“Noi siamo un municipio attraversato da migranti e rifugiati. Ci siamo definiti il municipio dell’accoglienza”. Cecilia D’Elia, assessore alla politiche sociali del Municipio II di Roma, ricorda l’impegno preso con la cittadinanza e apre le intenzioni di un dibattito che, orchestrato da Caterina Boca, Presidente della Commissione Consiliare Politiche Sociali, ha visto seduti al tavolo istituzioni e associazioni per mettere al centro la nuova importante figura del tutore volontario. Casa dell’incontro, la sede di CivicoZero, associazione che opera sul territorio dal 2009 e che ha accolto ad oggi circa diecimila minori stranieri non accompagnati.“La collaborazione con il municipio II è iniziata durante l’ultima giornata mondiale per il rifugiato, CivicoZero si è aperto alla cittadinanza per raccontare quello che fa. È iniziato così un percorso insieme nel parlare di MSNA”. Caterina Boca apre così il tavolo del confronto.
MSNA, Minori Stranieri Non Accompagnati
“Quando vedete le immagini in TV delle persone che arrivano sono felici, felici perché emozionate e sono emozionate perché hanno visto la morte in mare ma si sono salvate. Voi non potete capire perché, non lo avete vissuto, io sì perché c’ero ma non avrei voluto saperlo. Sono stato fortunato, ma la fortuna viene data a uno che si impegna e allora ho imparato la lingua e mi sono dato da fare”. La Boca ricorda il racconto di Billy, ex minore straniero non accompagnato.Parlare oggi di migrazioni e del fenomeno migratorio è parlare di una dimensione complessa e delicata, un macrocosmo con tanti microcosmi diversi al suo interno. E non è semplice individuare la categoria più vulnerabile perché la migrazione in sé è un fenomeno caratterizzato dalla vulnerabilità.“I MSNA sono attualmente coloro ai quali prestare maggiore attenzione, perché più vulnerabili di altri. Sono sempre più giovani, lasciano il paese anche a 13 anni arrivando in Italia dopo anni. Non sono di fatto quasi mai consapevoli di quel che li aspetterà. Rappresentano una grande sfida e responsabilità per chi li accoglie. C’è bisogno di volontà di parlarne, prendere consapevolezze e responsabilità”. Sottolinea la Boca ricordando una frase emblematica di un minore proprio di CivicoZero: “nel periodo di accoglienza che voi ci riservate vi aspettate che noi impariamo a tenerci in piedi, ma appena iniziamo a camminare pretendete che siamo in grado di correre”.Di qui l’importanza di norme e figure che si prendano cura dei minori stranieri non accompagnati: la legge 47/2017, legge Zampa, è stata una tappa fondamentale per l’inizio di questo cammino. Il tutore non ha soltanto un ruolo dal punto di vista etico ma anche pratico dato il notevole numero di MSNA: rappresenta una forma di partecipazione attiva perché lo sviluppo e la crescita di un paese passa attraverso la partecipazione civica.
MSNA: migranti, ma prima di tutto bambini
“Il 51% dei rifugiati sono MSNA, bambini in viaggio, ma prima di tutto bambini”, recita una frase che scorre nel video Voices in the Dark – Children on the Run, realizzato da UNHCR.“Quasi tutti questi bambini attraversano un percorso di adultizzazione precoce, con esperienze molto forti che creano una barriera protettiva. E chi è chiamato a garantire la tutela di questi ragazzi non deve perdere di vista che sono minori e hanno diritto a protezione e attenzioni particolari”, sottolinea Chiara Pelaia dell’UNHCR.Nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si parla chiaramente di “valutazione del superiore interesse del minore” definendolo come il suo benessere, quindi un insieme di caratteristiche oggettive e soggettive che possano garantirlo. “Qui entra in gioco il ruolo del tutore , figura chiave e principe deputata a occuparsi del superiore interesse, del suo benessere. Il tutore deve accompagnare e guidare il minore nelle scelte con quella definizione data agli inizi e un po’ discussa di figura di “genitorietà sociale e cittadinanza attiva” continua la Pelaia.
MSNA: la legge Zampa e la figura del tutore
“Il superiore interesse del minore, il suo benessere, prevale il suo stato fra cui l’essere un migrante. La legge Zampa nasce da questa considerazione e pone in primis l’attenzione su: un migrante minore è per prima cosa un minore e poi un migrante” Giusy D’Alconzo, Save The Children, traccia la linea giuridica dei riconoscimenti frutto delle legge del 29 marzo 2017 e andata in vigore il 5 maggio 2017.A un anno dalla legge si attende l’emanazione di una serie di decreti attuativi che sono in lavorazione.Alcuni aspetti della nuove figura del tutore però sono chiari: può avere massimo in tutela 3 minori, è un privato cittadino e pone al centro una parola chiave importante, la relazione, che implica l’ascolto del minore, la sua volontà le sue aspirazioni.Per rispondere a dubbi e perplessità, Save The Children, ha dedicato ai minori e alla nuova figura del tutore un Help Line online e una pagina di indicazioni per guidare verso la scelta della nuova figura.
MSNA: la formazione del tutore e la fase due
“Per garantire massimo diritto e tutela ai minori è importantissimo il collegamento con le istituzioni e creare sinergie tra le realtà territoriali” esordisce Jacopo Marzetti, Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza Regione Lazio, sottolineando l’importanza dopo l’iniziale fase di formazione del tutore, della chiamata a partecipare delle associazioni di settore.Quali i passi fatti fino ad oggi dalla Regione Lazio? “Ha organizzato per la formazione del tutore 6 corsi da 30 ore divisi in 3 moduli: fenomenologico, giuridico e psico-sanitario. È stato fatto un protocollo con il tribunale dei minori, che nominerà i tutori: siamo già a 6 giuramenti sul nostro territorio. Ad oggi nel Lazio sono 800 gli aspiranti tutori volontari, 400 sono già stati formati, non tutti hanno richiesto di essere iscritti nell’elenco ufficiale perché la persona che fa il corso non è automaticamente iscritta, ma sceglie di farlo o meno” spiega Marzetti.L’attesa ora è per i decreti attutativi della legge, ma la formazione va avanti. A tal proposito Marzetti dà la sua disponibilità ad avviare un corso di formazione nel Municipio II richiedendo una partenza base di 60 persone interessate. Disponibilità accolta subito dalla Boca “abbiamo messo a disposizione per la sensibilizzazione sul ruolo del tutore volontario i nostri PUA dove è possibile trovare informazioni e anche il modulo per l’adesione” .Prossimo passo: protocollo di intesa con le associazioni.
MSNA: “il tutore che vorrei”, Said
Rodolfo Mesaroli , psicologo CivicoZero, riporta l’attenzione sul lato umano della figura del tutore, su quella parola chiave “relazione”.“Sono Said, ho 18 anni da 1 mese e sono in Italia da 3 anni: pensavo che qua avrei trovato il mio futuro, ma non è stato così”. Said è arrivato in Sicilia dall’Egitto per cercare lavoro. “Ho lavorato per 6 mesi per pagare il debito del viaggio, poi ho cercato di entrare in una casa famiglia, volevo imparare italiano, ma sono rimasto parcheggiato lì”. Così ha deciso di venire a Roma: voleva andare a scuola, imparare l’italiano. Ha cercato il tutore per chiedere consigli, confrontarsi, ma gli hanno detto che era una figura che esisteva solo per problemi di documenti. “Chiedevo: posso parlare con il tutore? Mi rispondevano: devi aspettare. E non lo vedevo mai. Pensavo dovesse essere una guida, come un padre, ma non l’ho mai percepito così. Tanti di noi sbagliano strada perché non hanno una guida, non hanno chi si preoccupa e occupa di loro, di noi. Nessuno mi ha mai chiesto “dove stai andando? Che stai facendo? Spero in un tutore diverso”.
Silvia Costantini(3 aprile 2018)
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