
Un dato certo e una promessa incombono sulla vicenda dei consiglieri aggiunti del Comune di Roma, che da mesi attende una risposta dal sindaco Ignazio Marino e dalla giunta. Il dato certo è che dal 16 dicembre Roma è senza rappresentanza delle comunità straniere nel Consiglio Comunale. La promessa invece è che le elezioni si terranno nella prossima primavera. L’annuncio arriva da Silvio Di Francia, delegato del primo cittadino romano, alla fine della conferenza stampa tenutasi il 19 dicembre alla Camera dei Deputati. L’incontro, a cui erano presenti i quattro consiglieri aggiunti uscenti, il senatore Luigi Manconi e l’onorevole Khalid Chaouki, è stato convocato per presentare una lettera aperta dal titolo “Il Sindaco di Roma non può archiviare l’esperienza dei consiglieri aggiunti”.
“L’elezioni per i rappresentanti degli immigrati residenti nella capitale, che dovevano essere fissate entro la fine di quest’anno – afferma Silvio Di Francia – hanno seguito le traversie amministrative. Dapprima il voto per la nomina del sindaco, a giungo, poi la difficile approvazione del bilancio del comune”. Fatte salve le spiegazioni di questo ritardo, Di Francia puntualizza gli impegni assunti dal sindaco. “Come prima cosa incontrare i consiglieri aggiunti e formalizzare la data delle elezioni, che dovrebbero avvenire nella primavera 2014. L’incontro è previsto per gennaio. Per indire le elezioni – afferma Di Francia – vi è bisogno di una copertura finanziaria ed il sindaco si impegna a trovarla”.“I consiglieri sono giunti a fine mandato senza aver prima stabilito un percorso chiaro per la rielezione delle nuove rappresentanze – recita la lettera aperta – Troviamo grave e discriminatorio non prevedere in questa fase di transizione alcuna forma di rappresentanza democratica per i circa 400mila immigrati residenti a Roma”. Rincara la dose Khalid Chaouki, coordinatore dell’integruppo parlamentare immigrazione e cittadinanza “fino ad ora possiamo rilevare solo tante promesse e zero fatti dalla giunta. Siamo delusi. Dovremmo mobilitarci per battaglie ancora più grandi, il diritto al voto e alla cittadinanza degli immigrati, ed invece ci ritroviamo ad dover tornare su diritti già acquisiti, come quello dei consiglieri aggiunti”. Roma infatti è stata la prima grande città a riconoscere, nel 2000, il diritto di rappresentanza delle comunità straniere.Questa fase di transizione non crea solo un vuoto politico, ma nel vivere quotidiano. Il consigliere aggiunto per l’America, Madisson Godoy Sanchez, riporta un aneddoto emblematico, “a Colle Oppio i sudamericani stanno organizzando una festa natalizia. Hanno bisogno di bagni chimici. Ho detto loro che al momento non so come aiutarli. Loro mi hanno chiesto di indicare un altro referente. Ma un altro referente non c’è”. Per sette anni Maddison e gli altri tre consiglieri, uno per l’Asia, uno per l’Africa ed uno per l’Europa non Comunitaria, sono stati il ponte tra l’amministrazione e le comunità. Il loro è stato un lavoro di diplomazia, di risposta ai bisogno pratici, di proposte di eventi interculturali e di tante mozioni, interrogazioni nell’assemblea capitolina . Un impegno iniziato nel 2006, anno della seconda, ed al momento ultima, elezione dei consiglieri aggiunti. Manconi, presidente commissione diritti umani del Senato, afferma “si ripristini al più presto la figura dei consiglieri aggiunti e si dia loro più opportunità e più risorse”.
Fabio Bellumore(23 dicembre 2013)
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