“”Dialoghi con Pì” si apre e chiude volutamente in un clima surreale: all’inizio c’è la favola dell’astronomo e l’ultimo capitolo è ambientato nell’Officina di Pì ma in un modo speciale, che non anticipo”, Claudio Puoti, medico volontario della Marina Militare Italiana, introduce il suo primo libro “Dialoghi con Pì – Storie di mare, migranti e non solo”.“Pì è mia figlia, ha 25 anni e ha un carattere impossibile. Mi piace paragonarla a un fico d’ India, spinosa fuori quanto è dolce dentro. Questo non è quindi un romanzo né un racconto organico, solo l’insieme di storie, vere o fantastiche, che ho immaginato di raccontare alla mia piccola aspra dolcissima Pì”.Il vero nome di Pì è Simona, ma “quando era piccolissima non sapeva dire “papi”, per cui diceva solo “pì, pì, pì”. “Dialoghi con Pì”, edito dall’ Agenzia Libraria Europea, sarà presentato giovedì 21 febbraio e martedì 5 marzo alle ore 18.30, presso l’”Officina di Pì” in via dei Taurini 23, Roma.
Dialoghi con Pì: l’idea
“È la domanda di Pì, “sei mai stato giovane?”, a introdurre una piccola digressione sulle scelte della mia gioventù e formazione, che mi hanno portato a prendere decisioni forti e importanti come quella di imbarcarmi come medico volontario della Marina Militare Italiana 5 anni fa con l’operazione Mare Nostrum”.Dialoghi con Pì si articola in otto capitoli, dove l’escamotage del continuo “botta e risposta” tra Pì e il papà Puoti accompagna, cattura e incuriosisce il lettore lungo tutta la narrazione.“Avevo raccolto negli anni le pagine del diario e le poesie, ma cercavo un modo per raccontarle senza estraniare il lettore dalla quotidianità, così ecco l’idea di metter tutto in forma di dialogo con mia figlia. Le sue domande, le mie risposte, i nostri scambi nel tempo hanno arricchito un crescere insieme nonostante il lavoro e lo scegliere di dedicare le mie ferie per partire sulle navi in soccorso ai migranti”.La lettura prosegue con un crescendo sempre in forma di dialogo fino ad arrivare alla crudezza del “Diario di Bordo” dei giorni in mare. “Prima di affrontare la parte più forte e drammatica del libro, ho voluto prendermi un po’ in giro nel capitolo “Manuale di sopravvivenza su una nave militare”, dove racconto la vita di un civile su una nave militare, fatta di allarmi, copri fuoco, misure di sicurezza e spazi stretti in cui si svolgeva la quotidianità”.“Dialoghi con Pì” diventa poesia con la “Spoon River del Mare”, dove Puoti restituisce la voce ai migranti che hanno perso la vita nel loro viaggio della speranza, come Mujeeb.
Dialoghi con Pì: Pì
Quando Puoti parte la prima volta, Pì non ha ancora compiuto vent’anni, ai telegiornali si parla dell’operazione Mare Nostrum come qualcosa di lontano, a cui pochi si interessano chiedendosi cosa sia e il perché.“Il problema era il non aver la percezione di cosa accedesse sulla nave. Ci sentivamo via email: gli scrivevo ma ricevevo risposte brevi e magari dopo una settimana senza sapere nulla nel frattempo. Provavo a immaginare il suo quotidiano, lo pensavo difficile e complicato. La parola giusta per riassumere tutto è ansia, una continua ansia”, confessa Pì.La data della partenza era sempre imprevedibile “una volta è arrivata una chiamata mentre eravamo a Pescara sul lungomare a prendere le ciambelle fritte. Lo chiamano e dicono: domani devi partire. Inoltre non sapevamo mai quando sarebbe tornato”.Il primo rientro Pì lo ricorda bene, “era totalmente cambiato: forse è brutto da dire ma era più umano, più sensibile, buono.” Cinque anni di viaggi eppure “l’ansia è rimasta sempre la stessa”, ma di contro è cresciuta la consapevolezza e la comprensione verso una realtà fatta di storie di uomini, donne e bambini che partono armati di speranza e disperazione allo stesso tempo, storie che già Pì aveva approfondito nel personale.“Quando mi ha detto che voleva dedicare questo libro a me, non ci credevo, forse non realizzo ancora”, confessa Pì, contenta e molto emozionata.“Dialoghi con Pì” è animato dalla passione e dall’amore che unisce un padre e una figlia, con tutti gli imprevisti, le paure e le tante domande di chi scopre un papà diverso e sceglie di andargli incontro per conoscerlo. La conoscenza reciproca, verso l’altro e verso ciò che ci circonda anche se drammatico, è il cuore della narrazione.Il libro si chiude con una lettera scritta da Pì: “dialogo con pa’”.“Ciao papo, a ‘sto giro tocca a me scriverti, dato che sin qui non mi hai lasciato respirare un attimo, come al tuo solito…”
Silvia Costantini(20 febbraio 2019)
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