Al San Saturnino si impara l’italiano

La classe che a causa della pioggia non è completa

Dal 6 ottobre 2011 presso la parrocchia di San Saturnino martire sono iniziati per il terzo anno consecutivo i corsi d’italiano di base per stranieri.

Andrea Vitali che da tre anni tiene le lezioni in un’aula messa a disposizione dalla parrocchia è medico cardiologo. Coltiva da sempre la passione per lo sport e per le diverse culture. E’ responsabile per l’Italia di Hapkido arte marziale coreana di cui è campione del Mondo e di Kung fu wing chun disciplina cinese. Fondatore e presidente dell’associazione sportiva culturale T.B.W. (wwww.tbworld.it) organizza sia corsi sportivi che di lingua. “Io e Letizia, la mia ragazza, abbiamo mille impegni, oltre il lavoro io mi dedico allo sport e lei all’apprendimento della lingua cinese” spiega Andrea. “Dato che condividiamo l’amore per le culture diverse le ho proposto di occuparci insieme dei corsi d’italiano al San Saturnino. Penso sia un bel modo per condividere, crescere e stare un po’ più di tempo insieme.”

“E’ un’esperienza importante, riscopro aspetti umani e linguistici che mi rendo conto di aver sorvolato in passato” racconta Letizia Renzi, trentunenne romana. “Inoltre avere come studenti due sorelle messicane e un missionario che ha lavorato con Madre Teresa di Calcutta mi riempie di emozione”. L’aula si riempie ogni giovedì alle 18, le piogge autunnali non scoraggiano gli allievi che puntuali si siedono attorno al grande tavolo rettangolare, per imparare l’italiano e conoscersi tra loro. L’età va dai venti ai sessant’anni e i paesi d’origine spaziano dal Kenya all’Ucraina passando per l’India e arrivando fin in Inghilterra e Messico. Anche gli impieghi sono vari: dalla babysitter al metronotte; da chi è un libero professionista a chi ha preso i voti molti anni fa. Gli studenti sono eterogenei in ogni aspetto eccezion fatta per la conoscenza dell’italiano, sono tutti ad un livello base e non è raro che si ricorra all’inglese o ad altre lingue. Nebeb ad esempio, etiope in Italia da quattro anni, traduce ciò che Letizia ed Andrea spiegano alla nuova arrivata Zewit, trentenne sua connazionale molto timida.

Letizia in un momento di ripasso dell’alfabeto

Letizia conduce la prima ora della lezione spiegando la grammatica. Tra gli studenti c’è qualche eccezione rappresentata da chi l’italiano lo parla e vuole imparare a scriverlo. Quest’ultimo caso è ben espresso da Daniela, romena da cinque anni in Italia. Appena Letizia, per spiegare il femminile e maschile dei nomi, usa la parola ‘penna’ interviene domandando “perché si mettono due n?”. Il problema delle doppie per lei è un grande scoglio “Sono babysitter e paradossalmente sono io che insegno la lingua italiana ai bambini, almeno a parlarlo, perché scriverlo per me è davvero difficile. Mi imbarazza scrivere sms, faccio molti errori e le doppie sono davvero qualcosa che non riesco a memorizzare. Serratura! Ma chi l’ha inventata questa parola? Pochi giorni  fa dovevo scriverla, sentivo che c’era una doppia da qualche parte. L’ho messa, ma nel posto sbagliato” spiega ridendo Daniela.

Andrea Vitali, l’insegnante

La seconda parte della lezione è condotta da Andrea. Il centro d’interesse non è più la lavagna. Adesso tutti seduti attorno al tavolo, insegnanti compresi, si parla e si agisce. Sembra di essere a un piccolo meeting multiculturale e si ha la sensazione che se non ci fosse lo scoglio della lingua si ascolterebbero tante cose molto interessanti.  Andrea usando parole comuni e quotidiane chiede a ognuno di far qualcosa. Così tra un “metti il quaderno di Omar sul libro di Nebeb” e un “poggia la tua mano destra sulla spalla sinistra di Elisabeth” gli allievi entrano in confidenza non solo con la lingua italiana ma anche tra loro. Chissà, tra quattro o cinque mesi, quante storie e opinioni riuscirà a raccontarci questo piccolo meeting multiculturale.

M. Daniela Basile(3 novembre 2011)