Nell’anno del XX anniversario dell’Istituto Polacco di Roma, allo scadere del suo mandato il direttore Jaroslaw Mikolajewski presenta la X edizione di Corso Polonia – Festival delle Arti Unite, 15 appuntamenti dal 10 maggio al 7 giugno 2012 dedicati quest’anno al concetto di reciprocità: “il fascino e l’attrazione reciproca fra la Polonia e l’Italia scoppiata dopo il 1956, nel breve ma decisivo periodo del disgelo”. E un tentativo di “conservare la memoria di come l’Italia è stata presente nell’immaginario di tanti artisti”. Dalla poesia alla musica, dalla Szymborska alle canzoni letterarie (o “poesie cantate”), dal cinema alle filastrocche per i bambini, da Krystof Kameda, grande autore delle colonne sonore dei primi film di Roman Polanski a Jan Brzechwa, il Gianni Rodari polacco, dal teatro alla fotografia.
Cuore del festival sarà lo stesso palazzo Blumenstihl, sede dell’Istituto, ma tanti sono gli appuntamenti previsti nel municipio II. L’inaugurazione si terrà giovedì 10 maggio alle ore 18.30 presso palazzo Blumenstihl con la bellissima mostra fotografica di Wojciech Plewinski, Italia 1957, che ritrae Roma, Venezia, Verona, Padova, Bologna e Capri. Seguita dal racconto del “cabaret letterario” cantato da Ewa Demarczyk. Sulla tradizionale canzone letteraria polacca si tornerà lunedì 21 maggio, con il cantautore Grzegorz Turnau: “la poesia nata per essere cantata ha sempre ricevuto nel nostro paese gli stessi onori della poesia scritta per essere letta. Nasceva come lettera d’amore, come manifesto di indipendenza personale e collettiva, come testimonianza della propria diversità e stranezza, in faccia al regime, in contrasto con le uniformità di massa”.
Domenica e lunedì 13 e 14 maggio presso l’Auditorium si svolgeranno Le risonanze di Chopin: domenica si intraprenderà un Viaggio nel jazz con Chopin e Szymanowski – padre della musica polacca contemporanea – eseguito da Mateusz Kolakowski, classe 1986, un vero fenomeno nel panorama del pianismo jazz che rivisita i grandi maestri con un’impronta di folclore, creando così la nuova musica polacca; lunedì si svolgerà invece una videolezione Per capire Chopin di Giovanni Bietti, che spiegherà “la rara nitidezza formale di Chopin” nel panorama barocco dei compositori ottocenteschi. A seguire Da Frycek a Monsieur Chopin, racconto musicale di Costantino Mastroprimiano, docente del Conservatorio di Perugia.
Mercoledì 16 maggio, accanto alla poesia tragica ma ironica della Szymborska, la poesia tragica e autodistruttiva di Rafal Wojaczek, morto suicida a soli 26 anni, a cui il regista Lech Majewski, presente con i suoi film durante il festival, dedicò il suo esordio cinematografico.
Dal 18 al 19 maggio la parentesi cinematografica – Sei film sull’amore – presso il bellissimo cinema Trevi, durante la quale verranno presentati i film meno noti di grandi registi polacchi conosciuti dal pubblico italiano. Come lo stesso Majewski – regista de I colori della passione, grande successo anche in Italia – che presenterà altri film, tra cui Il giardino delle delizie, ispirato all’omonimo quadro di Bosch.
Mercoledì 23 maggio presso la Biblioteca Europea Janusz Korczak raccontato da una testimone, Intervista a Joanna Olczak-Ronikier con l’inaugurazione di una mostra sul pedagogo e scrittore, “direttore dell’orfanotrofio del ghetto di Varsavia che scelse di morire con i suoi bambini di via Krochmalna nel trasporto verso il campo di Treblinka”. L’incontro sarà accompagnato da un seminario su Henryk Siemiradzki (1843-1902): Un polacco di Roma. Per 30 anni “la sua casa in via Gaeta era indicata nell’elenco della guida Baedecker e veniva visitata da aristocratici, scrittori e artisti”, ma oggi quasi dimenticato. Con l’occasione si potranno ammirare due dei pochi quadri rimasti a Roma: L’ascensione presente nella Chiesa dei Padri Resurrezionisti, aperto al pubblico in maniera limitata, e Diogene rompe la coppa, custodito negli appartamenti della chiesa di San Stanislao, esposto pubblicamente in occasione del convegno.
Il tema dell’antisemitismo sarà ripreso il 4 giugno a teatro con La nostra classe, Una storia in XIV lezioni “di dieci compagni di scuola, polacchi ed ebrei, narrata nell’arco di 80 anni, a partire dal 1925”, dall’armonia allo scoppio della guerra, dai sovietici ai tedeschi, dall’antisemitismo ai pogrom, “una sconvolgente narrazione sulla colpa collettiva”.
Giovedì 31 maggio presso l’Accademia Filarmonica Romana, ci saranno Vibrazioni emotive ad alta frequenza – La musica di Pawel Mykietyn, “erede di Witold Lutoslawski”. Precedute dalla proiezione del film Tatarak di Andrzej Wajda, musicato dallo stesso Mykietyn, classe 1971, presente per l’occasione – “comporre è un lavoro con vibrazioni emotive a frequenza pericolosamente alta. Non ci sono gli stati d’animo di mezzo: o sei in euforia o in depressione”. Durante il concerto verranno eseguiti per la prima volta in Italia alcuni dei suoi migliori brani, tra cui Sonata per violoncello scritta per Andrzej Bauer e da lui eseguita. Al piano la già conosciuta Joanna Wicherek che interpretò brani di Lutoslawski durante l’evento in ricordo di Kapuscinski.
Il 2 e 3 giugno presso il Teatro San Carlino di Villa Borghese, sarà presentato Paperella Picchiatella, “che cosa si dicono gli ortaggi al mercato, come sono fatte le isole Madornali”, come finisce la storia dell’oca zitella che decide di sposare un maiale…? Queste le filastrocche di Jan Brzechwa, l’autore più amato dai bambini polacchi. Ogni anno infatti l’Istituto Polacco collabora alla pubblicazione di un libro per ragazzi di storie della Polonia. Al terzo anno – dopo i libri Il piccolo Chopin e Il drago di Cracovia accompagnati da rappresentazioni, canti e danze al Museo Explora – si presenta al pubblico italiano “un Rodari in un’altra lingua: Paperella picchiatella, nove filastrocche illustrate da Pawel Pawlak, fra i più rinomati artisti polacchi”. Con l’occasione è previsto un piccolo spettacolo allestito per i bambini.
Si chiude il 7 giugno – “data non casuale, il giorno dopo iniziano gli Europei di calcio, e proprio a Varsavia, non ci avrebbe seguito più nessuno” scherza il direttore – con l’inaugurazione della mostra di Jaroslaw Modzelewski: “lui, avanguardista dell’Accademia delle Belle Arti di Varsavia, ha creato per l’occasione una Retroguardia polacca, staremo a vedere cosa vuole dirci…” La mostra è accompagnata da un concerto jazz per flauto e pianoforte, Da Bach a Komeda, “grande compositore che ha ideato, per esempio, la Ninna-nanna di Rosemary baby di Polanski e altre musiche per suoi film”.
A.R.(9 maggio 2012)
Per il programma completo clicca su Corso Polonia 2012, il decimo Festival delle Arti Unite.