Mercoledì 25 novembre comincia la sesta edizione del festival Procult che anche quest’anno porterà alla Casa del Cinema le ultime uscite del cinema rumeno. “Tramite il cinema promuoviamo la nostra cultura,” dice l’organizzatrice del festival Teodora Madasa.
Com’è nato il festival?
Il festival nasce nel 2009 dall’iniziativa di un gruppo di giovani ragazzi rumeni: eravamo io, Ina Sava e Adrian Grigor. Abbiamo pensato di far conoscere ai romeni le nuove produzioni del nostro paese e pian piano siamo arrivati ad un pubblico anche italiano. Il nostro scopo è invogliare tanti italiani a vedere i nostri film che sono una forma di integrazione del popolo rumeno in Italia.
Come si è evoluto il festival in questi sei anni?
Il festival è come un bambino: lo vedi nascere, poi fare il primo passo e man mano lo guardi mentre cresce. Siamo partiti solo con le proiezioni dei cortometraggi, dopo abbiamo aggiunto sempre più film. Da due edizioni facciamo il festival alla Casa del Cinema e questo è già un grande passo per noi.
Come sarà l’edizione di quest’anno? Si distingue da quelle precedenti?
Ogni anno è diverso, perchè sono differenti le storie raccontate. Abbiamo tante opere prime e quasi tutte hanno vinto dei premi. Ad esempio Un piano di sotto, un film di Radu Muntean, un regista molto conosciuto in Romania all’estero, che quest’anno ha avuto un grande successo al Cannes.
Il concorso dei lungometraggi si chiama Metamorfosi. Perchè?
Perchè è proprio questo: una metamorfosi. Ogni volta i film sono la metamorfosi del periodo contemporaneo. Per la categoria di lungometraggi quest’anno abbiamo scelto cinque film di generi diversi – dal dramma fino alla commedia tragica dei Funerali felici.
La categoria dei documentari, invece, si intitola Transparente…
Vuol dire essere trasparenti, perchè il documentario lo rende possibile. Ti fa vedere cose che non sapevi, le cose che sembravano nascoste. Quest’anno nella sezione dei documentari siamo andati più sulle storie della rivoluzione. Abbiamo quattro film tra cui tre hanno come punto di partenza la rivoluzione, o il periodo comunista. Forse non si sa tanto, ma un mese fa la gente in Romania scendeva in strada , soprattutto i giovani, per buttare giù il governo. Una rivoluzione dei giovani. Anche per questo abbiamo scelto questa tematica. Però non credo che il pubblico rumeno che vive qui apprezzerà più di tanto i documentari che fanno vedere la storia del regime comunista.
Come mai?
Perchè ne sono stufi. I rumeni vogliono che gli italiani li percepiscano in un altro modo. Ma noi vogliamo far conoscere proprio questo: la vera storia della rivoluzione. Io mi aspetto che qualche romeno mi chieda perchè faccio vedere questi documentari e non per esempio i documentari sul Danubio. Però noi siamo il festival del cinema rumeno, non siamo qui per promuovere il paese dal punto di vista turistico. Vogliamo far vedere la nostra Romania, il nostro cinema di cui siamo orgogliosi.
Petra Barteková
(25 novembre 2015)
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