“Ad oggi, dopo la Siria, il Messico è il paese più violento al mondo. I cartelli e il narcotraffico hanno provocato la morte di circa 200.000 persone.” A confermarlo non è solo il peruviano Jesus Tovar, professore e ricercatore dell’università autonoma dello Stato del Messico, ma anche l’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto internazionale di studi strategici (IISS) che evidenzia come dopo la Siria, dove circa 50.000 persone hanno perso la vita a causa della guerra nel 2016, il Messico si trova al secondo posto della classifica con circa 23.000 morti all’anno e 54 sequestri al giorno.Tovar, che è in visita a Roma per scrivere il suo libro intitolato “La qualità della democrazia in America Latina” insieme al vice rettore dell’Università Luiss di Roma Leonardo Morlino, spiega come “la violenza, il narcotraffico e i cartelli aumentano ogni anno. Problemi che ripercuotono nella qualità della democrazia in Messico e in America Latina in generale che, infatti, è peggiorata negli ultimi anni. Anche la crescita economica si è fermata e le diseguaglianze sono cresciute, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri”, spiega.Di fatto, negli ultimi anni, i paesi democratici in America Latina sono diminuiti e da diciannove sono passati a sedici. Gli ultimi ad adottare un altro sistema politico sono stati Haiti, Venezuela e Nicaragua. Ma la democrazia non ha portato soltanto problemi in America Latina, “per fortuna ci ha permesso di migliorare il sistema elettorale. Adesso, – continua Tovar – i cittadini sono informati, sanno come votare e i partiti non sono fraudolenti come una volta. Infatti, al contrario di quello che sta succedendo in Europa con il sistema elettorale, in America Latina, il numero di persone che vota è sempre di più.”Per Tovar il partito politico del presidente messicano, in carica, Enrique Peña Nieto non ha aiutato a migliorare la situazione del paese, anzi. “Il primo anno del suo mandato è stato abbastanza produttivo perché è riuscito a creare un patto tra partiti e si sono raggiunti tanti obbiettivi, tra cui la cattura del famoso narcotrafficante Chapo Guzman, uno degli uomini più ricercati e più ricchi del mondo, al 41esimo posto nella lista dei miliardari di Forbes. Il secondo anno, invece, dopo diversi casi di corruzione e l’aumento dei piccoli cartelli e della violenza, la politica del presidente Peña Nieto è scaduta di qualità, la gente ha perso la fiducia in lui e attualmente possiamo definirla come un vero fallimento”. Anche le recenti elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America hanno reso più complessa la situazione del Messico negli ultimi mesi. Le minacce di costruzione del famoso Muro di Trump (in realtà già in parte esistente) lungo la frontiera del paese e la sua intenzione di cancellare il North American Free Trade Agreement (Nafta), l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada in vigore dal 1994, hanno provocato un aumento del razzismo e della xenofobia nei confronti dei messicani e della popolazione latina in generale.“Negli ultimi mesi le minacce di costruzione del muro di Trump sono rimaste in secondo piano perché l’America si è concentrata nel conflitto con la Corea del Nord e la guerra in Siria, anche se è vero che la presenza delle forze di sicurezza che controllano le migrazioni tra il Messico e gli Stati Uniti sulla frontiera sono aumentate.”Un problema, quello delle migrazioni illegali tra i due paesi, che ogni anno peggiora perché “ci sono trafficanti che hanno fatto di questa avversità il loro lavoro. Prima i cartelli si occupavano soltanto del controllo della droga, adesso, invece, il traffico illegale di persone è la principale fonte di guadagno. Inoltre, le vie illegali di accesso negli Stati Uniti e le persone che scappano dal Messico per paura dei narcotrafficanti e per la disoccupazione sono aumentate e non è possibile controllarle più.”Ma come in Messico, anche in Italia e in Europa in generale, uno dei principali problemi sono, secondo Tovar, i migranti. “L’Italia è il paese che, negli ultimi anni, sta ricevendo un elevato numero di migranti ed è molto generosa nei loro confronti. Soprattutto in un momento nel quale alcuni dei suoi vicini europei hanno deciso di alzare muri e barriere e, come abbiamo già visto, chiudere le frontiere non è la soluzione.”
Cristina Diaz31/05/2017
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