Comiso è un piccolo paese siciliano del tutto speciale: negli anni ’80 ospitò una base missilistica Nato che fu cruciale durante la Guerra fredda (dal 2013 convertita in aeroporto civile); dagli anni ’90 ospita una delle pochissime Pagode (tempio buddista) mai realizzate in Europa (80 in tutto il mondo), fortemente voluta dal monaco giapponese Gyosho Morishita proprio di fronte all’ex base militare. Guerra e pace: non a caso qualcuno dice che “qui si sente l’energia delle origini”.
Un Buddha si è fermato a Còmiso (2013) è un documentario, diretto dal regista Massimiliano Troiani, già interessante autore teatrale, che racconta una vecchia storia italiana che ancora pochi conoscono, quella che portò all’inaugurazione, nel maggio del 1998, della prima (e unica) pagoda buddista in Italia, alta 16 metri, tutta bianca, con la cupola rotonda sormontata da un pinnacolo. Il film, già presentato durante la rassegna Asiatica Film Mediale 2013, è stato proiettato presso la Biblioteca Centrale Ragazzi, nel cuore del centro storico di Roma.
Morishita si accostò al buddismo, all’ordine Nipponzan Myohoji, in giovane età: “esistono tante sette che nacquero dagli insegnamenti del monaco Nichiren”, fondatore nel 1253 di una delle maggiori correnti del buddismo giapponese, “alcune dedicano le lore preghiere alla richiesta di beni materiali”, dice Troiani, “quella di Morishita è per la pace dell’umanità e della Terra”.
Morishita giunse in Sicilia nel 1982, sulla scia delle manifestazioni contro l’installazione della base Nato e le sue testate nucleari, e da allora non l’ha più lasciata, sognando “una pagoda per la pace”, che fu poi iniziata nel 1994. Per Morishita era un gesto importante, “per la storia difficile della Sicilia”, sconvolta dalla mafia e dal sottosviluppo, dallo sfruttamento e la mancanza di lavoro, la stessa terra di Danilo Dolci, il Gandhi italiano che faceva le lotte non violente e gli scioperi al contrario. Lo stesso che diceva che “c’è chi educa insegnando l’assurdo che c’è nel mondo” e chi fa finta che non esista.
La Pagoda della Pace è stata costruita su una zona geologica delicata, esattamente sulla faglia di incontro tra Africa ed Europa, “un punto molto energetico”, importante per i buddisti, poiché per loro “Dio è energia”. La stessa energia che ha la musica, il tamburo in particolare, che viene utilizzato nelle cerimonie: “con le sue vibrazioni può cessare l’angoscia”, dice Morishita, descrivendo i 7 colpi per i 7 Sutra del Loto, l’unico “vero Buddhismo” per Nichiren, un compendio di insegnamenti espresso per mezzo di storie fantastiche tese a “rivelare” al lettore una diversa interpretazione del mondo.
Oggi Morishita continua a manifestare: dalla Guerra fredda siamo passati al Muos (Mobile User Objective System), sistema di comunicazione americano in via di sperimentazione, composto da 4 satelliti e 4 stazioni di terra, una delle quali è stata terminata a fine gennaio nei pressi di Niscemi, 40 km a nord di Comiso. Tra controversie legali che stanno coinvolgendo due Stati e una Regione, e relazioni ambientali e sanitarie discordanti circa i rischi da elettromagnetismo, stando all’ultima pronuncia (di Rosario Crocetta), a novembre 2014 il sistema sarà attivato.
“Morishita ai tempi della base militare viveva in un garage, ora vive in una stanzetta accanto al tempio e allo stupa”, un nuovo “tempio per l’ospitalità”, inaugurato nel 2013, per tutte le persone interessate a visitarlo e a pregare con lui. Talvolta Morishita ospita migranti che arrivano da Lampedusa, in quei momenti “è come rivedere per la prima volta l’arrivo dell’Islam in terra cristiana, con tutte quelle persone che pregano sulle spiagge”. Tre ragazzi sono appena arrivati qui dal loro lungo viaggio dall’Etiopia, probabilmente non sono buddisti, ma forse sono i primi migranti a mostrarsi, di fronte a una telecamera, felici di essere finalmente in Italia.
Perché proprio a Comiso? “Comiso è in Sicilia e la Sicilia è il centro del Mediterraneo”, dice Morishita, “è sempre stata terra di incontro e confronto fra culture diverse e dalla Sicilia deve partire l’irradiarsi della pace in tutto il bacino del Mediterraneo verso i paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Europa”.
Alice Rinaldi(26 febbraio 2014)