L’apertura ufficiale del Propatria Festival, il festival internazionale dei giovani talenti rumeni, si è svolta il 26 settembre nel cortile del palazzo Chigi di Formello in provincia di Roma.Iniziato nel 2011 e arrivato alla sua 5ᵃ edizione, questo festival è stato pensato per promuovere i talenti emergenti in tutti i campi dell’arte nella comunità romena in Italia.
“L’abbiamo realizzato con il finanziamento del Ministero degli affari esteri e con l’aiuto costante dell’ambasciata della Romania” dichiara la presidente dell’associazione Propatria Mioara Moraru che, con la collaborazione del direttore artistico Catalina Diaconu, si è assunta il carico di coordinare il festival.“Per la prima giornata è stato scelto il chiostro del palazzo Chigi di Formello, un luogo suggestivo che aiuta a creare l’atmosfera magica per i nostri allievi e i nostri ospiti” spiega il maestro Catalina Diaconu.
Quest’anno gli organizzatori hanno puntato sul dialogo interculturale, tra i ragazzi italiani e quelli delle altre nazionalità, attraverso la musica. A cantare sono giovani musicisti, da 8 anni in su, che studiano presso il Conservatorio S. Cecilia: Greta Dari, Cosmina Dumitrescu, Delia Amiri, Samuele Cuicchio, Andreia Nitu, Walter Benedetti, Natalia Colantoni, Pierpaolo Vandilli Giacomo Refolo e Simone Calucci. Hanno interpretato le canzoni di Beethoven, Bach, Chopin, Schubert, Mozart, Shostakovich e molti altri.Oltre alla passione per la musica questi giovani devono affrontare i problemi comuni a molti adolescenti, come Delia Amiri, nata e cresciuta in Italia con origini rumene che sta per intraprendere la carriera universitaria ed è molto emozionata. “Studio pianoforte da quando avevo 9 anni ma nel tempo libero mi piace anche cantare” racconta Delia.La piccola Greta Dari che ha deliziato il pubblico con il suo talento nonostante abbia solo 8 anni. Sono ragazzi audaci e talentuosi che riescono a distinguersi e a coinvolgere.
Tra gli obiettivi del festival, spiegano gli organizzatori “Aprire,attraverso l’arte, i confini delle diversità culturali e religiose, per edificare ponti interculturali di comunicazione, creare relazioni che non guardino alle diversità come ad un muro, affinché queste possano diventare materia di conoscenza e ricchezza universale”.
Violeta Ciobanu(1 ottobre 2015)
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