Dimostrare che la migrazione è una bella storia. Questa la sfida del portale Voci di Confine che raccoglie testimonianze e dati per far emergere il lato positivo delle migrazioni. Da Amref a IDOS, da Rete della Diaspora Africana Nera in Italia (REDANI) a Terre Des Hommes: organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, enti locali, associazioni delle diaspore e di volontariato, imprese sociali, enti di ricerca ed esperti della comunicazione costituiscono la task force del progetto supportato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.Se è vero che nelle partenze e nei viaggi è difficile trovare elementi di bellezza, è altrettanto vero che negli arrivi e nelle permanenze spesso c’è l’acquisizione di nuove libertà, la possibilità di lavorare, la scoperta di nuove culture: le basi per la costruzione di un futuro positivo. Entro dicembre 2018 il progetto si propone di raggiungere circa 4 milioni di cittadini tra giovani, docenti ed educatori, ricercatori, imprenditori, rappresentanti di enti locali italiani ed euro mediterranei, operatori della cooperazione e membri della diaspora. Durante la prossima primavera in radio, in tv, sui giornali, ma anche sul territorio con eventi pubblici e incontri nelle scuole, i migranti racconteranno in prima persona le loro esperienze positive. Senza mai dimenticare, al di là dei microfoni e dei riflettori, che la migrazione è una storia di difficoltà, prima che di bellezza.Nel frattempo sul web prendono vita le prime voci: quella di Camilla Alice Hawthorne che ha legami di origine con tre continenti diversi e di questo ne ha fatto la sua ricchezza. Di Brhan Tesfay, in Italia dall’Eritrea, che come unica patria riconosce la poesia, linguaggio universale. Di Roberta Girgenti, che per amore si è trasferita in Togo e con suo marito crea dei ponti tra l’Africa e l’Italia.A supporto delle voci, trovano spazi anche i dati che ribaltano il luoghi comuni. “Gli stranieri pesano sulle casse dello Stato” è un leit motiv frequente ma i migranti, secondo il Dossier IDOS 2017, sono il 10,5% sul totale degli occupati in Italia e versano 9 miliardi di contributi, producendo ricchezza per un decimo del PIL, un dato che interessa anche gli italiani. Così come è interessante sapere che i connazionali residenti all’estero nel 2016 hanno superato gli stranieri residenti in Italia. Più della metà, in entrambi i casi, sono laureati o diplomati, in grado di dare un valido contributo all’economia del paese ospitante. Numeri positivi, certamente più per chi li accoglie che per chi li lascia andare.La migrazione è una storia universale. Ma solo quando partire non sarà mettersi in pericolo e vivere nel paese di destinazione non significherà rischiare di perdere i diritti fondamentali, potremo definirla veramente una bella storia.
Rosy D’Elia
(29 novembre 2017)
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