Il 2015 sarà l’anno di passaggio per il sistema dell’accoglienza in Italia: “dall’emergenza, all’emergenziale ordinarietà” come dice il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia” presentato il 21 ottobre a Roma.
Il rapporto nasce su impulso di Domenico Manzione, sottosegretario di Stato con delega all’immigrazione, che a gennaio 2015 ha costituito un gruppo di studio interdisciplinare costituito da esperti, operatori, studiosi di migrazioni per analizzare il processo dell’accoglienza dei migranti .
“Le modalità di accoglienza vanno pensate in modo ordinario – non emergenziale – e flessibile favorendo la nascita di reti territoriali in cui il mondo dell’associazionismo continui a svolgere un ruolo decisivo” spiega Rosetta Scotto Lavina direttore dipartimento libertà civili e immigrazione ministero dell’Interno, che presenta nel dettaglio il rapporto.
L’obiettivo dell’indagine è stato quello di evidenziare due aspetti: la necessità di adeguarsi continuamente alle esigenze di flessibilità richieste da una migrazione che cambia continuamente caratteristiche e consistenza e dall’altro la necessità di adeguare la macchina organizzativa guidata dal Ministero dell’interno. L’analisi si basa su tre aspetti: fornire dati affidabili a beneficio di una trasparenza del fenomeno, esaminare le misure innovative e le buone pratiche che sono state adottate nel nostro paese e che vale la pena riproporre, affrontare le criticità e suggerire proposte. Nel rapporto è possibile osservare alcuni elementi che caratterizzano la situazione attuale dell’accoglienza italiana con dati aggiornati al 10 ottobre 2015:
- quasi 100mila persone sono ospitate nelle strutture di accoglienza, dei quali70% è sistemato in strutture temporanee, pubbliche e private, aperte dai prefetti
- l’Italia è il terzo Paese europeo per numero di richiedenti asilo dopo Germania e Svezia, oltre ad essere il paese che ha registrato il maggior incremento di richiedenti asilo nell’ultimo anno
- la composizione dei richiedenti asilo presenta, in Italia, una situazione inversa rispetto a quella degli altri paesi europei: le donne in Italia sono 7,6% e 6,8% i minori, percentuali nettamente inferiori alla media dei paesi europei
Un importante questione, evidenziata dal rapporto, che necessita interventi sia politici che amministrativi è l’aumento dei minori stranieri non accompagnati: nel 2014, arrivano a 13.026, cioè il 50% dei minori soccorsi che sono stati 26.122. Al 10 ottobre 2015 i minori non accompagnati sono 10.322 pari al 73% dei minori sbarcati che sono finora 14.109.
Si analizzano storture e efficienza nell’utilizzo delle risorse, ci si interroga se si possano ottenere risultati migliori “Le risorse destinate all’accoglienza sono insufficienti? Sono state utilizzate al meglio?” si chiede Domenico Manzione e continua, prevedendo le possibili critiche che si potrebbero muovere al rapporto “volutamente non siamo andati a occuparci di fenomeni collaterali di cui si sono interessate le forze dell’ordine, delle deviazioni criminali che hanno coinvolto l’accoglienza dei migranti”
Ottimismo e pessimismo si alternano nell’intervento di Antonio Golini, docente coordinatore della ricerca, che ha studiato per decenni i problemi delle migrazioni, “E’ sorprendente vedere, se si pensa ad alcune dichiarazioni politiche o sulla stampa, che la Regione che ha il maggior numero di strutture temporanee per l’accoglienza dei migranti sia la Lombardia seguita da Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, significa il che il processo di redistribuzione sul territorio nazionale si sta realizzando visto che le regioni di arrivo sono soprattutto quelle del meridione”. Ma poi si interroga “su come gestire il problema delle persone che sono arrivate ma alle quali non viene riconosciuto nessuno stato”.
“E’ finito il tempo dei grandi centri di accoglienza” esordisce Mario Morcone, capo del dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’ interno, “chiediamo ai sindaci un nuovo protagonismo. Il futuro è l’accoglienza diffusa da condividere evidentemente con chi ha il governo del territorio per questo abbiamo lanciato un bando per dieci mila posti”. E ancora “Io non condivido e rigetto la questione migranti economici e migranti non economici: Siriani e Eritrei contro il resto del mondo, una stupidaggine. L’articolo 10 della nostra Costituzione dice una cosa diversa, stiamo parlando di persone, vanno valutate caso per caso evitando semplificazioni”. Infine conclude Morcone “Il trattato di Dublino che la storia ha cancellato, ma che ostinatamente alcuni paesi ospitanti continuano a chiamare diritto vigente, lo è formalmente, ma la vicenda dei Balcani, dimostra come tutto questo appartenga al passato L’agenda Junker serve proprio a rendere concreto il superamento dell’accordo di Dublino”.
Rocco Ricciardelli(23 ottobre 2015)
Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemiLeggi anche: