Capodanno cinese 2021: il 12 febbraio inizierà l’anno del Bue, e questo sarà il secondo anno senza parate, colori e festeggiamenti pubblici. Le vie del centro quest’anno non si tingeranno di rosso e le sfilate con la testa variopinta del drago resteranno un ricordo che, si spera, tornerà presto ad animare la vita multiculturale delle grandi città.
Il Capodanno cinese 2020 e lo scoppio della pandemia
“Quest’anno, come nel 2020, non si prevedono eventi pubblici in presenza per evitare assembramenti, in conformità alle normative nazionali e locali per contenere i contagi. Sono però in corso diverse iniziative private, come ad esempio eventi in live streaming o webinars organizzati da associazioni culturali e menù celebrativi offerti dai ristoranti cinesi anche a domicilio”, spiega Lifang Dong, avvocato e presidente dell’Associazione Silk Council, fondatore dello studio legale internazionale Dong & Partners, e consulente legale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare cinese in Italia.
Il Capodanno cinese del 2020, che cadeva il 25 gennaio, è stato segnato dalla preoccupazione per lo scoppio della pandemia a Wuhan, anche se in quel periodo non si era presa pienamente coscienza dell’impatto globale del Coronavirus. “Sin da gennaio 2020, l’Associazione Silk Council, che presiedo, è stata molto attiva in campagne di sensibilizzazione mediatiche ed iniziative di solidarietà nazionali ed internazionali”, racconta Lifang Dong, “inizialmente lanciammo una campagna denominata “Love China” per contrastare fake news e discriminazioni nei confronti dei cinesi ed asiatici che vivono in Italia ed italiani che vivono, studiano e lavorano in Cina. Il rapido diffondersi del Covid-19 a livello globale ha fatto sì che l’Italia diventasse uno dei paesi più colpiti nell’area occidentale già a febbraio 2020. Così lanciammo la nuova campagna di sensibilizzazione “Love Italy”, rivolgendoci a tutta la comunità internazionale per rilanciare l’immagine dell’Italia e della Cina nel mondo, auspicando la pronta ripresa economica dei due paesi e degli scambi bilaterali e multilaterali”.
Lo scorso Capodanno “non abbiamo festeggiato pubblicamente, eravamo vicini e solidali ai nostri connazionali”, ricorda Lin, ristoratore e proprietario di uno dei locali più conosciuti della Capitale, rinomato per l’arredo elegante e minimalista e per i suoi piatti originali e di qualità. “In sette anni di attività, il Capodanno cinese è stato un evento che abbiamo festeggiato qui in Italia nel nostro ristorante. Non torno spesso in Cina perché i miei parenti sono qui. Mia moglie invece, che non tornava da un po’, l’anno scorso aveva deciso di partire, ma poi ovviamente non ha potuto”.
Capodanno cinese, i ricordi della Cina
Tornare in Cina per il Capodanno è una consuetudine di tantissimi cinesi che vivono all’estero: “il Capodanno cinese è una festività molto sentita dagli asiatici, così come il Natale per gli occidentali”, spiega Lifang Dong, che ha festeggiato il suo ultimo Capodanno a Pechino negli anni 2003-2005. “In Cina ogni strada, casa o palazzo in cui si celebra il Capodanno è decorato di rosso, colore principale della festività, perché secondo la tradizione cinese è un colore di buon auspicio. L’usanza di scoppiare petardi allo scoccare della mezzanotte ha radici molto lontane: si può dire che in Cina non è davvero Capodanno senza petardi e fuochi d’artificio”.
“Le festività legate al Capodanno durano circa quindici giorni e rappresentano il periodo di ferie più lungo nell’anno cinese”, racconta Lin. “Chi non può tornare, festeggia come può qui in Italia: chi riesce, fa un “pranzone” in contemporanea con l’ora del “cenone” in Cina. Il piatto che non può mancare, ovviamente, è il raviolo, pietanza che richiede tante mani e che quindi esprime il senso di famiglia. In alcune zone della Cina, dentro a un raviolo si mette anche una moneta: chi la trova, avrà fortuna per l’anno nuovo”.
Capodanno cinese in Italia: come è cambiato negli anni
Quest’anno il Capodanno sarà una festa intima e privata, racconta Lin: “un po’ come il mio primo Capodanno cinese in Italia: quando sono arrivato, trent’anni fa, si festeggiava solo in famiglia. Sappiamo cosa si dice di noi”, sorride: “e in effetti i cinesi erano una comunità chiusa e non integrata. Sarebbe stato impensabile assistere a una parata nel centro di Roma, come è poi accaduto negli anni successivi”.
Quest’anno di pandemia sarà un ritorno a quei tempi, anche se la tecnologia permetterà comunque di condividere online i festeggiamenti con parenti e amici. Negli anni, il Capodanno cinese in Italia ha subito una vera e propria trasformazione: Lin ha trovato anche qui l’atmosfera di festa, anche grazie al coinvolgimento sempre maggiore degli italiani e la progressiva integrazione della comunità cinese nel tessuto sociale: “Ogni anno tra i nostri clienti italiani è cresciuta sempre di più la voglia non solo di conoscere, ma anche di partecipare ai festeggiamenti per il nuovo anno cinese”, racconta. “Basti pensare che negli ultimi tre anni molti dei figli dei miei clienti italiani imparano il cinese a scuola già da piccoli. Lo studio della lingua è sicuramente un sintomo di grande interesse verso la nostra cultura”.
Opinione confermata da Lifang Dong, che ricorda un Capodanno molto speciale: “Ricordo che nel 2010 quando è stato inaugurato l’Anno della Cultura e del Turismo Cina-Italia, sono stata invitata dall’Ambasciata cinese a Roma a fare la presentatrice in occasione della celebrazione del Capodanno cinese in piazza del Popolo. A tale spettacolo all’aperto hanno partecipato le istituzioni italiane e cinesi e moltissime associazioni, imprese, professionisti, università, scuole e persone che amano la cultura cinese“, a testimoniare quanto la partecipazione a questa festività sia sempre di più la manifestazione di uno scambio culturale tra l’Italia e la Cina.
Capodanno cinese 2021: sarà una festa intima e privata
Per l’arrivo dell’anno del Bue, la pandemia priverà le persone della possibilità di incontrarsi, mangiare insieme, festeggiare. “Noi staremo in famiglia, seguiremo da casa lo Spring Festival trasmesso in streaming dalla Cina, per sentirci un po’ più vicini al nostro paese”, dice Lin, che non organizzerà eventi nel suo ristorante. “Abbiamo messo la sicurezza e la salute prima di tutto, anche prima dell’economia. Serve uno sforzo per poter ripartire”. Lin, come tutti i ristoratori, è stato duramente colpito dalla crisi, “che per noi è iniziata con un mese di anticipo rispetto agli altri ristoranti” e ora lavora con il cibo d’asporto. “Abbiamo deciso di non fermarci, ma seguiamo tutte le regole e siamo al minimo dell’attività”.
La situazione in Cina al momento mostra una cauta ripartenza: “La Cina sembrava aver superato le prime ondate dei contagi, grazie alla forte determinazione della popolazione ed alle rigide misure anti-contagio poste in essere dal Governo Cinese”, racconta Lifang Dong: “purtroppo, a gennaio 2021 si sono verificati alcuni nuovi focolai in alcune aree del Paese concentrate a nord. Alcune città sono tornate temporaneamente in lockdown e oltre 28 milioni di persone nelle aree più a rischio sono state sottoposte a restrizioni negli spostamenti. Le città più colpite dalla seconda ondata di contagi sono state: Shijiazhuang e Xingtai nella provincia di Hebei, Suihua nella provincia dello Heilongjiang e Dalian nella provincia del Liaoning. Oggi la situazione sembra stabile e le autorità cinesi hanno prontamente contenuto questi focolai, ma permane oggi in Cina un atteggiamento molto prudente”.
Per il Capodanno, spiega Lifang Dong, “il Vicedirettore della Commissione sanitaria nazionale cinese, Zeng Yixin, ha invitato le persone a non tornare nelle proprie città d’origine per le celebrazioni”. Tamponi obbligatori, incentivi per chi non si sposta, quarantene dopo gli spostamenti: le misure di contenimento del virus anche quest’anno faranno del Capodanno una festa intima e privata.
Anche se la voglia di accogliere il nuovo anno non manca: “già dal 4 Febbraio 2021 si sono tenuti diversi eventi online patrocinati dal Ministero Cinese della Cultura e del Turismo, per promuovere la cultura e tradizione cinese nel mondo e che hanno visto la partecipazione dell’Orchestra Nazionale Tradizionale Cinese, del Conservatorio Centrale di Musica e della China National Peking Opera Company. Il Museo Nazionale d’Arte Cinese di Pechino ospita inoltre una mostra ispirata all’anno del bue con quasi 600 dipinti tradizionali cinesi, oli, sculture e opere d’arte calligrafiche e popolari”, informa Lifang Dong.
Lin spiega che l’anno del Topo, che ormai è alla fine, è stato segnato da un evento catastrofico: si dice che solitamente ogni cinque anni del topo, ne può capitare uno in cui avvengono cataclismi o periodi estremamente negativi. “Il bue invece rappresenta il lavoro, e forse vuol dire che questo sarà un anno in cui dovremo darci tanto da fare“.
Elisabetta Rossi
(10 febbraio 2021)
Fotografia in copertina: GMA
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