A ottobre anche quest’anno ci sarà un clima africano. Dal continente arriveranno suoni, sapori e spunti di riflessione. La quattordicesima edizione dell’Ottobre Africano arriva in otto città italiane: Roma, Napoli, Bologna, Milano, Torino, Modena, Reggio Emilia e Parma. “La manifestazione è nata perché, con alcuni amici, eravamo stanchi di sentir parlare dei nostri paesi come luoghi di sole guerre, fame e malattie. Sembrava non ci fosse niente di bello. L’obiettivo è raccontare l’Africa dal punto di vista degli africani, con pregi e difetti”, spiega Cleophas Adrien Dioma, direttore dell’iniziativa e dallo scorso gennaio coordinatore del gruppo “Migrazione e Sviluppo” del Consiglio Nazionale per la cooperazione e lo sviluppo.
“Io ad esempio ho vissuto una vita normale in Burkina Faso ma è stato sempre complicato far capire alla gente che non scappavo da nessuna guerra, cercavo solo altre opportunità”, continua. Opportunità che ha trovato qui in Italia, nonostante la sua vita europea sia cominciata come quella di tanti altri migranti. Nel 1998 parte per la Francia, poi Milano, Napoli, e Rosarno, prima delle rivolte ma nello stesso inferno. Parma gli regala un lavoro, una stabilità e la parlata del nord che ancora conserva. Dopo un anno decide di tornare in Burkina Faso, ma sarà solo una breve parentesi.
Sorride quando gli si chiede perché ha deciso di tornare ancora una volta in Italia, come se non dovesse nemmeno spiegarlo: “Dopo che vivi in Europa diventi un po’ europeo e un po’ africano, a volte tornare può essere più difficile che partire perché sai bene cosa trovi e anche cosa lasci”. E a distanza di anni è sicuro: “Ho fatto la scelta giusta, anche se l’Italia è molto peggiorata, ha tutte le carte in regola per rimettersi in piedi, e noi siamo disposti a partecipare perché questo paese è diventato anche nostro”.
Non sono solo parole quelle di Cleophas Adrien Dioma, infatti come coordinatore del gruppo “Migrazione e Sviluppo” sta seguendo l’evoluzione dell’Italia nei rapporti con i paesi africani. “Prima di tutto il ruolo italiano non può essere solo quello di intervenire nell’emergenza, non basta. Ma si sta verificando un avvicinamento vero. Dare informazione e creare opportunità sono i primi passi per arginare anche le migrazioni”. L’impegno italiano sarà a 360 gradi dall’ambiente alla formazione: “Oltre alle ONG, sarà valorizzato il ruolo dei privati, con la possibilità di creare posti di lavoro, e quello delle diaspore, fondamentali nel dialogo”.
Cultura e cooperazione si intrecciano nelle attività di Cleophas. “La conoscenza di usi e costumi è il presupposto per stringere un accordo politico, economico e commerciale”. Tanto più se parliamo di una tradizione culturale complessa e diversificata come quella dei paesi africani. “Mia madre e mio padre sono nati entrambi in Burkina Faso, ma provengono da due culture diverse. L’unica cosa che hanno in comune è il francese. Già solo tra i paesi dell’Africa centrale ci sono differenze e contraddizioni, che diventano enormi se estendiamo il confronto a tutto il continente. Questa diversità spesso manca nel racconto dell’Africa”.
Proprio questa ricchezza sarà protagonista per tutto il mese di ottobre a Roma, come nelle altre 8 città italiane. “Il programma è fitto, protagonisti dei concerti saranno Baba Sissoko e la madrina Fiorella Mannoia”. Il primo ottobre con l’appuntamento IncontroCucina a Roma si comincerà dai sapori, a dimostrazione del fatto che l’integrazione è una questione di pancia. “Del cibo, citando Fiorella Mannoia, come della musica non c’è bisogno di conoscerne il significato, l’importante è che piacciano. Per questo uniscono anche mondi lontani”, conclude Cleophas Adrien Dioma che col suo lavoro rende Africa e Italia sempre più vicine.
Rosy D’Elia
(21 settembre 2016)
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