“Era una situazione che non conoscevo e l’ho scoperta mentre la filmavo. Ho trovato che il lavoro delle associazioni che si occupano della formazione dei ragazzi stranieri nelle scuole è molto importante perché quando arrivano in una classe, magari già formata, si sentono estranei e soli, devono superare oltre al gap linguistico, la diffidenza e la curiosità dei loro compagni”.Simona Filippini, fotografa e film maker, fondatrice dell’Associazione Camera 21, “pasionaria dello Ius Soli” come si autodefinisce, parla con entusiasmo del video che ancora sta ultimando e che verrà proiettato il prossimo 12 ottobre alla giornata organizzata dalla rete Scuolemigranti evento realizzato con il patrocinio di Usr Lazio e la collaborazione del dipartimento Scienze della Formazione dell’università di studi Roma Tre. Il convegno, che affronterà il tema del diritto allo studio dei migranti, adulti e bambini, nel Lazio, vuole essere un punto di partenza e di discussione per costruire un Piano organico di azioni dedicato alla formazione, promuovere Patti Regionali tra Enti locali, Istituti scolastici e Terzo settore.“Spero che questo video, commissionato da Cesv, Centro Servizi Volontariato Lazio, Associazione Piuculture, Associazione I poveri al centro e con l’organizzazione generale dell’Associazione Culturale Camera 21 – dice Simona Filippini – proprio in virtù della sua brevità,10′, che mi ha costretto dolorosamente a tagliare molto del materiale raccolto, possa essere visto e diffuso il più possibile perché è nelle scuole che si può vedere già oggi la rappresentazione plastica di quello che sarà la nostra società fra qualche anno. Nelle classi adibite a doposcuola, gestite dalle associazioni, si vedono volti di ogni colore, provenienti da: Bangladesh, Filippine, Brasile e da diversi paesi africani, sono questi i nuovi cittadini del Lazio che crescono nelle stesse scuole dei nostri figli e saranno gli uomini e le donne di domani”.Simona Filippini non è nuova a questo genere di impegno. Nel suo ultimo lavoro “Italiani per Costituzione” un gruppo di ragazzi, le cui origini si riconoscono chiaramente dai lineamenti, fa professione d’amore, in napoletano, siciliano o milanese, nei confronti del paese al quale sentono di appartenere, come qualsiasi altro italiano.Come si sono comportati i ragazzi davanti alla macchina da presa?“L’elemento che sorprenderà gli spettatori è la naturalezza, la disinvoltura con la quale i bambini e i ragazzi intervistati rispondono davanti alla telecamera. Loro sono nati “digitali” e non hanno alcun problema di timidezza da superare, parlando mentre vengono inquadrati. C’è Paulo, ad esempio, un bambino brasiliano, che racconta con una qualche ironia di come appena arrivato in Italia sia stato inserito in una squadra di calcio perché in quanto brasiliano si pensava dovesse essere un asso del pallone, “ma io sono molto più forte a pallavolo! “ rivela ridendo”.E gli adulti?“Anche gli adulti hanno collaborato con grande disponibilità. Ho potuto capire che, fra le altre, la comunità cinese dell’Esquilino, in particolare le madri, sono molto determinate a fare dei propri figli delle persone preparate e istruite, a cominciare dall’apprendimento della lingua italiana. Ma il lavoro delle associazioni nelle scuole è risultato un’opportunità molto importante per tutte le donne: le madri, in mancanza di un lavoro che in molti casi stanno aspettando di trovare, non avrebbero motivi di uscire da casa, se non per fare la spesa. La scuola dei figli gli dà la possibilità di informarsi, incontrarsi, confrontarsi con le madri dei compagni di classe dei propri figli, uscendo dal proprio isolamento”.Le riprese del video “A scuola anch’io” sono state effettuate presso il Centro Istruzione per Adulti CPIA3, l’Istituto Comprensivo Via Laparelli, l’Istituto Comprensivo Via Cornelia, l’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Cattaneo”, la Scuola Primaria Guido Alessi, la Scuola Primaria Guglielmo da Oberdan. Le associazioni coinvolte sono: Altramente, Biblioteche di Roma,Caritas di Roma,Casa Africa, Focus – Casa dei Diritti Sociali, Educando, La lingua del Sì, Monteverde Solidale, Piuculture.
Francesca Cusumano(3 ottobre 2018)
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