L’immigrazione non è un processo facile per chi lo subisce, ma quando i protagonisti sono ragazzi che non hanno ancora compiuto diciotto anni, le cose diventano più complicate, questo è emerso dall’incontro organizzato dal Programma Integra, l’11 marzo per la presentazione del dossier 2015 sui minori stranieri.
In Italia, al 1 gennaio 2015 erano 1milione 85mila 274 i minori stranieri, con una lieve prevalenza della componente maschile (52%) rispetto a quella femminile (48%). I dati mostrano che i principali paesi di provenienza degli alunni stranieri che studiano nelle scuole italiane sono: la Romania alla quale viene assegnata la percentuale più alta (19,5%), l’Albania (13,4%), il Marocco (12,6%) e la Cina (5,2%).
Il discorso si è concentrato sui soggetti più vulnerabili, ossia sui minori stranieri non accompagnati, che intraprendono il processo migratorio da soli e possono diventare facilmente vittime delle organizzazioni criminali, come spiega Sara Nicu, coordinatrice del progetto. Alla fine del 2015 in Italia erano quasi 12 mila i minori stranieri non accompagnati, la maggior parte, 73,9% proveniente dall’Africa, a Roma nel 2014 sono stati registrati 2142 ragazzi. Una volta arrivati in Italia i minori desiderano essere inseriti in ambito lavorativo, ma data la giovane età e, implicitamente la mancanza di una qualifica, questo non è sempre possibile. Proprio per questo motivo “abbiamo realizzato due corsi, uno di aggiornamento per i mediatori culturali e l’altro di formazione per i minori stranieri non accompagnati come pizzaioli e panettieri”, aggiunge Sara Nicu.
Preoccupanti sono i dati che fanno riferimento ai giovani irreperibili, ossia ai minori stranieri non accompagnati invisibili alle istituzioni, e che nel 2015 erano più di sei mila.
Martino Rebonato, consulente del garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, ha sottolineato che solo superando la barriera burocratica di tipo amministrativo si potranno utilizzare al meglio i fondi che vengono assegnati con la legge 285/97, destinati a tutelare i diritti e le opportunità di tutti i minori, italiani e stranieri.
Per aiutare i minorenni stranieri non accompagnati e semplificare la procedura per un ulteriore inserimento dei ragazzi è stato creato il Centro di primissima accoglienza a Roma, una struttura che offre un servizio completo, ed è un filtro tra la strada e i centri di pronta accoglienza. “In questo modo tutti i minori godono a Roma delle stesse garanzie e vivono la stessa esperienza residenziale” ha precisato Alessandro Uberti, referente del Centro di primissima accoglienza a Roma.
La strada verso l’integrazione dei minori stranieri che arrivano a Roma da soli è, sen’altro lunga, ma la cooperazione tra istituzioni e il terzo settore può far si che il loro futuro non sia incerto.
Alina Barbulescu
(16 marzo 2016)
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