Storie diverse, stesso coraggio. Quello di bimbi che hanno lo zaino più pesante degli altri, perché dentro, accanto all’astuccio e ai quaderni ordinati, c’è la paura. Di sbagliare, di non capire, di non riuscire a fare amicizia. Ma c’è anche una forza straordinaria che, per uscire, ha bisogno dell’impegno di tutti.
Cominciare da zero. Iris ha 9 anni, è cresciuta in Honduras e quest’anno ha potuto finalmente raggiungere la mamma, che da 5 anni lavora in Italia come domestica. Arrivata qui nel periodo di Natale, ha iniziato a frequentare la scuola nel mese di febbraio. È stata inserita in seconda elementare perché, secondo la mamma, avrebbe frequentato la prima nel suo paese. Ma Iris non sa leggere, né scrivere. Così la sua maestra conduce di fatto due classi in parallelo: il gruppo degli alunni di seconda e una mini classe di prima, dedicata interamente a lei, con un solo banco allestito a fianco della cattedra. Fin dai primi incontri le volontarie Piuculture capiscono che per motivarla gli esercizi di scrittura non sono sufficienti, bisogna puntare sulla conversazione. E Iris parla volentieri di tutto, aiutandosi, dove non arriva il lessico, con i gesti. “Da noi tutti camminano così, belli dritti, senza girare continuamente la testa a destra e a sinistra” racconta mimando le differenze tra il pedone romano e quello honduregno “Guarda come fate voi! Vi bloccate ad ogni passo davanti alle vetrine, date spintoni agli altri passanti. Gli italiani sono troppo agitati”. È una bimba dolce Iris, che sente la mancanza del papà e del fratello, rimasti in Honduras. Che si commuove ricordando il cuginetto di un anno: “piccolo, tenero” dice simulando il gesto di cullarlo e gli occhi si riempiono di lacrime. La nostalgia è concentrata lì, in quel bimbo da stringere tra le braccia, allora si butta in quelle della volontaria che le è accanto e la accarezza. Il sorriso ritorna con le storie per bambine, quelle universali: “Ti insegno la favola di Biancaneve in italiano – propone la volontaria – così puoi recitarla ai tuoi compagni”. Entusiasta Iris prende la guida del gioco e inventa un palcoscenico immaginario. “Facciamo che sono tutti qui, davanti a me – dice con la lingua dei mimi – io ho le cuffie da cui ricevo i tuoi suggerimenti, tu dietro di me tieni un microfono e mi dici il racconto in italiano”. Ripete, frase dopo frase, metà del racconto e guai se vede la sua suggeritrice abbassare il microfono immaginario… Dopo qualche settimana Iris viene inserita nel laboratorio di gruppo insieme ad altri bimbi seguiti dalle volontarie Piuculture. Ancora non legge e scrive poco, ma partecipa nei limiti del possibile al programma comune. La scuola forse deciderà di promuoverla in terza, ma dovrà esercitarsi molto durante i mesi estivi. Per questo l’associazione si sta attivando per garantirle l’aiuto necessario.
Imparare alla pari. Thilan è arrivato a Roma all’età di 10 anni, dopo aver completato la scuola primaria in Sri Lanka. A gennaio è stato iscritto in quinta elementare, senza conoscere una parola di italiano. All’inizio è timido, ha paura di sbagliare. Quando una volontaria Piuculture gli chiede qual è la festa più bella del suo paese si illumina e risponde “Vesak”. Disegna grandi lanterne appese agli alberi, piccole lanterne dentro casa e nella scuola, lumini sull’acqua. Sfogliando un libro con figure e parole di vita quotidiana elenca i cibi della festa: “Questo si… no, questo no”. Pian piano impara insalata, carne, pesce, formaggio. La volontaria capisce che la celebrazione di Vesak prevede menù vegetariani. Gli chiede il perché e Thilan si anima, vuole raccontare la storia del Buddha bambino che rispetta tutte le creature, anche quelle più umili e piccole. Ma non conosce le parole. Prova con i gesti, poi chiama in soccorso Kumar, un altro bimbo singalese che frequenta la seconda elementare e parla un po’ di italiano, perché traduca per lui. Thilan tiene molto alla scuola e non vuole restare indietro. Se la maestra ha spiegato il capitello dorico lui insiste per studiarlo durante gli incontri con le volontarie Piuculture, perché vuole imparare le stesse cose che imparano gli altri. Quando ci sono i compiti delle vacanze si impadronisce di una volontaria e la supplica di aiutarlo, vorrebbe farli tutti in un pomeriggio perché ha paura di non riuscire, da solo, a finirli. La timidezza iniziale è svanita e, durante il laboratorio, cerca sempre di prendere sempre la parola. La mamma, forse incoraggiata dal suo esempio, ha iniziato a frequentare i corsi Piuculture dedicati agli adulti.
Il successo è possibile. Isabel ha 12 anni ed è cresciuta in una casa famiglia, in Venezuela. Quando ha saputo che una famiglia romana era disponibile ad accoglierla ha chiesto in prestito un computer e ha iniziato a fare ricerche su questa città sconosciuta, imbattendosi nelle immagini del suo monumento simbolo. Nel giugno del 2011 Isabel arriva qui. E, come regalo di benvenuto, la sua nuova mamma e il suo nuovo papà la portano subito a vedere di persona l’antico anfiteatro che conosce soltanto in foto. “Ma io sono in Italia?” chiede in spagnolo, sgranando gli occhi davanti al Colosseo “Datemi un pizzico”. Con l’aiuto dei genitori e di una zia insegnante, durante l’estate Isabel inizia a imparare l’italiano. A settembre viene iscritta in prima media. La psicologa che ha seguito le procedure di adozione consiglia di inserirla in quinta elementare. Il parere dei genitori, confermato dal dirigente scolastico al quale si rivolgono, è che la bambina potrebbe trovarsi a disagio, perché a livello fisico la differenza d’età con i compagni più piccoli è piuttosto evidente. Inizia così un’avventura familiare fatta di week-end trascorsi sui libri, a studiare una storia e una geografia per Isabel completamente nuove. Capita a volte qualche piccolo disastro, un compito appuntato male sul diario, perché non si è compreso quello che diceva la professoressa, può significare stare in piedi fino a tardi a riempire pagine e pagine di esercizi di matematica. Da novembre Isabel frequenta gli incontri organizzati dalle volontarie Piuculture per i ragazzi che hanno già una conoscenza basilare della lingua. Un’occasione per lei di fare ulteriori progressi e di confrontarsi con altri compagni che hanno le sue stesse esigenze. Non salta neanche un appuntamento, si applica con passione e spicca per la sua bravura. La pagella del primo quadrimestre è un tripudio di sette. Oggi Isabel fa i compiti da sola e ha più tempo per sé, per visitare con la mamma e il papà la città in cui è iniziata la sua nuova vita, invitare a pranzo le compagne di scuola con cui ha stretto amicizia, scegliere quale sport praticare il prossimo anno.
Dal 2009 l’Associazione Piuculture accompagna l’inserimento degli alunni stranieri nelle scuole pubbliche del Municipio II, con cui ha da poco siglato un protocollo d’intesa. Nell’anno scolastico 2013-2014 sono stati seguiti più di cento bambini, in 14 plessi scolastici del territorio. Si è attivato un corso di italiano per familiari frequentato da una decina di genitori e fratelli e nell’estate 2013 è stato organizzato un centro estivo dove sedici bambini, italiani e stranieri, si sono divertiti per un mese a costruire un fotoromanzo sotto la guida dell’animatrice teatrale Emilia Martinelli. Piuculture è coordinata con Sport Senza Frontiere, per incentivare la partecipazione di alunni stranieri alle attività sportive pomeridiane.
Sandra Fratticci (10 maggio 2012)