I corridoi umanitari segnano un altro punto a favore dell’accoglienza e dell’integrazione: una famiglia siriana in arrivo in Italia attraverso i corridoi umanitari verrà accolta dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) assieme a un nuovo partner: la Federazione nazionale lavoratori agroindustria (FLAI-CGIL).L’accordo è stato firmato martedì 11 aprile da Luca Maria Negro presidente della FCEI e Ivana Galli segretaria generale FLAI-CGIL e impegna il sindacato dei lavoratori dell’agroindustria a coprire le spese per accogliere una delle famiglie che arriveranno in Italia prossimamente dal Libano attraverso i corridoi umanitari.Dopo i comuni di Riace e Gioiosa Ionica una sigla sindacale entra nella competizione virtuosa che si sta costruendo attorno alle persone che in fuga dalla guerra arrivano in Italia con i corridoi umanitari. Dal 2016 sono 665 tra adulti e bambini, prevalentemente in fuga dalla Siria attraverso il Libano, che hanno affrontato un viaggio sicuro e sono stati accolti in appartamenti e strutture. “I corridoi umanitari sono un progetto nato sulle acque del Mediterraneo partito dall’Osservatorio di Mediterranean Hope, aperto nel 2014 a Lampedusa, dove gli operatori accolgono i migranti all’arrivo al porto davanti a questo mare che dovrebbe mettere in comunicazione le sponde, ma che è diventato un mare di filo spinato.” spiega Luca Negro “Il progetto è il risultato di un’iniziativa ecumenica che ha unito chiese cristiane cattoliche e protestanti e ora vengano condivisi anche dal sindacato dei lavoratori dell’agroindustria”L’accoglienza non è un settore di intervento nuovo per la FLAI CGIL che da dieci anni opera in questa direzione “un impegno doveroso” spiega Ivana Galli “che proviamo a coniugare con il lavoro. Va ricordato che proprio l’agricoltura è tra i settori dove i migranti trovano impiego”. La prima famiglia che verrà ospitata per un anno arriverà con il corridoio umanitario che atterrerà all’aereoporto di Fiumicino il 27 aprile. “Oltre all’ospitalità l’obiettivo è quello di trovare un lavoro al capo famiglia, elemento indispensabile per l’integrazione”spiega la Galli. L’accordo firmato fra FCEI e FLAI-CGIL è “una dimostrazione di quanto la solidarietà possa essere contagiosa”.
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