Realizzare un confronto in uno spazio aperto è stato il pensiero alla base dell’incontro “come costruire un’Europa di tutte le culture” organizzato dall’ufficio d’informazione in Italia del Parlamento Europeo il 24 settembre all’EUR, Salone delle Fontane. L’obiettivo dichiarato nel programma era raccogliere le riflessioni scaturite in un documento da sottoporre all’attenzione della Commissione cultura del parlamento europeo, impegnata ad adottare entro il 2015 la Relazione di Iniziativa il ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell’educazione nel promuovere i valori fondamentali dell’Unione europea.
Il tema, fortemente attuale, è stato spesso affrontato durante incontri e conferenze di ogni tipo. Tuttavia, quest’incontro è stato diverso innanzitutto per la tipologia di confronto proposta. Si è trattato di un open space technology dove la tecnologia era costituita dalle persone presenti, le quali avevano la possibilità di proporre argomenti di discussione relativi all’Europa e alla sua costruzione interculturale.
Come realizzare una formazione interculturale? In quale modo sviluppare una costruittiva comunicazione tra popoli che di fatto non hanno una lingua comunque? Come strutturare una buona informazione per il dialogo? Questi sono stati solo alcuni tra i numerosi argomenti proposti come interessanti da approfondire.
Seguire tutto non era naturalmente possibile, ma è stato invece realistico sfarfallare, come avevano auspicato gli organizzatori, tra un gruppo e l’altro, raccogliendo suggestioni e portando contributi. I temi conduttori sono stati prevalentemente due: la necessaria e crescente importanza da attribuire alla formazione ed all’educazione e l’impellenza di un cambiamento totale rispetto alla visione d’insieme dell’Europa.
Per quanto riguarda il primo punto sono state formulate proposte riferite all’insegnamento della lingua inglese, che, soprattutto in Italia, soffre di gravi carenze, un riconoscimento reale dei titoli di studio in tutta Europa, la possibilità di proseguire la propria carriera scolastisca senza ostacoli, ovunque. In buona sostanza, si tratta dell’attuazione completa iniziata con il trattato di Lisbona. Nelle conclusioni del vertice portoghese, i capi di Stato e di governo riconobbero il ruolo fondamentale di istruzione e formazione per la crescita e lo sviluppo economico, da realizzarsi entro il 2010. In alcuni casi tuttavia è rimasto teoria o quantomeno ha avuto una concretizzazione parziale.
Insomma, la percezione diffusa nei tavoli è che il fervore di un cambiamento sia possibile a molti livelli ma che manchi una spinta decisiva a renderlo effettivo. Le persone coinvolte nella fucina di idee che l’ufficio italiano del Parlamento Europeo ha contribuito ad alimentare lo scorso 24 settembre hanno inoltre chiesto, alla fine della giornata, un aggiornamento futuro sullo stato di realizzazione delle proposte avanzate, affinché il trend diventi positivo e dalla teoria si passi all’auspicata pratica.
Piera Francesca Mastantuono
(1 ottobre 2015)
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