Appassionata sin da giovanissima di disegno, pittura e fotografia, Nina, ragazza di 32 anni proveniente dalla Moldavia è pronta per un’altra sfida e dare il meglio di sé nella giuria del MedFilm Festival. “Ho bisogno di qualcosa di nuovo e di interessante nella mia vita, soprattutto in questo momento che sono disoccupata”, spiega entusiasta.Nina si è trasferita in Italia nel 2009 quando aveva appena 24 anni e una laurea in biologia ed ecologia in tasca. “In realtà ho sempre desiderato studiare arte però mia madre non voleva perché diceva che era difficile trovare lavoro in quel settore e sarei rimasta disoccupata, quindi per accontentarla ho studiato biologia, mi sono laureata e adesso però sono disoccupata lo stesso.”Nina non ha i ricordi di una bella infanzia: suo padre è stato ucciso quando lei era piccola e con sua madre non ha mai avuto un buon rapporto. “Nel mio paese gli stipendi sono molto bassi e la qualità della vita non è buona. Pochi mesi dopo essermi laureata ho ricevuto un’offerta di lavoro a Rimini”. Nina non ci ha pensato due volte e con il passaporto in tasca e la valigia in mano ha deciso di prendere un pulmino con biglietto di sola andata. “Ho dei ricordi bellissimi del viaggio, ho visto le montagne e il mare per la prima volta in vita mia. Appena sono arrivata a Rimini avevo un po’ di paura, soprattutto per la lingua, ma mi sono innamorata subito della città.”A Rimini, Nina, ha iniziato il suo primo lavoro come cameriera d’albergo. “I primi giorni sono stati molto difficili: non parlavo l’italiano, mi dimenticavo le ordinazioni e c’era tanto lavoro da fare. Piangevo ogni sera e la notte, invece di dormire, studiavo italiano,” racconta con emozione. Pochi giorni dopo, Nina, è riuscita a cambiare lavoro. “Mi sono spostata a vivere a Roma e ho iniziato a lavorare in casa di una signora anziana, ma non mi trovavo bene con lei, spesso mi trattava male, quindi ho deciso di andarmene. Ho trovato un nuovo lavoro a Morlupo, in una villa molto lussuosa, dove ho iniziato a fare la babysitter di Francesca, bambina di 11 anni con la quale ho imparato l’italiano. Insieme a lei e alla sua famiglia ho viaggiato tanto e si è creato un buon rapporto, infatti, poco tempo dopo, hanno assunto come giardiniere anche il mio fidanzato, Oleg.”Le belle giornate insieme a questa famiglia romana purtroppo sono durate poco per Nina e il suo compagno. “Un giorno mi sono fatta male al piede e non riuscivo a lavorare e Oleg è rimasto con me a casa a farmi compagnia. Fuori c’era il temporale lui è uscito un attimo in giardino e sfortunatamente un fulmine lo ha colpito. Era stato ferito gravemente e io l’ho portato subito all’ospedale. Il giorno dopo siamo stati mandati via tutte e due, purtroppo infatti non avevamo un contratto di lavoro”.Un velo di tristezza appare nei suoi occhi azzurri quando pensa a tutti i problemi che ha avuto per trovare una nuova casa dopo la nascita di suo figlio Sandu. Ma Nina è una donna forte e determinata e non ha mai smesso di lottare per costruire una nuova vita in Italia insieme alla sua famiglia. Così, qualche mese dopo, suo marito si è ripreso e ha iniziato a fare il muratore. Lei, invece, ha trovato un lavoro all’interno di una parrocchia che le ha permesso di guadagnare un po’ di soldi e vivere bene, e li che ha lavorato fino all’anno scorso.La tristezza scompare dal volto di Nina quando si torna a parlare delle sue passioni e dei suoi sogni. “Per me la fotografia è un mezzo di evasione dai problemi quotidiani. Un momento di svago e di relax. La prima macchinetta che ho comprato funzionava con il rullino, poi con i l mio primo stipendio ho acquistato una digitale. Sono piccole soddisfazioni che ho avuto da quando sono in Italia, paese che ammiro per la sua storia e per la sua bellezza e nel quale voglio realizzare il mio sogno: vivere tranquilla con la mia famiglia e lavorare nel mondo della fotografia“. E anche se, dopo sette anni, Nina, ancora non si sente integrata nella società italiana e spesso le sembra di dare fastidio, dal suo viso scende una lacrima incredula quando pensa che ce la sta facendo.
Cristina Diaz26/10/2016
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