Mary vive da dieci anni in Italia. Arrivata dalla Repubblica Democratica del Congo è riuscita a far venire in Italia solo uno dei suoi tre figli. Gli altri due chissà quando e se li rivedrà. Le domande per i ricongiungimenti familiari in Italia superano le 60mila all’anno (dato 2012). Mary ci racconta la sua storia. Storia di una mamma che da dieci anni non vede più i suoi due figli.Nel 2012 sono state presentate 63.779 domande per un totale di 90.826 familiari da ricongiungere. Il 47% dei familiari di cui si richiede il ricongiungimento è costituito da figli dei richiedenti, il 45% da coniugi e solo l’8% da genitori. I familiari da ricongiungere si concentrano in due particolari fasce d’età: quella dei minori di 18 anni (38% del totale) e quella dei familiari di età compresa fra i 18 e 44 anni (49% del totale). Le città che – secondo i dati del 2012 del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno – risultano sul podio per il maggior numero di richieste sono Milano, Roma e Torino.Mary non è più tornata perché, in Italia, ha richiesto la protezione internazionale, non l’asilo ma la protezione sussidiaria – che riconosce uno status al pari di quello del rifugiato. I motivi per richiederla possono essere pericolo di condanna a morte, tortura, minaccia alla vita in caso di guerra interna o internazionale, nel caso di un rientro nel Paese d’origine. Attraverso lo status di protezione sussidiaria Mary ha potuto chiedere il ricongiungimento al figlio.Reddito, alloggio, dimostrazione del legame familiare sono i requisiti per ottenere il ricongiungimento. I titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria non devono dimostrare la sussistenza dei primi due requisiti.Quando si richiede la protezione internazionale si riceve il passaporto. Con quel documento che permette a tutti di viaggiare e andare ovunque però a Mary è permesso espatriare in tutti i Paesi tranne quello da cui si è fuggiti. Al contrario di Mary, molti migranti tornano nel loro Paese clandestinamente, ma il rischio è quello di essere scoperti e ricevere la revoca dei documenti. Ecco perché non riesce da tanto a vedere i suoi figli. “Sono riuscita a portare mio figlio in Italia quando aveva 16 anni, oggi ne ha 19”. Gli altri due studiano “grazie ai miei sacrifici”. Quando provo a chiederle se tornerà in futuro, glissa, raccontandomi che qui in Italia sta bene, che ama la cucina italiana, poi però ci racconta cosa fa per loro. “Gli altri due miei figli studiano all’università. Una vuole diventare infermiera, l’altro informatico – continua Mary – sono qui per farli studiare. I miei sacrifici servono a loro”
Fabio Bellumore(23 marzo 2015)
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