Si è tenuto il 3 ottobre, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, l’evento “L’immigrazione come risorsa per le comunità: pratiche di buona accoglienza” promosso dalla Cooperativa sociale Dedalus e l’Associazione Laici Terzo Mondo di Napoli e il Forum Disuguaglianze Diversità.Andrea Morniroli, della Cooperativa Dedalus e membro del Comitato promotore del Forum Disuguaglianze Diversità, nell’aprire la seduta riporta l’attenzione ai recenti fatti di cronaca che vedono al centro di indagini Domenico Lucano, sindaco di Riace, modello nell’accoglienza per tanti. “Parlare di accoglienza significa ridare un volto alla migrazione: chiamare uomini e donne per nome, raccontare le loro storie”.Prende così il via la prima parte dell’evento dedicata alle testimonianze dal piccolo comune piemontese di Chiusano d’Asti. “La vera integrazione si porta dietro l’azzeramento della paura”. È Marira Varvello la sindaca di Chiusano, paese cuore della piattaforma sinergica di accoglienza, denominata “piattaforma di Chiusano” a raccontare di come l’unione di 5 paesi ha visto costituire un’accoglienza diffusa con progetti SPRAR a favore dell’inclusione e integrazione nel territorio, come il progetto AGAPE che ha coinvolto 45 migranti. L’accoglienza per funzionare ha bisogno di essere strutturata e non più emergenziale, essere applicata a piccoli numeri per potersi inserire nel contesto territoriale con formazione e inclusione lavorativa: questo il modello SPRAR, di cui l’Italia è stata fiore all’occhiello dell’Europa e che ora rischia di perdere la sua validità con il recente Decreto Salvini. Quando poi accoglienza significa ridare vita a piccoli centri, dove gli abitanti hanno perso il lavoro per la chiusura di fabbriche come quelle tessili non più competitive, allora parliamo di Welfare Generativo. Andrea Tivero del Centro di Accoglienza Straordinaria di Pettinengo (BI) racconta di come chi aveva perso il lavoro è tornato attivo insegnando l’arte della tessitura agli ospiti del CAS e rispolverando l’uso del telaio. All’inizio si realizzando sciarpe e poi altri mestieri artigianali con l’impiego di 30 persone che erano rimaste disoccupate. “Passare dall’assistenzialismo a un welfare generativo, deve diventare un modello che nel rispetto delle persone permette l’inserimento nel territorio e produce economia dall’accoglienza”.Impossibile parlare di accoglienza senza parlare di scuola, “perché è a scuola che si incrociano e incontrano le diversità”, sottolinea Rossella De Feo, dirigente scolastica IC Bonghi di Napoli. La scuola deve costruire appartenenza, ossia tutti devono sentirsi parte con ruoli riconosciuti di un progetto unico: “questa è l’anima dell’accoglienza diffusa, abbraccia tutti”.Il riconoscimento ha percorsi diversi, a volte è frutto di un atto di coraggio e di un lungo percorso tutelato da un’equipe di esperti: è il caso delle donne vittime di tratta, la cui storia di sofferenza inizia già dalla partenza in Africa, in Libia, continuando nel nostro Paese. “Guidarle e accompagnarle verso il punto di arrivo più importante: la denuncia” evidenzia Tiziana Bianchini del CNCA “Solo in quel momento scatta il riconoscimento, quel sentirsi ed essere visti finalmente come cittadine, di nuovo”.Fatima Ouazri, entra nel vivo di quel che significa accogliere: “uguaglianza, giustizia e dignità”. Tre parole che sono alla base dell’incontro multiculturale che “non è una buona pratica ma una necessità”. Porta a esempio l’esperienza delle Officine Gomitolo, uno spazio dove potersi confrontare e interagire con il diverso. “La cosa più importante è ricordarsi che la realtà migratoria è fatta di persone che hanno una identità: aprendosi al diverso, possiamo cogliere la bellezza della diversità e delle differenze”.Marco De Ponte, Segretario generale di ActionAid Italia, Elena de Filippo, Università Federico II Napoli e Presidente della Cooperativa Dedalus, Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice, Silvia Stilli, Portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, Carlo Borgomeo Presidente della Fondazione CON IL SUD e Daniele Checchi, Professore in Economia politica dell’Università Statale di Milano, sono poi intervenuti per sottolineare gli aspetti emersi dalle testimonianze invitando alla riflessione e importanza di un’accoglienza vincente negli SPRAR e che ha bisogno di curare maggiormente la sua narrazione.A chiosare l’evento, l’intervento del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico che ha sottolineato la sua fiducia nel valore dell’ascolto, del dialogo e dell’integrazione. “Queste pratiche di buona accoglienza ci ricordano che le persone, a prescindere, sono tutte opportunità e risorse”.
Silvia Costantini(3 ottobre 2018)
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