Il futuro dell’Europa è quello della generazione Erasmus. Michaela giovane slovacca che ha deciso di tornare a Roma dopo l’Erasmus ne è una conferma “è grazie all’Europa che oggi sono qui perché prima tutto era impossibile. Sono contenta che anche la Slovacchia faccia parte dell’Unione, così in tanti abbiamo avuto la possibilità di andare a studiare fuori e scoprire il continente”.
Tra le sue scelte c’erano altre città italiane ma è stata destinata alla Città Eterna “mi piace dire che non ho scelto Roma, ma che Roma ha scelto me. Mi sono sempre trovata bene qui, anche se ho visitato quasi tutta l’Italia. Nonostante i tanti problemi che ci sono nella capitale, quando c’è una bella giornata, esco e avverto di stare bene proprio qui”.
Michaela non nasconde che prima di arrivare a Roma aveva delle idee sull’Italia che poi sono state smentite “pensavo che gli italiani fossero molto easy un popolo tranquillo e non molto organizzato invece ho scoperto che sono super precisi: ‘con questa pasta ci va il parmigiano e non il pecorino e nell’altra va il guanciale e non la pancetta’. Se hanno deciso di andare al cinema e gli chiedi di uscire durante il giorno dicono che sono impegnati oppure quando c’è una partita non si può fare altro”.
Michaela dice di essere stata vittima di stereotipi nella sua vita quotidiana nella Città Eterna “qualcuno dice: voi ragazze dell’est venite qua per sposarvi e rimanere come casalinghe. E dove lavoravo prima il mio capo mi prendeva in giro dicendo che sono comunista e mangio i bambini. Una volta, due volte, va bene. Ma in un incontro con altre persone che non conoscevo di nuovo ha fatto questa battuta e allora mi sono risentita e ho risposto dicendo che almeno noi sappiamo lavorare, più volte ho risposto con una controbattuta finché ha smesso”.
Ma conclude Michaela: “Non sono tutti come il mio capo, ho trovato tanti amici e ora sono sposata con un italiano, abbiamo un figlio e ho un lavoro in un’agenzia web”.
Ghiath Rammo
(6 aprile 2016)
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