Personaggio da sempre attivo in politica, seppur lontano dai canali istituzionali, Nicoletta Dentico ha esordito in politica con la battaglia del disarmo nello Steering Committee della Campagna lnternazionale per la Messa al Bando delle Mine (ICBL), ed ha successivamente intrapreso percorsi nell’ambito della diplomazia internazionale. È stata direttrice generale di Medici Senza Frontiere Italia Onlus, Consulente OMS a Ginevra e membro del CDA di Banca popolare etica. Ha scelto di candidarsi alle elezioni europee nella Federazione dei Verdi.Perché ha scelto di candidarsi con questo partito?“Innanzitutto perché i Verdi si sono cimentati per primi nel campo della tutela dell’ambiente come condizione per salvaguardare l’umanità, con grande lungimiranza e competenza. Inoltre a domandare la mia candidatura è stata una donna, evento raro e imperdibile dato che in genere le donne assurgono ai ruoli di leadership solo su richiesta di uomini. Ho quindi risposto a questa chiamata così singolare. Per di più ritengo che la lsituazione politica attuale sia grave, e che si debba andare oltre le lamentele sterili e mettersi in gioco in prima persona. Per questo vorrei mettere a disposizione la mia esperienza di adulta matura e la mia competenza politica.”Quali sono i punti principali del programma che porterà avanti?“Sono quelli legati alla mia storia professionale, a cominciare dal disarmo e dalle politiche di salute globale e di accesso ai farmaci, che io ritengo centrali per comprendere il livello di democrazia in una società. Inoltre è importantissimo per me il Green New Deal: investimenti pubblici che favoriscano l’uso di energie rinnovabili per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta. Infine la migrazione, che l’Europa deve riconoscere e affrontare al di là di ideologie e slogan.”Cosa condivide e cosa invece cambierebbe delle politiche europee attuali in tema di immigrazione?“Non condivido l’eccessivo potere di veto delle nazioni al Consiglio Europeo, in quanto ha spesso la possibilità di affossare molti provvedimenti validi, come nel caso del piano di riforma del Regolamento di Dublino. L’ideale sarebbe quindi ripartire da questa riforma e rilanciarla. Un’altra modifica da effettuare sarebbe quella di disciplinare i flussi migratori senza bloccarli, cercando di aprire canali legali da e verso l’Europa. Questo permetterebbe alle persone di muoversi per motivi di studio, lavoro, progetti economici, salvaguardia personale, con la possibilità aggiunta di poter ritornare liberamente nel paese d’origine, cosa ad oggi impossibile da fare in maniera regolare .”Nei primi 100 giorni di attività parlamentare quali sarebbero le sue tre priorità?“Innanzitutto bisognerebbe prendere del tempo per capire a pueno cosa significhi rivestire il ruolo di parlamentare europeo e per fare il punto sui dossier più importanti. Successivamente la mia priorità sarebbe l’immigrazione, con l’apertura dell’Europa ai flussi migratori. Poi sicuramente curerei la finanza, rendendola sostenibile non solo a livello ambientale ma anche socio-economico. Sarebbero utili dei programmi di finanziamento pubblico all’Europa e la creazione di un’economia circolare, che potrebbe liberare investimenti fino a 875 miliardi di euro entro il 2025 per cibo e ambiente. Tutto il resto, come salute, ruolo delle donne nella società o accordi commerciali, verrebbe da se’.”L’Europa è un’unione di diversi, queste diversità come vanno affrontate?“La diversità non va affrontata bensì valorizzata, perché è un elemento di ricchezza. I Paesi membri hanno un’identità forte da secoli, quindi introdurre il nuovo non è semplice. Eppure bisogna capire quanto l’Europa sia una grande unione che permette a tutti gli Stati di realizzare un progetto comune, il più avanzato di sempre in quanto a diritti umani, pur nelle loro peculiarità. Se le diversità sono riconosciute e valorizzate in maniera positiva, possono dare un contributo notevole alla società, altrimenti sembreranno sempre degli ostacoli allo sviluppo.”Come definirebbe l’atteggiamento degli italiani nei confronti degli stranieri?“L’atteggiamento spesso diffidente e reazionario degli italiani verso gli stranieri è frutto di dieci anni di crisi finanziaria mal gestita che si è abbattuta sul nostro Paese in maniera dura. Va detto anche che gli italiani contrari alla presenza degli stranieri sembrano più di quelli che sono realmente perché fanno più rumore nel dibattito pubblico e sono più strutturati, hanno perfino una rappresentanza politica, a differenza della fazione opposta che è meno organizzata.”Tra l’Europa e il resto del mondo c’è il mare: come gestire lo spazio che ci divide?“Il Mediterraneo non ha mai diviso l’Europa dal resto del mondo, piuttosto l’ha sempre unita ad Asia ed Africa. Il mare nostrum è un ponte enorme. Per gestire lo spazio che ci divide è necessaria una politica estera europea, oggi non ancora delineata. L’Europa ha 70 anni ma è ancora “giovane”: c’è una serie di politiche comuni da costruire in itinere e si spera che i prossimi cinque anni siano decisivi per la valorizzazione del Mar Mediterraneo.”Ultima domanda: qual è l’ultimo piatto straniero che ha mangiato o cucinato?“Recentemente a casa abbiamo mangiato l’hummus, che sembra piacere a tutti i palati.”
Giulia Maiorana
(18 Maggio 2019)
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