti consiglieri e l’avvio di un tavolo per la soluzione del problema
31 marzo 2010. Il direttore del Centro Culturale Islamico, sollecitato dal nuovo assessore alle attività produttive, Mario Mancini, redige un elenco controfirmato da 28 operatori che si dichiarano interessati a esercitare il mercato del venerdì, seguendo le norme del commercio.
20 aprile 2010. Il consiglio del Municipio con unanime approva i criteri per l’assegnazione dei posti ai 28 operatori (Delibera n. 21/2010). Viene riconosciuto il carattere particolare del Mercato della Moschea, a finalità religiose e culturali, piuttosto che commerciali.
Sintesi della delibera
Chi può vendere:
– chi rientra nell’elenco dei 28 commercianti allegato alla delibera
– e ha pagato al Municipio 2 la tassa di occupazione del suolo pubblico (OSP). Per il passato, il Municipio chiede il pagamento degli ultimi 5 anni pari a circa 500 euro, pagabili in 5 rate
– per gli anni futuri è richiesto il pagamento del canone Osp pari a 6,7 euro/al giorno per mq occupato (esempio per un box di 12 mq, la tassa è di circa 80 euro al giorno)
Quando si può vendere.
– Il venerdì ore 10 – 15
– Tutto il mese di Ramadam ore 10 – 15
– nelle due grandi feste dopo il Ramadam e dopo il pellegrinaggio ore 6 – 16
Cosa si può vendere: si possono vendere
– merci varie, bevande e cibi preconfezionati all’origine
– anche merci non confezionate e cibi cucinati sul posto, sempre nel rispetto delle norme vigenti in materia di igiene e sicurezza.
Speciale autorizzazione.
Il Municipio 2 rilascia una speciale autorizzazione amministrativa solo ai 28 commercianti in elenco; ciascuno potrà “girarla” ai propri familiari, ma non potrà utilizzarla per commerciare altrove e in giorni diversi da quelli indicati.
Impegni del Municipio Secondo
– elaborare la planimetria di via della Moschea con le postazioni da assegnare
– allaccio luce e acqua
– servizi igienici e impianti parapedonali.
La planimetria elaborata dagli uffici assegna 26 postazioni. Mancano però gli allacci luce e acqua, necessari per vendere cibi cucinati in loco.
28 giugno 2010. Il consigliere Massimo Inches (passato a La destra) presenta un’interrogazione al Municipio per sapere a che punto sia l’applicazione delle nuove regole.
1 ottobre 2010. Il controllo della ASL RM A (Dipartimento di Prevenzione Ristorazione Collettiva, Grande Distribuzione, Allerta Alimentari) riscontra che sono disattese le norme sanitarie. “Sulla base delle evidenze, vista l’Ordinanza Ministero Salute 03/04/2002, “Requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche”, si ritiene che l’area in questione non possieda, allo stato, le caratteristiche idonee allo svolgimento di un mercato, sia pure periodico, particolarmente con riferimento al commercio, alla preparazione ed alla somministrazione di alimenti deperibili; questi ultimi, pertanto, potrebbero essere commercializzati solo all’interno di automezzi aventi le caratteristiche dei negozi mobili di cui agli artt. 4 e 6 dell’Ordinanza Ministero sopraccitata. Si fa presente, infine, che, sulla base dei disposti dell’Ordinanza stessa l’area può essere al più adibita alla vendita di alimenti non deperibili mediante banchi temporanei in numero tale da non far raggiungere, nel loro insieme, la qualifica di mercato secondo la legislazione regionale e la pianificazione comunale”.
6 novembre 2010. Il consigliere Massimo Inches presenta un secondo esposto alla Procura.