Va alla Romania la XIV edizione del Mundialido, nella finale di venerdì 29 giugno disputata sul campo dell’Atletico 2000 i ragazzi di Sandu Beca hanno ottenuto il loro quarto titolo superando 4-3 un ottimo Ecuador, in un’altalena di emozioni. Daraban, Gorga due volte e Petrisor i marcatori est europei, per i sudamericani a segno Luna, Campuzano e Torres.
Favori del pronostico incerti, la storia direbbe Romania, che già ha tre vittorie e potrebbe eguagliare Capo Verde nell’albo d’oro. Ma l’Ecuador, seppur mai così in alto in undici partecipazioni, si presenta all’appuntamento con sei vittorie in altrettante partite, l’ultima contro il Perù considerato in pole position per il trionfo finale, con cui i Tricolorii avevano perso nel girone per 1-0. Squadre in campo con il 4-4-2, il trascinatore dei rumeni nei quarti e in semifinale, Stemat, parte sulla destra, con Palade a sinistra, Daraban e capitan Gorga sono le punte, a centrocampo conferma per i centimetri di Schuster, in cabina di regia. Avversari con Torres e Galarreta in avanti, Luna e Faran sulle fasce.
Al primo affondo è già vantaggio Ecuador, Torres libera Luna sulla destra, l’ala entra in area e trafigge Marcu con un preciso diagonale. Il gol scatena la tifoseria sudamericana, superiore se non numericamente di certo a livello di decibel, ma non abbatte la Romania, che comincia a macinare gioco con la velocità dei suoi esterni Stemat e Palade, anche se non vengono creati troppi pericoli. Almeno fino al minuto 28, quando Daraban viene liberato davanti a Cevallos da un cross pennellato dallo stesso Stemat e di prima intenzione può infilare comodamente per l’1-1. Quattro minuti dopo c’è il 2-1, al termine di un’azione convulsa. Ancora una palla messa al centro, Ilie cerca il numero di tacco, finendo per servire Palade, la cui conclusione violenta si stampa sulla traversa. Ma non è finita, perché Gorga raccoglie e dal limite fulmina l’estremo difensore. Allo scadere di tempo, ancora Gorga si invola in contropiede e supera Cevallos con un pallonetto, per il 3-1 con cui si va all’intervallo, grazie anche a Marcu bravo a respingere i tentativi di Galarreta e Campuzano su punizione.
Ripresa che si apre con un gol direttamente su calcio piazzato di Gorga, annullato per un fallo di mischia nell’area della Tricolor – nazionali con stessa tinta e praticamente identico soprannome. Paradossalmente è la scossa di cui avevano bisogno gli ecuadoriani, che all’11’ accorciano le distanze, con il destro di Campuzano su punizione, una sassata che non lascia scampo a Marcu. Sulle ali dell’entusiasmo arriva anche il 3-3, con Torres, sempre sugli sviluppi di un tiro da fermo. Ma quando la partita sembra essersi incanalata su certi binari, l’inerzia cambia nuovamente. Al 21’ ancora una traversa per Palade, prologo del 4-3 che arriva due minuti più tardi con Petrisor, appena entrato, cecchino dalla media distanza. Il finale è tutto di marca rumena, ma Stemat – e questa è la notizia – non riesce ad andare a segno nei suoi diversi tentativi. Finisce così, può iniziare la festa dei sostenitori assieme ai loro beniamini.
L’onore delle armi per l’Ecuador, la squadra allenata da Santos ha fornito una prova di buon livello tecnico, soprattutto grazie alle imbeccate di Torres e la velocità di Galarreta, trovando addirittura nel suo terzino Campuzano un costruttore di gioco. Ha lasciato invece a desiderare la fase difensiva, con gli avversari per l’occasione con la seconda divisa rossa sempre insidiosi negli inserimenti tra le maglie del reparto arretrato. Vittoria che nasce dal gioco sugli esterni per la Romania, Stemat e Palade inesauribili e spesso anche scambiati di posizione. Rispetto ai precedenti, gli est europei hanno cercato maggiore spinta offensiva, anche per la partenza ad handicap che non ha lasciato grandi alternative. Forse ci si poteva aspettare una migliore gestione del vantaggio sul 3-1, ma l’attenuante è di aver subito le due marcature su calci piazzati. Tricolorii che tornano al successo dopo solo un anno di astinenza, dalla vittoria del 2010 a spese dell’Italia firmata Stemat.
Gabriele Santoro(30 giugno 2012)