L’altare è incorniciato tra due megariproduzioni delle foto dei due bronzi di Riace, fronte – retro con velo virginale, del fotografo francese, Gerald Bruneau. Foto che erano già state pubblicate sul sito “Dagospia” suscitando la reazione imbestialita della soprintendente, Simonetta Bonomi, di fronte alla provocazione di ritrarre le due statue famose in tutto il mondo, “travestite” con boa, tanga e veli impudichi.In fila in attesa di essere sposate, coppie “meticce” che fanno parte di un affresco multietnico, in contrasto con l’essenzialità dello spazio museale. Lo stesso Bruneau, avvolto anch’egli da un grande velo di tulle con tanto di coroncina da sposa in testa, officia le nozze, in presenza del “celebrante” Lorenzo Romito, coordinatore del gruppo Stalker che da 20 anni porta avanti esperienze di integrazione con i rifugiati.Siamo al Macro Asilo sul “set” dell’iniziativa “Vuoi sposarmi? Nozze miste, combinate ad arte e con amore” che Atelier Riace, presidio artistico di Stalker che promuove la pratica di “camminare ai margini delle città”, ha organizzato a sostegno del sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Memori dell’iniziativa del sindaco, incriminato e messo agli arresti domiciliari, anche per avere celebrato a Riace matrimoni misti, gli Stalker vogliono festeggiare il “matrimonio del futuro che, a dispetto della propaganda, è già nomade e meticcio”.Gli sposi festeggiano accoccolati sotto il “tappeto volante” Dopo essersi scambiate le promesse, gli sposi si raggiungono in uno spazio simbolico dove si incrociano le varie culture, sotto a una rielaborazione in corda e rame del soffitto ligneo della Cappella Palatina di Palermo, composta da 41.472 corde di canapa con terminali in rame.Particolarmente evocativa la preghiera dell’officiante. “Liberaci o Metamorfico Mahatma degli spettri che si aggirano per l’Europa e che non sono ahimè già più quelli del comunismo, ma quelli nostalgici del razzismo qualun – fascista e popolar – sovranista, concedi a noi il piacere di vivere liberi nell’accoglienza di tutti i popoli in quella sola nazione dove ogni colore riluce”
Francesca Cusumano(7 ottobre 2018)
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