Giornata contro la violenza sulle donne, storie dal mondo

164940881-c1203559-d97e-42c2-aa80-867e86d1de6d(segue da Tè multietnico all’associazione Martin Luther King) Ovviamente questo non vuol dire che di vicende legate alla violenza di genere l’associazione non sia venuta a contatto, è parte integrante della funzione di punto di ascolto. La direttrice Maria Antonietta De Cicco riporta per noi alcuni casi.

 La nostra associazione, la Martin Luther King Italia, è un luogo di incontro di varie etnie, dove si incrociano lingue e dialetti. Lo  straniero, quando arriva si aiuta molto col linguaggio del corpo per ovviare alla difficoltà della lingua italiana specie se arrivato da poco. Le storie personali  si intrecciano alle  situazioni politiche del loro paese di origine. E noi stiamo ad ascoltarle.

In questa giornata  vogliamo raccontare tre storie le più significative, dove la violenza non ha  nazionalità né ceto sociale, dove la donna viene maltrattata ovunque nello stesso modo.

La prima riguarda un’ italiana, nata in Croazia al tempo delle foibe – quando 350.000 dalmati si sono dissolti nel nulla a causa delle persecuzioni, spesso giustiziati dai miliziani di Tito. La famiglia venne in Italia quando lei aveva 4 anni, sperando che i fratelli italiani li accogliessero, invece sono stati ghettizzati in campi profughi e lasciati allo sbaraglio. La  protagonista, dopo essere passata di orfanatrofio in orfanatrofio, crebbe bella e  facendosi  una cultura che la riscattò dalle  condizioni di appartenenza all’infima società. Si sposò con un italiano di alta borghesia dove la cultura e la ricchezza abbondavano, pensava che il suo sogno di ragazza si fosse realizzato pienamente, che avesse superato quella sofferenza che l’aveva resa pessimista. Ma il giovane e colto marito si rivelò molto presto geloso della splendida moglie e le impedì qualsiasi contato esterno. Ebbe quattro figli che non poté mai accompagnare dal pediatra o dagli amichetti, poteva solo uscire accompagnato da lui,  per partecipare a funerali di parenti stretti. Le controllava la posta e non poteva ricevere nessuna visita, nemmeno di un’amica. Alla ragazza, anche se la sua vita era piena di agi materiali, mancò la libertà.  Ne era consapevole ma per non dare un dispiacere alla famiglia ed avendo i figli piccoli non abbandonò il marito, ma sopportò ogni forma di violenza psicologica.

La seconda storia riguarda una filippina. Racconta  che al suo Paese o si è ricchi o si è poveri e che tra questi non c’è cultura. Nascono figli, anche frutto di stupri, di incesto, di violenza. Per colpa della fame e della miseria ci sono compravendite di bambini, smercio di organi, bassezze di ogni genere. Helen, venne venduta ad una vicina di casa a tre mesi, rivenduta a quattro anni, infine a dieci  anni. A questo punto venne schiavizzata e destinata a tutti i lavori domestici.  Crescendo prese coscienza di sé ed a  16 anni si trasferì a Manila dove pensava di avere più opportunità.  Era molto  bella e dotata e riuscì  a lavorare come  ballerina in un locale alla moda. Aveva un sogno, venire in Italia. Risparmiò tanto da avere i soldi per partire e a Roma trovò lavoro in una famiglia, accolta con gentilezza e comprensione. In seguitò sposò un italiano raggiungendo la serenità, anche se ammette che  le violenze subite tormentano i suoi sogni, rivissute sotto forma di incubi.

Terza storia Riguarda una donna cingalese di nome Amer, cresciuta  circondata  dall’affetto familiare. Da ragazza  ha trovato l’amore di un bel giovane, l’amara sorpresa  venne dopo il matrimonio, quando il marito si rivelò violento ed alcolizzato. La mandò a lavorare per guadagnare soldi da dare a lui, per compare l’alcool, già che non aveva nessuna voglia di trovare un impiego. Inoltre la picchiava continuamente. Fecero quattro figli, pensava di poterlo cambiare e di continuare il suo sogno di ragazza , ma  la violenza continuava. Si ribellò più volte senza successo e con l’aiuto del fratello scelse di venire in Italia, prima da sola e poi, con la sicurezza di un reddito e di un alloggio fece venire i figli. Ora dimorano tutti insieme, il marito è rimasto nel suo paese e continua a chiederle il ricongiungimento familiare, ma Amer glielo negherà per sempre. Potremmo raccontare  tante altre storie, anche tutte a buon fine, ma che lasciano  nell’animo dolore  e tracce amare, che neanche il tempo riuscirà a cancellare.

L’associazione Martin Luther King Italia è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30 in cia Forlì, 1C, zona Policlinico a Roma. Tel: 06 95945361 – 333 6017 659 E-mail: martinlutherkingita@libero.it Sito web: http://mlki.org/ Pagina Facebook: Associazione Martin Luther King Italia

Leggi anche la prima parte: Tè multietnico all’associazione Martin Luther King

Maria Antonietta De Cicco(29 novembre 2013)