Sono riprese dall’inizio di ottobre le lezioni di italiano per stranieri al Centro Welcome, ogni martedì e giovedì dalle 16 alle 18. A settembre si erano state svolte due settimane preliminari necessarie per suddividere gli studenti nei tre livelli disponibili, quello primario per chi non ha nessuna conoscenza della lingua, A1 e A2, gli ultimi due finalizzati all’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo. “Ma anche all’interno di una stessa classe ci sono dei dislivelli ed è difficile eliminarli”, afferma Rino Costacurta, uno degli insegnanti volontari, al suo secondo anno al Welcome.
Il corso è diviso in tre trimestri di 50 ore, ottobre/dicembre, gennaio/marzo e aprile/giugno, in modo da poter monitorare i progressi ed eventualmente adeguarvisi con spostamenti da un livello all’altro. “Difficilmente qualcuno fa un anno intero nella stessa classe, perché migliora o perché anche gli abbandoni sono frequenti, per lavoro o cercare una casa. Quella in trimestri è una ripartizione non del tutto indicativa perché anche gli arrivi sono costanti e il numero di partecipanti è fluido.” Da quest’anno il Welcome sarà anche sede d’esame, per gli accordi presi con i Ctp – Centri Territoriali Permanenti. “Quando vedremo che saranno pronti li contatteremo per lo svolgimento, non c’è ancora un periodo prefissato.”
Socializzazione “La funzione fondamentale della scuola, oltre all’insegnamento, è stata quella di far sentire a casa, di far solidarizzare, sono due cose inscindibili. Molti immigrati nel loro lavoro non vengono a contatto con nessuno, ma la socializzazione è essenziale per imparare a parlare, anche se la comunità che si crea qui è temporanea. Si formano gruppi di amici non legati alla nazionalità che usano l’italiano per comunicare e qualcuno per questo motivo resta anche più di un anno”.
Età e zone geografiche L’età degli iscritti è altamente variabile, sono coperte un po’ tutte le fasce, dai nemmeno ventenni, soprattutto tra i neo-arrivati in Italia, agli oltre sessantenni, nel nostro paese già da diversi anni e in possesso della carta di soggiorno di lungo periodo, desiderosi solo di approfondire il loro italiano. Un fattore che tende ad alzare la media anagrafica nei livelli più alti. Le aree geografiche più rappresentate sono Sud America e Asia, Filippine, Sri Lanka e Thailandia in particolare, a seguire Africa. Mentre gli iscritti dell’Europa dell’estsono stati in netto calo rispetto allo scorso anno. Compatibilmente con il grado di preparazione, si cerca una divisione in classi che tenga conto del ceppo linguistico di provenienza.
Il livello di istruzione è generalmente buono, molti hanno almeno un diploma, diversi sono laureati, “con un titolo equivalente alla laurea breve italiana”, la scolarizzazione è maggiore tra gli est asiatici che tra i latinoamericani. I settori di lavoro nei paesi d’origine erano nel commercio, terziario o come operai, difficilmente vengono da zone rurali. Le maggiori difficoltà nell’insegnamento sono verso gli etiopi, per la non conoscenza dell’alfabeto latino, e i cingalesi, che usano una sorta di inglese ma con una fonetica completamente diversa. Per Ornella Capasso, altra insegnante volontaria, “scrivere resta sempre più complicato per tutti, ma anche nell’orale mette molto in difficoltà agli inizi uscire dalle frasi in prima persona, esprimere un concetto diverso dall’azione meccanica, . In questo momento stiamo facendo più conversazione che esercizio scritto, aspetto che andrà più curato in vista dell’esame”.
Gabriele Santoro(24 ottobre 2011)