“Il volontariato è una grande risorsa per la cultura in generale, ed in particolare per le scuole. Ci permette di realizzate progetti che con le sole nostre forze non potremmo mai affrontare” con queste parole la direttrice Anna Alleherand della Scuola Principessa Mafalda ha descritto il lavoro delle volontarie di Piuculture all’interno del suo istituto scolastico, dove su circa 520 alunni sono presenti 38 bambini stranieri, provenienti soprattutto dalle filippine. Dal 21 novembre ogni lunedì, martedì, mercoledì e giovedì le volontarie insegnano, giocando, la lingua ai nuovi italiani e da poco nello stesso istituto è stato attivato un corso anche per i genitori dei bambini “è un progetto molto importante perché è fondamentale che i piccoli parlino italiano anche a casa, oltre alla lingua dei genitori ovviamente, perché ciò migliora sia l’inserimento scolastico dei bimbi, sia l’integrazione dei familiari”. Queste tematiche e i percorsi migliorativi ed innovativi per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri saranno affrontati durante il convegno “Parlo italiano anche io”, organizzato da Piuculture presso la sede di Intersos – maggiori informazioni nei prossimi giorni. Saranno presenti i presidi delle scuole del Municipio II, i rappresentanti della rete scuolemigranti e le associazione di settore.
Uno degli ostacoli maggiori che si riscontrano nell’ambito scolastico è la difficoltà di comunicazione tra insegnati e genitori migranti, che non conoscono la lingua dei paesi ospitanti. C’è una totale mancanza di mediatori linguistici istituzionali, tanto che a volte sono i bambini stessi a fare da interpreti. Ma questo metodo non può funzionare sempre perché gli eventuali problemi dei bimbi devono rimanere tra adulti. “Spesso accade che facciano da mediatori i datori di lavoro stessi – spiega Loredana Teodoro, direttrice della scuola elementare Mazzini – . La maggior parte dei bimbi iscritti qui sono figlie o figli di tate che badano ad alcuni bambini italiani che frequentano l’istituto. Ma è ovvio che sono solo soluzioni improvvisate e non esaustive”.
Con i tagli all’istruzione della riforma Gelmini i presidi sono rimasti soli con un maggior numero di bambini da gestire, ed una minore offerta formativa da proporre ed è qui che il lavoro del volontariato diventa ancor più indispensabile. “La riduzione dei fondi ha comportato l’abbandono dei più deboli. La scuola non ha più nulla da investire sulla formazione degli stranieri” ribadisce la Teodoro . “Non solo, non abbiamo più le risorse per garantire neanche la formazione delle maestre per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Occorrono corsi specifici per affrontare situazioni molto particolari – aggiunge la Teodoro – . Ad esempio l’anno scorso si è iscritto al nostro istituto un bambino straniero ormai grande che non parlava una parola d’italiano. In questi casi abbiamo bisogno di personale preparato, ed è per questo che siamo felici di ospitare i corsi d’italiano delle volontarie Piuculture”.
La situazione anni fa era diversa: “io stessa con la disponibilità del preside – ha dichiarato Antonella Lupi, referente dell’inserimento alunni stranieri ed intercultura presso la scuola Mafalda – ho fatto nel 2005 il master For.Com pagato dalla scuola, un laboratorio per formare i bambini stranieri. Eravamo 110 maestre da tutta Italia. Mi sono occupata negli anni successivi della formazione degli alunni non italiani con giochi musicali, fiabe italiane e dei loro paesi. Le mie ore in più erano pagate con i fondi dell’istituto. Ora tutto questo è impensabile, ci hanno tolto anche gli orari di copresenza ”.
Come se non bastasse da settembre partiranno dei nuovi accorpamenti tra istituti, i cosiddetti istituti comprensivi, una verticalizzazione dell’istruzione che dovrebbe accompagnare il bambino dalla scuola materna alle medie. Ma in realtà è “un ulteriore soluzione a risparmio a danno della qualità formativa. Si passa da 500 a 1000 bambini per dirigente. Mi occuperò, per ora in linea teorica, perché le comunicazioni ufficiali ancora devono arrivare, oltre della mia scuola elementare delle scuole medie Ippolito Nievo e San Pio X. Una scelta discutibile dato che i miei bambini alle medie vanno quasi tutti alla Settembrini e alla Alfieri, pochissimi alla Ippolito Nievo. Ma la cosa peggiore è l’aumento esponenzialmente degli alunni, mentre il personale rimarrà invariato. Tutto ciò va a discapito dei bambini. A questo punto, nonostante il buon lavoro delle insegnati, solo il volontariato può garantire una formazione adatta e di qualità per i piccoli stranieri” aggiunge la Alleherand.
Melissa Neri(29 Marzo 2012)