Madalina diventa prostituta, Voicu il suo protettore e Bogdan la loro vittima. Ma non erano queste le loro aspirazioni: Madalina sognava di diventare una pop-star, Voicu voleva guadagnare più soldi e Bogdan aspirava a lavorare nel settore delle arti visive. E’ la drammatica storia di tre giovani che lasciano la Romania per cercare un futuro migliore in Irlanda. Dopo dieci anni dal suo debutto a Bucarest, lo spettacolo Kebab –inizialmente conosciuto come Madybaby.edu – arriva dal 9 al 11 gennaio al Teatro dell’Orologio a Roma. Prodotto in Italia dalla compagnia AriaTeatro e già presentato con grande successo di pubblico e critica, il pluripremiato testo drammaturgico di Gianina Carbunariu è stato tradotto in tantissime lingue e messo in scena da vari registi in Francia, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, ecc.
“La grandezza di un essere umano non sta tanto in ciò che ha raggiunto e che può dimostrare al resto del mondo, piuttosto in ciò che è in potenza, nei suoi sogni, nelle sue speranze”, si legge nella nota del regista di KebabRiccardo Bellandi. “E la sua forza sta nella tenacia e nel desiderio di realizzarsi. Il riuscirci o no è figlio di altre situazioni, proprio quelle che spesso stroncano qualcosa che in potenza è un mondo infinito che aspetta solo di realizzarsi. Così si dimentica la grandezza dell’essere umano e lo si trasforma in un animale capace di tutto. Un animale che si illude di alimentare e difendere il proprio sogno con i denti, fino alla fine, e non si accorge che il proprio sogno si è trasformato in un incubo”.
La storia della prostituzione e dell’adescamento delle ragazze dei paesi poveri della Romania è molto attuale anche dopo dieci anni dalla stesura del testo. L’Irlanda ha ispirato l’autrice Carbunariu, ma basta fare un giro per le strade d’Italia per convincersi che la situazione non è cambiata. Anzi, il fenomeno è diventato parte della normalità e si parla soltanto nei tragici momenti della disgrazia: quando le vite di queste donne vengono spezzate.Kebab riporta alla menta tanti tragici fatti di cronaca nera: solo un anno fa, come nella pièce teatrale, Florentina Boaru viene ritrovata a pezzi in un sacco d’immondizia in Calabria, ma ricordiamoci anche di Andrea Cristina Zamfir, trovata morta, nuda, in ginocchio per terra, crocefissa a una sbarra orizzontale con i polsi legati con del nastro da pacchi; Lavinia Simona Ailoaiei, strangolata con due fascette da elettricista, durante un gioco erotico estremo da un maniaco e l’elenco di ragazze rumene ammazzate potrebbe continuare. Il meccanismo dell’adescamento è quasi sempre uguale: un ragazzo carino che ti promette un lavoro migliore o addirittura finge di innamorarsi e di fidanzarsi, ma una volta arrivate in Italia le giovani si ritrovano senza i documenti, costrette a prostituirsi, minacciate e ricattate. Il messaggio dello spettacolo Kebab è molto forte e diretto, tenta di svegliare le coscienze, è un avvertimento per le ragazze che sognano una vita diversa, più agiata, in un paese lontano. Purtroppo il teatro è un canale di comunicazione che si limita alle sale delle grandi città. Il lavoro vero da fare è spiegare alle giovani nei paesi sperduti e travolti dalla povertà la cruda realtà alla quale potrebbero andare incontro. Ma chi ha la competenza e il dovere di farlo?
La critica ha caratterizzato Bellandi come un regista che “sa alternare, mediante variazioni ritmiche incalzanti, scene di violenta attualità a scene oniriche in cui lo psichismo sconvolto dei personaggi emerge mediante stereotipi e linguistiche e motorie impressionanti”. La scenografia propone un mobile al centro della scena, a scelta tra un letto o divano, per permettere alla regia effervescente di Bellandi di sviluppare e intrecciare il linguaggio teatrale con quello cinematografico. Chiara Benedetti interpreta un personaggio vero e credibile, Andreapietro Anselmi è il demonio del trio, mentre il debole viene rappresentato da Daniele Ronco.
“Lo spettacolo Kebab – madybaby.edu – è nato da un sentimento di emergenza, il nostro è un messaggio sociale e politico: Non possiamo più accettare queste cose!”, spiega in un’intervista Gianina Carbunariu, una personalità del teatro moderno romeno. Diventata famosa in patria e all’estero per gli argomenti molto toccanti e attuali che tratta e che riguardano la Romania, l’artista parte sempre da una lunga documentazione e prima di mettere in scena discute con gli attori la realtà. Carbunariu invita a un dialogo, spesso dopo lo spettacolo o anche durante lo show “per creare il senso della comunità nella sala e mettere in contatto sia gli attori con il pubblico, che gli spettatori tra loro”. La battuta finale di un personaggio sconvolge per la sua crudeltà ed è rivolta agli italiani che pensano di essere diversi e migliori di “quei delinquenti e di quelle puttane romeni”. La rappresentazione è l’ennesimo segnale d’allarme e non dovrebbe per niente sottolineare o rafforzare lo stereotipo già consolidato nella società italiana nei confronti della comunità romena che, al contrario dei messaggi lanciati dai media, è ricca di persone di valore che meritano di essere rispettate.
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per facilitare e rendere migliore la navigazione. Chiudendo questo avviso o proseguendo la navigazione acconsenti al loro uso.OkMaggiori Informazioni
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.