“Quando hai una donna come capo, stai sempre ad aspettare l’errore, in modo da poterglielo rinfacciare. Ecco perché il mio lavoro di Direttrice è stato duro, a volte”. Eppure Gihane Zaki, dal 2012 alla guida dell’Accademia d’Egitto di Roma, a stravolgere gli schemi è abituata. Per ben tre volte è stata infatti la prima donna a ricoprire una carica: prima Direttore Generale del Supreme Council of Antiquities, poi del Nubia Fund, e solo in ultimo dell’Accademia.
Egittologa e cultrice dell’arte a tutto tondo, Gihane Zaki è arrivata in Italia, inaspettatamente, proprio insieme al governo dei Fratelli Musulmani, cosa che più di una volta ha provocato un corto circuito nei suoi interlocutori: “spesso guardandomi mi chiedono: davvero quelle persone ti hanno scelta? Perché, anche se sono musulmana ed egiziana, la mia cultura è molto europea”. Nel curriculum di Zaki ci sono infatti, oltre a un Dottorato in Francia, dove vive anche la sua famiglia, diverse collaborazioni con Ambasciate ed istituti culturali europei, tra cui non manca naturalmente il Vaticano: “sono molto orgogliosa del dialogo instaurato con il mondo cattolico”.
Un ponte tra le culture: questa è la Direttrice, il cui scopo, fin dall’inizio del suo incarico, è stato quello di promuovere un reale dialogo fra cultura italiana ed egiziana, utilizzando il linguaggio che conosce meglio: quello dell’arte. Non a caso il suo motto fin dall’inizio è stato Incontro fra culture, l’arte si fa parola. Quando parla degli inizi racconta che “ho sentito una profonda responsabilità nel portare a Roma un pezzo di Egitto”, e poi sorride, perché sa bene di aver raggiunto l’obiettivo. Rispetto ai suoi predecessori Zaki ha puntato a un target ben specifico: quello dei giovani. “Far conoscere l’Egitto ai bambini è importante” spiega. “Stimolare la loro curiosità è l’unico modo per convincerli ad approfondire tutti gli aspetti legati a una cultura”. E cita Nelson Mandela: Education is the most powerful weapon which you can use to change the world, perché come lui è convinta che la chiave del dialogo nella società parta proprio dall’istruzione.
Il percorso è stato duro, ma Gihane Zaki ha trovato una sua ricetta per il successo: pensare out of the box, fuori dagli schemi. “Sono consapevole che il percorso già fatto sia anche la strada da seguire per il futuro, ma l’unico modo per fare davvero un salto è essere innovativi”. Ecco allora che dal 2012 l’Accademia si trasforma, diventando pian piano luogo di innovazione e creatività: i bambini della Montessori invadono il prato esterno per annusare, bendati, il profumo d’oriente del karkadè e della cannella; artisti da tutto il mondo si ritrovano insieme in un Symposium di arte del mosaico; persone non vedenti visitano – attraverso il tatto – le riproduzioni del corredo tombale di Tutankhamon che il museo dell’Accademia ospita dall’ottobre scorso.
Il tocco femminile della nuova Direttrice è arrivato anche nel cineforum, che oggi ospita titoli focalizzati sull’emancipazione delle donne nel mondo arabo, come Factory Girl di Mohamed Khan o La bicicletta verde di Haifaa Al-Mansour. E ha deciso che l’innovazione va premiata: ecco il perché dell’istituzione di un Premio creatività destinato ad otto giovani che abbiano saputo distinguersi in differenti campi artistici.
Innovare non significa però rompere con la tradizione, specie se d’eccellenza. Anche quest’anno la Biennale di Venezia avrà il suo padiglione egiziano, la cui apertura è prevista per maggio: “due anni fa è stato difficile decidere cosa fare: la gente era in piazza, la situazione nel nostro paese difficile. Quest’anno ci saremo”. Per la chiusura della stagione c’è invece in programma una sorpresa: “probabilmente coinvolgeremo la Cairo Opera House”, già protagonista dell’apertura della stagione 2014. L’appuntamento, questa volta, è per il 14 e 15 giugno.
Se bambini e giovani sono un target pienamente raggiunto, il tallone d’Achille dell’Accademia restano gli adulti: “quelli sui 40-50 anni durante la settimana hanno molta pressione dovuta al lavoro, così nel tempo libero sono alla ricerca di svago. Ma – promette – sto studiando strategie per attrarre anche loro”. E chissà che una soluzione non sia proprio la passeggiata nella Roma egizia prevista per il 18 aprile, un tour che va da Piazza del Campidoglio a Villa Borghese, passando per Campo Marzio e Piazza Navona, alla ricerca di obelischi, statue e simboli d’Egitto: “da quando abbiamo iniziato a pubblicizzarla, i telefoni non hanno fatto che squillare: in mezz’ora abbiamo chiuso la visita con 25 persone” racconta entusiasta. Promette una replica a maggio e una a giugno, ma bisognerà affrettarsi a prenotare. In attesa della prossima stagione.
Veronica Adriani(8 aprile 2015)
Leggi anche…
Gihane Zaki, prima donna a dirigere l’Accademia d’Egitto
Biennale di Venezia, ecco il padiglione egiziano