Il Mese del documentario, la realtà incontra il grande pubblico

roma-presentazione-de-il-mese-del-documentari-L-hMSIRB“Crediamo nel valore umano e simbolico del cinema della realtà e pensiamo sia necessario diffonderlo perché un paese che non descrive il suo presente e che non riflette sul mondo che lo circonda è un paese morto”. Christian Carmosino ed Emma Landi introducono così il Mese del Documentario, rassegna di cui sono direttori artistici e che si terrà presso la Casa del Cinema dal 13 gennaio al 22 febbraio 2014.

10 film italiani e stranieri saranno in competizione raggiungendo il pubblico in 13 città della nostra penisola e d’Europa: oltre a Roma, anche Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Nola, Nuoro, Palermo, Torino, Barcellona, Berlino, Londra e Parigi hanno chiesto di essere parte del festival per un evento unico che quest’anno ha visto la fusione di due eventi preesistenti, il Doc/it Professional Award – premio di categoria al miglior documentario italiano con cinque finalisti – ed il Doc.International – con altrettante pellicole internazionali scelte da una giuria di professionisti.

“Nonostante la vivacità e ricchezza, da anni ci scontriamo con la difficoltà non solo di fare i nostri film”, proseguono Carmosino e Landi, “ma ancora più spesso quella di mostrarli agli spettatori. Ecco perché facciamo il Mese del Documentario, per incontrare un pubblico che non sia la nicchia di pochi estremi appassionati e di segugi del cinema in tutte le sue forme”. L’attenzione per manifestazioni di questo tipo è comunque in ascesa, sempre più si percepiscono il “desiderio di confrontarsi con linguaggi innovativi e la stanchezza verso forme di informazione standardizzate e guidate da logiche commerciali”. “Basta offrire un prodotto di qualità su base continuativa”, aggiunge Caterina D’Amico, direttrice della Casa del Cinema.

Il successo di Sacro Gra all’ultima Mostra del Cinema di Venezia ha rappresentato una grande vittoria per i documentaristi, ma la realtà è ancora ardua per chi cerca di intraprendere questo percorso. Gli spazi di visibilità sono ridotti sia “nella tv pubblica che privata, dove mancano progetti organici”, lamenta Gerardo Panichi, presidente di Doc/it. “I sostegni sono limitati ed i diritti d’autore spesso calpestati, la distribuzione nelle sale è minima. Ma se gli autori sono messi in condizione di fare cinema il pubblico risponde”.

Il premio La selezione dei finalisti per la sezione nazionale ha visto una prima scrematura da circa cento documentari della stagione 2012/2013 già partecipanti a rassegne o trasmessi sul piccolo schermo da parte di un comitato composto da trentatre fra i maggiori esperti del settore. Successivamente un’Academy di oltre cento professionisti ha proceduto alla scelta degli ultimi cinque titoli che si contenderanno i 3000 euro messi in palio da Doc/it ed i 1000 euro di premio del pubblico offerti dall’associazione 100autori.

In gara Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovannni Piperno, sull’adolescenza di quattro ragazzi napoletani seguiti nell’arco di dieci anni, Il libraio di Belfast di Alessandra Celesia, Il gemello di Vincenzo Marra, storia di un carcerato napoletano, dentro dall’età di 15 anni per una rapina in banca, Materia Oscura di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, sul Poligono Sperimentale di Salto di Quirra in Sardegna, luogo di guerra in tempo di pace, e Noi non siamo come James Bond, ovvero come superare un tumore attraverso l’amicizia.

A cercare di ottenere in 1000 euro destinati alla sezione internazionale saranno invece Tea or electricity, coproduzione belga, francese e marocchina sulla proposta di portare elettricità in un paesino del Marocco che non la vuole, Stories we tell, autobiografia dell’attrice e regista canadese Sarah Polley, Rent a family, incursione danese nel Giappone contemporaneo attraverso la vita di un uomo che affitta falsi familiari, The machine which makes everything disappear, che partendo dai volti degli individui mostra un paese intero, la Georgia, e Call me Kuchu, produzione statunitense che tratta la lotta e la sopravvivenza di attivisti gay e lesbiche in Uganda, a rischio di pena di morte.

Per maggiori informazioni sulla programmazione: www.ilmese.Documentaristi.it

Gabriele Santoro(9 gennaio 2014)