Bombe sul mercato a Mariupol: 27 morti e 97 feriti. “Come vive una donna ucraina in Italia i bombardamenti di stamattina?” Alla mia domanda, le mamme con i bimbi in braccio che incontravo nel corridoio in attesa dello spettacolo di Natale presentato dalla scuola ucraina Prestigio il 24 gennaio, hanno perso in un istante il sorriso trasformatosi in stupore per dar subito spazio sul viso alle lacrime e al nodo in gola. Eravamo lì tutti per la gioia di vedere il presepe vivente organizzato quasi tutti gli anni dai ragazzi, una pièce teatrale storica e ricca di personaggi biblici e moderni. In parallelo si festeggiava anche la Festa dell’Unità dell’Ucraina. Non si aspettavano questa domanda, per cui mi hanno lasciato senza risposte, ma con un dolore evidente che non trovava le parole.
„Violentano le femmine, poi le abbandonano in terra coperte come i cadaveri. I migliaia di soldati russi ammazzano la gente, rubano, si comportano come un popolo selvaggio”, l’organizzatore dello spettacolo, Lilia, racconta le sofferenze delle donne scappate da casa per chiedere asilo politico in Italia. „Noi non abbiamo la guerra civile, quello è un intervento mascherato della Russia in Ucraina. Ma perché dobbiamo fare le battaglie? La Russia è così grande, cosa sono venuti a fare in Ucraina?” Lilia, che da anni collabora con la scuola ucraina, mi guarda dispiaciuta per la distruzione delle regioni di Donetsk e Lugansk, quasi per voler denunciare e urlare al mondo la verità, convinta che questo conflitto durerà per anni. Le notizie vere le apprende dai suoi figli in patria ed è preoccupata per loro. Punta il dito su Putin, ma con la stessa impotenza dei suoi connazionali.
„Nella mia zona d’origine gli ospedali sono strapieni di feriti, le camere mortuarie abbondano di eroi con e senza nome. Come madri e persone che lavorano in Italia siamo preoccupati per i nostri figli, le famiglie e parenti che vivono li”, ci testimonia la preside della scuola, Tatiana Kuzyk-Tarasenko. „Con i bambini della scuola abbiamo scritto delle lettere di sostegno ai soldati sul campo di battaglia. E siamo rimasti colpiti di alcuni messaggi indirizzati alle persone che conoscevamo”. L’ingiustizia che fa indignare queste donne è che loro si sono sacrificate in Italia per assicurare un futuro migliore ai figli, vederli crescere, realizzarsi e adesso rischiano di finire senza un braccio, una gamba. „Bisogna spiegare la guerra ai bambini nelle scuole. Altrimenti i piccoli potrebbero deridere il compagno che ha perso il giovane padre o che ha grandi cicatrici”. Sarà difficile affrontare i problemi psicologici della popolazione che chiede aiuto ai suoi vicini. „Domani può toccare a un altro paese. Gli attacchi portano al terrorismo e coinvolgono uomini, donne, bambini che vogliono vivere in pace”.
„L’Ucraina non cederà. Il popolo è forte e pacifico!”, sostiene Vera, l’insegnante di storia della scuola Prestigio. „Sono appena tornata da casa. Il Natale da noi è bello, ma la popolazione pensa come aiutare il paese”. Vera si trova in difficoltà a parlare di suo figlio nell’esercito, come tanti giovani inesperti di 18 anni che sono obbligati a sparare o a difendersi da colui che fino a ieri era un cittadino di una delle 15 repubbliche sorelle dell’URSS. Da ammirare le persone che portano da mangiare ai soldati, offrendo supporto psicologico oppure soldi raccolti in chiesa. „Tutta colpa del nemico Putin che nega l’occupazione di certe zone, ma i nostri parenti vedono i cento camion pieni di soldati e munizioni”, a parlare è Dimitri, muratore e volontario della scuola, da 17 anni in Italia, padre di due gemelli nati qui. Racconta la voglia dei giovani di aprirsi alla UE, ma teme la perdita dei territori. „La Russia è molto forte dal punto di vista militare, senza l’aiuto di Stati Uniti e dell’Europa non pensiamo di riuscire a salvare la nostra terra”.
„Preghiamo per la riconciliazione e per la pace”, la preside Kuzyk annuncia l’inizio dell’evento con una preghiera in italiano e ucraino che oltre cinquanta madri con figli e papà presenti in sala hanno recitato insieme. Sotto il suono soave di un pianoforte il gruppo di personaggi: angeli, il diavolo, il re, la morte, ecc, sono saliti sul palco per presentare la storia della nascita di Gesù che hano preparato per più di un mese. E’ arrivata dai giovani l’idea di immortalare i personaggi biblici e si sono impegnati con i vestiti. „Hanno imparato le parole a memoria e io li ho aiutati a esprimersi. Hanno fatto solo due prove di persona, perchè l’associazione non ha una sede, mancata, hanno lavorato molto al telefono”, racconta orgogliosa del talento dei ragazzi Lilia. Ai bambini sarebbe piaciuto studiare la vita di Gesù dai libri, invece sono obbligati a imparare la storia di una guerra assurda dal vivo.
Raisa Ambros
(28 gennaio 2015)
Leggi anche:
UE: Moldova, Georgia e Ucraina firmato accordo di associazioneLa comunità ucraina: tutti in piazza per sostenere i manifestanti di Kiev