Nel cortile davanti alla Parrocchia SS. Trinità regna il silenzio. Alle 17 mancano ancora trenta minuti, ma su una delle panchine siede Byo, un dicianovenne filippino che sta aspettando l’inizio di una delle lezioni del corso d’italiano per stranieri Nino Antola. “Di solito arrivo prima, perché cammimo veloce, anche oggi sono venuto a piedi da Termini,” spiega mentre cerca di accendersi una sigaretta. Byo è arrivato in Italia sette mesi fa con sua madre e la nonna e nonostante i progressi con la nuova lingua, preferisce ancora esprimersi in inglese. “Però ho imparato tanto, gli insegnanti sono bravi e dal primo giorno ci hanno spiegavato le cose solo in italiano,” aggiunge.
Nel frattempo le aule al primo piano della parrocchia cominciano a riempirsi. “Oggi saremo pochi, c’è lo sciopero dei mezzi,” dice Francesco Meneghetti che da dieci anni coordina la scuola. Quest’anno circa un centinaio di persone, la maggioranza proviene dal Bangladesh, frequenta le quattro classi – dal livello dell’alfabetizzazione fino al livello B1. Gli ultimi due anni, spiega Meneghetti, gli studenti sono in calo: “Dalle statistiche della Rete di Scuolemigranti risulta che il numero globale dei frequentanti è quasi sempre lo stesso, ma da Roma si sono spostati a Latina, Viterbo, Frosinone o in altre province della regione.”
All’insegnamento assistono anche tanti stagisti che, come dice Meneghetti, vengono accettati volentieri, ma nella classe si inseriscono pian piano osservando e imparando sul campo. “Bisogna pensare di dare una mano agli altri con molta umiltà” Nel corso degli anni la scuola ha cercato di andare oltre le lezioni di lingua, organizzando gite o cercando di aiutare i propri studenti nel trovare l’occupazione. La Nino Antola oggi è attiva anche su Facebook, per rimanere in contatto non solo con gli studenti attuali, ma anche quelli del passato.
L’atmosfera amichevole e i buoni rapporti tra gli insegnanti e gli studenti si percepiscono anche a lezione. “Cosa compreresti se vincessi centomila euro?,” chiede la maestra ad una delle allieve. “Un marito,” risponde al posto suo Grigorij, un cinquantenne della Georgia che può essere facilmente identificato come il “comico” della classe. Vladimir, il più giovane del gruppo, invece vorrebbe uno yacht. E Grigorij? “Io vorrei viaggiare con lui sullo yacht,” risponde facendo scoppiare dalle risate i compagni. Ci si augura che tutti manterranno il buon umore anche la settimana prossima, per concludere il ciclo delle lezioni, come ogni anno, ci saranno gli esami finali da superare.
Petra Barteková
(18 maggio 2015)
LEGGI ANCHE