“Chi ha la salute ha la speranza. E chi ha la speranza, ha tutto.” Con questo proverbio arabo Hazem riassume tutta la sua storia. Storia di speranza ma anche di sofferenza, di lontananza e di rinunce.
Hazem è egiziano del Cairo, ha 35 anni e vive nel nostro paese dal 2006. Rispetto ad altri connazionali, Hazem, dice di essere arrivato in Italia in modo “comodo” con un volo di linea. Quindi niente barconi, niente viaggi della speranza, niente fughe clandestine.
“Il mio sogno sin da bambino è sempre stato quello di vivere in Italia e, anche se in Egitto mi piaceva il mio lavoro come maestro elementare, ho deciso di lasciare tutto è partire”. Appena è arrivato a Roma, Hazem, è stato accolto e aiutato dal fratello maggiore, che lui considera un padre e che lavorava al mercato in un banco di frutta e verdura.
Dopo qualche anno Hazem è riuscito ad aprire con grande sacrificio un negozio tutto suo di frutta e verdura dove lavora 14 ore al giorno, dalle 6 del mattino alle 20. “Il sacrificio non mi fa paura”, dice, “anche se sento il peso della fatica sono felice quando lavoro perché penso che sto costruendo qualcosa di importante per me e soprattutto per i miei figli.”
E già perché Hazem è sposato con una connazionale e ha due figli per i quali sogna, come ogni padre, un grande futuro. “Vorrei che i miei ragazzi studiassero in una scuola internazionale dove possano imparare l’arabo e l’inglese, anche se per me la cosa più importante è vederli vivere da uomini liberi in qualsiasi posto del mondo.”
Viene spontaneo chiedere ad Hazem se ha nostalgia della sua terra e dei suoi affetti e mentre ne parla i suoi occhi scuri e penetranti danno già tutte le risposte. “Mi manca l’Egitto e mi manca la mia famiglia d’origine ma per adesso non penso di tornare a vivere lì, magari in futuro, vedremo. Adesso ci torno spesso ma solo per le vacanze”.
Hazem è ben integrato nella comunità, ha imparato a parlare l ‘italiano in soli tre mesi e ha tanti amici italiani, anche se frequenta soprattutto egiziani. Nel suo negozio di frutta e verdura per i suoi clienti non manca mai un sorriso accogliente, una battuta di spirito, un “come stai fratello?“. È amico di tutti e tutti rispettano lui e il suo lavoro.
In questi anni di permanenza in Italia ha vissuto tanti episodi di razzismo che hanno lasciato cicatrici insanabili. “Non dimenticherò mai una signora anziana che veniva a fare la spesa nel mio negozio e un giorno mi ha chiamato “mussulmano ladro! “, racconta. “Lavoro tanto e sempre onestamente, pago le tasse, sogno che i miei figli nati in Italia possano un giorno diventare cittadini italiani, non ho rubato niente a nessuno e ho sempre detto grazie a chi mi ha teso una mano.” Così Hazem riassume la sua vita e racconta le sue speranze, la sua storia, piena di difficoltà e di sacrifici, ma tutto questo lo ha reso una persona migliore .
Salam aleik, fratello Hazem…
Umberto Colosimo12/07/2017
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