Luigi De SalviaGiovedì 25 Ottobre nella sala della Protomoteca, in Campidoglio, e venerdì 26 presso l’aula Volpi di Romatre, avrà luogo la conferenza “L’amicizia nella cultura e nelle religioni”, organizzata da Religioni per la pace. L’associazione nata nel 1970 ha come obiettivi una maggiore attenzione verso i diritti umani, l’integrazione sociale e culturale oltre che religiosa e la lotta alla povertà. “La sezione Italiana è stata fondata sul finire del 1979” spiega Luigi De Salvia segretario generale “già allora, c’era l’esigenza di espandere un messaggio di rispetto reciproco e non di odio o di discriminazione. Anno per anno il lavoro è aumentato e il problema di prevenire scontri e ghettizzazioni risulta oggi molto importante. Grazie alle iniziative che promuoviamo, cerchiamo di evitarli il più possibile. Ultimamente siamo molto presenti nelle scuole e negli ospedali. Abbiamo cercato di fare una tavola rotonda con il governo per una maggiore accoglienza religiosa e soprattutto per il rispetto di tradizioni secolari, come il Ramadan per i mussulmani, che spesso sono difficili da celebrare nelle strutture sanitarie”.Religioni per la pace valuta positivamente il livello di integrazione raggiunto in Italia fra culture e religioni diverse. Paesi come l’ Inghilterra o la Francia, a causa del colonialismo, si sono misurati prima con queste problematiche e nonostante questo anche loro possono fare ancora molto. “L’importante è non idealizzare le positività o farsi prendere dalle eccessive negatività rimanendo consci del fatto che se si risolvono alcune problematiche, questo non deve far fermare il processo di apertura. Allo stesso modo bisogna avere l’orizzonte delle cose, ma attenzione a non diventare rigidi sul come dovrebbero essere. Questo è un punto fondamentale. Idealizzare un modello e confrontarlo con il reale è impossibile e sbagliato. Vedere luci e ombre è fondamentale. Il privilegio di alcuni è vedere l’alba”. A Roma la situazione è complessa: esistono buone pratiche ma anche situazioni più difficili. “Cerco di non essere mai troppo ottimista, ma grazie alle tante associazioni che lavorano in questo territorio, si sta andando avanti. Da medico dico che stiamo curando questo male anche se non sarà facile”.L’idea del convegno risale allo scorso ottobre “eravamo stati invitati a Macerata per un iniziativa in ricordo di Matteo Ricci, un missionario italiano del 1500, che rappresenta perfettamente la nostra visione della religione e della cultura del “diverso”. Lui durante le missioni svolte in oriente, ha ascoltato e riportato la cultura cinese e confuciana, si è messo in discussione senza rinnegare la sua identità ed è arrivato anche a scrivere, in cinese, un trattato sull’amicizia riprendendo i nostri classici e mescolandoli con la cultura appena appresa. Ricci deve essere preso come esempio per superare i pregiudizi e l’inimicizia a cui siamo naturalmente inclini. La nostra responsabilità è prendere sul serio il tema della tolleranza. Capire che la tolleranza è un valore. E’ stata questa la molla che ci ha portato ad organizzare la conferenza di giovedì 25 e venerdì 26 ottobre, durante la quale partiremo proprio dai classici esaminandone gli approcci filosofici e interpellando leader religiosi per cercare di trovare una nuova via comune verso l’integrazione. Dopo la parte teorica, cercheremo di dar voce alle “buone pratiche” cioè a “tutti gli atteggiamenti che si dovrebbero seguire per una maggiore accoglienza oltre che per una migliore comprensione di culture e religioni distanti dalla nostra”. Sono previsti esempi di molte realtà locali, che si occupano del tema. Anche Piuculture riferirà della sua missione. L’idea degli organizzatori è di fare successivamente un altro convegno in cui soffermarsi soprattutto su questi elementi “pratici”. L’intera conferenza si basa sulla volontà comune di creare rispetto nei confronti del diverso anche fra le persone meno interessate al tema, “sono proprio loro, quelli da convincere” conclude De Salvia “Bisogna analizzare le posizioni antagoniste e misurarle. Solo così possiamo capire quanto siamo lontani dal traguardo”.
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