I rapporti tra Italia e Croazia “sono ottimi e vanno migliorando”: cita Mao Tse-Tung l’ambasciatore della repubblica croata Damir GrubiŠa, per definire lo stato attuale delle relazioni tra i due paesi nell’incontro organizzato alla libreria Argonauta a Roma il 10 aprile nell’ambito del progetto Conosci l’Europa: 28 paesi in 180 giorni. Ne danno prova la prima visita in Italia nel 2013 in qualità di capo di stato del Presidente croato Ivo Josipović, e quella imminente del Presidente italiano Sergio Mattarella, atteso a Zagabria il prossimo 23 aprile.
Il legame, tuttavia, non si limita alla sfera istituzionale, trovando linfa vitale nei contatti tra popoli: l’Italia è il primo partner economico della Croazia, con 4,5 miliardi di euro di fatturato nel commercio estero, forte delle importazioni di materie prime e tessili. “Il settore dell’industria è stato penalizzato dalle vicende storiche degli ultimi decenni, per le privatizzazioni del capitale di stato che hanno provocato l’ascesa di molti prenditori legati ai vertici politici, con l’eclissi dell’attività imprenditoriale e la perdita di molte industrie che ne sono conseguite” spiega l’ambasciatore. Il turismo è un settore trainante per l’economia del paese, e copre fino al il 15% del PIL. La cospicua presenza di italiani, seconda solo a quella tedesca, che scelgono le coste e le isole croate come meta delle loro vacanze, spiega la necessità di conoscere e di saper parlare la lingua italiana. Ma il boom dell’interesse per l’Italia guarda al fattore culturale più in generale. Rispetto a dieci anni fa, quando si contava la sola scuola di italianistica di Zagabria, oggi l’italiano è studiato non solo a livello di lingua, ma anche di cultura e società nelle università di Pola, Fiume, Zara e Spalato: “così viene tenuta viva la tradizione della consistente minoranza italiana presente in Croazia, che conta ventisettemila abitanti” spiega GrubiŠa. Cinquantamila sono invece gli iscritti all’organizzazione Unione degli italiani che raggruppa concittadini impegnati in programmi sociali e culturali.Discorso a parte merita il nodo della moneta: detentrice ancora della kuma, la Croazia è a favore dell’adozione dell’euro, in vista di un’integrazione economica e monetaria più solida, ma consapevole della sua possibilità di realizzazione effettiva non prima del prossimo decennio.
Durante l’evento si è concentrata l’attenzione sul romanzo Snoopy Polka, scritto dalla poetessa Laura Marchig, al suo esordio come romanziere con questo noir balcanico. La Marchig è tra gli intellettuali fiumani ed istriani che hanno studiato in Italia, per poi fare ritorno in patria. La scrittrice riporta tra le pagine del suo libro una testimonianza dell’implosione dell’ex Jugoslavia e dello scoppio delle guerre balcaniche. Fatti e personaggi sono ambientati in un clima nazionalista, in una realtà surreale, pur nella sua tragicità e crudezza. Il racconto in chiave pulp ricorre all’ironia mista a un sarcasmo critico, per cogliere l’accezione della guerra negli occhi dei bambini e degli adulti. “La Croazia tenta di far leva sulle proprie bellezze naturali e paesaggistiche dopo il conflitto che l’ha insanguinata per decenni, ma ha dimenticato troppo presto le cose buone del socialismo” denuncia la Marchig. “I diritti dell’infanzia, delle donne e di alcune categorie più deboli di persone sono stati sacrificati in nome della rincorsa al capitalismo selvaggio di impronta statunitense”.
Una parentesi è stata riservata a fine incontro anche a due questioni ancora in sospeso che interessano Italia e Croazia: l’integrazione dei porti di Trieste, Capodistria e Fiume, e la realizzazione del tratto autostradale che collega le città di Trieste e di Fiume. La speranza è che l’esito positivo di entrambi i progetti costituisca motivo di un’ulteriore cooperazione tra i due paesi.
Clara Agostini(15 aprile 2015)
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