Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazioneIl Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione, che quest’anno si è particolarmente concentrato sul tema “Impatto fiscale dell’immigrazione” disegna il fenomeno come una risorsa per l’economica italiana.“Sbarcati, profughi, rifugiati, delinquenti” – dietro queste etichette, le più usate dai populisti e da alcuni politici in cerca di facile consenso, si nascondono 5 milioni di immigrati regolarmente presenti in Italia che con le loro tasse e i loro contributi sostengono l’economia italiana. Questo è emerso dal Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione – presentato il 12 ottobre nella sala conferenze del Ministero dell’Interno .. Il Rapporto, preparato dalla Fondazione Leone Moressa, afferma che l’Italia è il terzo paese in Europa per numero di stranieri, la maggior parte proveniente da Romania, Albania e Marocco, una migrazione con forte tendenza alla stabilizzazione. Si tratta, nella maggior parte, di migranti che vivono in Italia da più di dieci anni.La capacita di reinventarsiI dati statistici mostrano che il tasso di occupazione medio degli stranieri è più alto di quello degli italiani. Le motivazioni fornite sono riconducibili da un lato, a ragioni normative, ossia per la necessità degli immigrati di avere un contratto di lavoro per poter prolungare il permesso di soggiorno, dall’altro per l’elevata incidenza della disoccupazione femminile nel Meridione che riduce il tasso di occupazione degli italiani.La crisi economica ha colpito fortemente i lavoratori stranieri ma ha anche contribuito a sollecitare la loro capacità di adattarsi alle situazioni difficili, arrivando a reinventarsi come imprenditori. Le aziende fondate da persone nate all’estero, attualmente, fatturano 127 miliardi di euro pari al 9% della ricchezza nazionale. Negli ultimi 5 anni si osserva una grande crescita dell’imprenditoria straniera, mentre è in calo quella italiana.Una fonte di guadagno per lo StatoI contribuenti stranieri, nel corso del 2015, hanno pagato 6,8 miliardi di euro di IRPEF. Oltre a questa cifra si deve anche considerare che 11 miliardi di euro dei contributi pagati dagli stranieri coprono le pensioni di 640 mila italiani.C’è da dire che non essendoci accordi fra l’Italia e molti paesi di provenienza degli immigrati, in caso di ritorno nel paese d’origine, uno straniero può perdere i contributi versati, il che rappresenta un ulteriore guadagno per l’INPS.Spese sull’immigrazione – una goccia, rispetto ai beneficiSecondo i dati del Rapporto, la spesa pubblica per l’immigrazione non grava sul tesoretto dello Stato. La famosa accoglienza dei profughi costa all’Italia meno di 1 miliardo di euro. Un dato che dovrebbe far tacere coloro che gridano alla bancarotta dell’Italia per colpa di stranieri.A livello mondiale l’immigrazione è una grande risorsa economica: è la fonte di manodopera per paesi sviluppati che ne hanno necessità mentre le rimesse rappresentano una importante fonte di guadagno per i paesi d’origine.
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