

Alfabetizzazione degli adulti stranieri: incontro con Alfamigranti
L’incontro di Alfamigranti verterà sulle tendenze in ambito internazionale dell’alfabetizzazione degli adulti, che rappresenta “un contesto teorico molto ambiguo”, spiega Minuz. “Quando parliamo di alfabetismo, pensiamo alla capacità di un individuo di maneggiare e produrre testi scritti. Ma per uscire da un approccio storico, che vede l’alfabetizzazione come una serie di tecniche, è necessario valutare, oltre all’aspetto cognitivo-individuale, anche quello sociale e di acculturazione, e concepire l’educazione come un vero e proprio progetto pedagogico”. L’impostazione proposta da Minuz è quella di un approccio glottodidattico che veda la lettura e la scrittura come forme di comunicazione e di pratica sociale, poiché “la scrittura è un elemento sociale”, e che permetta di focalizzare l’attenzione anche sullo sforzo e sui processi di apprendimento della letto-scrittura.Fernanda Minuz pone l’accento su alcuni aspetti che connotano questo diverso approccio glottodidattico e che saranno ampliati e approfonditi nel corso del seminario:
- la letto-scrittura nell’ambito delle competenze informatiche. Al giorno d’oggi la capacità di scrivere e leggere attraverso uno schermo fa parte di un insieme di competenze che fanno effettivamente parte del processo di alfabetizzazione. Pertanto la possibilità di lettura o scrittura mediate da un qualsiasi dispositivo tecnologico incide sul modo in cui si dovrebbe insegnare.
- il progresso degli studi psicolinguistici e neurologici nell’ambito dell’alfabetizzazione riguardanti i processi cognitivi degli individui analfabeti, i quali possiedono un pensiero “situazionale”: un pensiero intelligente, ma operativo, che per procedere deve essere esperienziale.
- il plurilinguismo, che nella società odierna costituisce ormai normalità, piuttosto che eccezione: tale fenomeno va in primis riconosciuto e valorizzato come patrimonio linguistico, come elemento di empowerment del migrante, ma soprattutto vanno valutate le strategie alle quali il parlante ricorre per comunicare. In questo senso l’apprendimento è imperfezione, ma non in senso dispregiativo: il plurilinguismo pone i parlanti nelle condizioni di usare due o anche più lingue e di riservarne l’uso a diversi domini, come quello pubblico, privato, professionale o educativo, i cui confini sono però spesso fluidi.
Elisabetta Rossi(24 gennaio 2018)
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