Venerdì 17 novembre, la sala del cinema Savoy a Piazza Fiume ha ospitato la cerimonia di chiusura della 23° edizione del MedFilmFestival 2017, il festival del cinema Mediterraneo a Roma. All’ampia selezione di film proiettati, 98 provenienti da 34 paesi, si sono aggiunti dibattiti, documentari, mostre e installazioni ospitate dal Museo MACRO di Roma.Il MedFestival è un’occasione di arricchimento per entrambe le sponde del Mare Nostrum. Lo hanno dimostrato i ragazzi del progetto Methexis, coinvolti attivamente in questo incontro tra cinema e formazione. I partecipanti hanno preso la parola per commentare questa loro esperienza, come Chaymaa, venuta dal Marocco, che ringrazia il MedFestival per averle dato l’opportunità di far parte di un team di lavoro multiculturale e stimolante.Nel corso della cerimonia la direttrice Ginella Vocca ha presentato le diverse giurie che si sono espresse premiando le sezioni di film, corti e documentari a concorso.Per il premio “Amore e Psiche” alla giuria ufficiale si è affiancata quella di Piuculture composta da Jalila Dobere, Magheda Ali El Shami, Atta Vafakhah e Siham el Faragui. “Trovare un verdetto non è stato semplice” afferma Siham durante la premiazione “ma alla fine siamo arrivati ad un accordo”. Questo accordo ha visto premiato Wajib, il film di Annemarie Jacir il quale, secondo Jalila “ha saputo gettare uno sguardo profondo sulla situazione politica della Palestina di oggi”.La giuria Piuculture ha messo in risalto anche la fedeltà con la quale la regista ha riportato le tradizioni e la gestualità araba. La stessa veridicità ha caratterizzato “Razzia”, uno dei film prediletti della giuria che alla fine ha dovuto procedere con un voto di maggioranza per decretare il vincitore. Entrambi i film sono arabi e raccontano di realtà simili a quelle vissute dai giurati nei loro paesi di origine “eppure “Wajib” ha saputo portare sul grande schermo il giusto equilibrio di divertimento e complessità” commenta la giuria.Il film che si è aggiudicato il premio Amore e Psiche è stato Men don’t cry di Alen Drljevic. Una voce anomala e fuori dal coro dato che si tratta di un film tutto al maschile che narra con profondità le conseguenze della guerra nei Balcani. La sofferenza nascosta di uomini che, contrariamente a quanto afferma il titolo, sanno piangere e piangono. La stessa rappresentanza dell’ambasciata slovena a Roma ne ha gradito e consigliato la visione.Perfetto esempio di dialogo culturale, attraverso l’Arte e il cinema, il MedFestival mantiene aperto un corridoio di scambio e integrazione. “Il festival del Mediterraneo ci permette di essere in Europa” afferma l’ambasciatore algerino a Roma, sottolineando come iniziative culturali di questo tipo possano giovare all’integrazione e alla reciproca conoscenza tra i popoli del Mediterraneo.
Jalila Dobere(22 novembre 2017)
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