Partito il conto alla rovescia: dal 6 febbraio torna Infomigranti. E con lui, i 16 protagonisti della seconda edizione del laboratorio, ancora una volta promosso da Piuculture con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Sedici ragazzi torneranno a sedersi intorno al tavolo della sede di Intersos per studiare le tecniche di giornalismo e di comunicazione interculturale, di SEO, social media marketing e storytelling giornalistico e visuale. Soprattutto, torneranno ad esplorare le strade di Roma, le storie che nascondono e i servizi utili ai cittadini stranieri della Capitale, confrontandosi spesso con comunità distanti dalla propria.
Vi avevamo annunciato la presentazione ufficiale dei candidati: oggi manteniamo la promessa.
Valeriya, appassionata di storia dell’arte contemporanea e ufficio stampa per alcuni musei di Roma, di Infomigranti apprezza soprattutto il lavoro in un gruppo multiculturale. Le fa eco Marianna, che dall’alto della sua conoscenza di ben cinque lingue non ha timore di fronteggiare giornali e televisioni, con cui ha collaborato attivamente, o la comunità ucraina, di cui frequenta gruppi ed eventi.
Ma c’è anche chi è approdato a Infomigranti alla ricerca delle sue origini: quella egiziana Magheda, quella malgascia Manuella. E poco importa se l’esperienza da giornaliste è ancora limitata: quel che conta è la base, e il resto si costruisce col tempo.
Rapporti stretti con le comunità di origine sono quelli di Carla, Nadra, Josefa e Nadia, rispettivamente brasiliana, tunisina, angolana e moldava. Motivazione per tutte e quattro? Essere ponte per le rispettive comunità. Carla lo faceva già in Brasile, con il suo blog Sonhos na Italia, mentre Nadia ha trovato terreno fertile nell’associazione dei giovani moldavi. I giovani musulmani sono stati invece il tramite per Nadra, mentre Josefa, che la comunità la frequenta grazie alla danza, un giorno – spera – tornerà in Angola da imprenditrice.
La passione per la scrittura ha mosso anche Ghiath e Amarilda, siriano lui e albanese lei. Ragazza dai mille impegni e dai mille interessi, Amarilda cerca un gruppo multiculturale in cui imparare il mestiere del giornalista. Stesso vale per Ghiath, che di SEO e web marketing si occupa già per mestiere, e che grazie al giornalismo può diventare un tramite ancora più efficace verso la comunità siriana. Scrive anche Yanersi, brillante imprenditrice cubana oggi in Italia per amore.
La passione per la giurisprudenza muove invece Sara, che vorrebbe rendere più accessibile il linguaggio giuridico in ambito giornalistico e diventare filtro efficace sul tema dell’immigrazione.
Viene dal mondo universitario Wang, cinese appassionata di italiano e innamorata perdutamente di Roma grazie a un attore. Marcello Mastroianni? Niente affatto: Bruce Lee, che in un suo film combatte al Colosseo. A convincerla a presentare domanda per il corso è stato un filo rosso: quello dell’interculturalità che lega i partecipanti. Stesso vale per Takoua, attivista tunisina che attraverso il fumetto racconta il mondo della comunità arabofona. Con un progetto in fieri di graphic journalism, spera di raccogliere con Infomigranti storie, spunti e strumenti di lavoro.
Appassionata di fotografia l’ucraina Tetyana, di poesia e scrittura il bengalese Mamdudar. Impegnati attivamente nelle comunità di origine, sperano di potersi (e poterle) raccontare, senza naturalmente perdere i linguaggi artistici che li rendono peculiari.
Un gruppo assortito, insomma, dalle idee ben chiare. Infomigranti cresce, e noi (speriamo) con lui.
Veronica Adriani
(3 febbraio 2016)