Manuella appartiene a due culture e due famiglie diverse, una naturale e una adottiva. Questa particolarità – afferma lei stessa – la permette di vedere il mondo in modo piú aperto.
Quando è arrivata in Italia dal Madagascar, Manuella aveva dieci anni. “Vivevamo in una situazione di difficoltà economica – racconta – e un prete italiano ci ha messo in contatto con la nostra futura famiglia adottiva. Così io e mio fratello, 17 anni fa, siamo venuti in Italia”. Parlando due lingue, malgascia e francese, già nel giro di due mesi Manuella ha imparato anche la lingua italiana e si è integrata nella vita e nella nuova cultura, costruendo amicizie. “Da piccola non avevo il pensiero di dovermi integrare – sorride lei – è stato tutto molto naturale, come per ogni bambino che, crescendo, assorbe le tradizioni della società in cui vive”. I genitori italiani hanno fatto tutti i documenti necessari per adottare lei e suo fratello: la burocrazia non è stata un ostacolo nel processo di inclusione nella nuova vita.
Dopo sei anni di soggiorno in Italia Manuella e suo fratello hanno sono tornati in Madagascar per un viaggio. “I primi pensieri sulla mia identità sono venuti alla mente dopo questo viaggio, quando tornando mi sono accorta di non appartenere completamente alla cultura italiana”. Nel 2006 Manuella si è avvicinata alla comunità malgascia, sentendo l’esigenza di parlare la sua madrelingua e stare con suoi connazionali. Ma l’unica persona che le è sempre stata vicina e l’ha aiutata a sentirsi meno persa, è suo fratello.
I suoi rapporti con una famiglia “raddoppiata” sono abbastanza complessi, ma il legame si sente sempre. “Non so come descrivere queste relazioni. Con la mia madre biologica non ho un rapporto quotidiano, però quando sono in Madagascar so che lei è la mia mamma, anche se forse non sa che il giorno prima ho litigato con il mio fidanzato. Neanche con i miei genitori italiani sono completamente aperta”.
Manuella si sente al centro di due culture: “Quando sono in Italia non mi sento completamente Italiana perché non lo sono. Quando sono in Madagascar, mi trovo in una società in cui non ho vissuto e che non sento mia al cento per cento”.
Però Manuella vede la sua storia in modo piu che positivo: “Ci sono tante cose e tante possibilità che l’Italia mi ha dato, e che se fossi rimasta in Madagascar non avrei avuto. Ho conosciuto un mondo nuovo, ho acquisito tante esperienze e ho piú opportunità proprio a livello di apertura mentale”.
Valeriya Saymova
(26 maggio 2016)
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