Spazio del silenzio: il progetto per uno spazio interreligioso

In una società in costante allargamento come quella italiana, anche nei luoghi di cura è necessario venire incontro alle esigenze culturali e religiose di tutti, indipendentemente dal loro credo. Da questa base nasce il progetto “Lo Spazio del silenzio”, organizzato da Tavolo Interreligioso di Roma e patrocinato dalla ASL Roma 1. Le premiazioni si sono svolte lo scorso 26 giugno.

premiazione lo spazio del silenzio
Foto: retisolidali.it

Incarichi passati

Già nel 2012 i due organi avevano riconosciuto la necessità di offrire nelle strutture ospedaliere, oltre alla classica Cappella , un luogo meno caratterizzato in cui i degenti e le loro famiglie di diversa fede potessero sentirsi accolti. Esistono da tempo infatti, nei luoghi pubblici di altri Paesi e di altri ospedali in Italia, le cosiddette “Stanze del silenzio”, progettate per accogliere chi ha necessità di pregare, meditare o raccogliersi, appunto, nella quiete. “Tuttavia esse sono spazi semplici, con qualche sedia, panche e libri, ma prive di connotazione”, spiega Maria Angela Falà, presidente di Tavolo Interreligioso. “Si tratta di stanze concesse, ma non create ad hoc. La nostra idea era invece proprio quella di creare un luogo pensato e dedito esclusivamente a quell’uso”.

Il bando

“Lo Spazio del silenzio” prevede la creazione di un luogo per famiglie e parenti di diversa confessione religiosa e cultura negli ospedali Santo Spirito e San Filippo Neri. Il concorso, lanciato nel luglio 2018, era rivolto ad architetti e ingegneri e prevedeva un premio in denaro dalla ASL Roma 1 del valore di 3.000 euro per i primi due vincitori. “Abbiamo lasciato loro carta bianca, chiedendo di progettare una stanza di dimensioni standard che non avesse connotazioni religiose specifiche, naturalmente, ma che fosse accogliente per tutti” spiega ancora la presidente. Un misto dunque, fra determinate caratteristiche e funzionalità necessarie e creatività.

I progetti e la premiazione

Il concorso ha raccolto in tutta Italia 41 progetti, “segno dello stimolo fortemente recepito dai partecipanti, che ha segnato un punto a favore dell’integrazione e dell’accoglienza in ambito sanitario”, sostiene ancora Maria Angela Falà. Gli elaborati sono stati giudicati da una Commissione di Valutazione composta da esperti e rappresentanti delle religioni in base a vari criteri: il rispetto delle norme strutturali e igieniche (trattandosi di stanze situate in ospedali), originalità, aderenza al luogo e al progetto. Ogni bozza inviata aveva una sua particolarità, dai giochi di luce alle fragranze e alla vegetazione. Il vincitore del primo posto è stato il gruppo composto da Jodi Majoli, Ilaria Brunozzi, Davide Arca e Alberto Bolognese; la seconda classificata è stata invece Giulia Guglielmi Maes.

Progetto del secondo classificato
Foto: Tavolo Interreligioso

Uno spazio necessario

Con l’aumentare dei fedeli di religioni differenti negli ospedali, il progetto Lo Spazio del silenzio diventa tempestivo e necessario per risolvere i problemi dell’incontro fra culture. Far sentire tutti accolti diventa l’imperativo necessario. In un luogo di cura del corpo ci si occupa così anche dello spirito e si pongono le basi per la realizzazione di spazi simili anche in altri luoghi. “Abbiamo iniziato il progetto nel 2016, e nonostante i tempi siano cambiati, la presenza i persone di altre culture o che seguono altre confessioni è una realtà di fatto immutabile. Indipendentemente dagli indirizzi politici del momento, la necessità di avere questi spazi resta, soprattutto in un ospedale in cui comunque si reca gente bisognosa. Non importa quale fede professino o a quale cultura appartengano, queste persone hanno il diritto di avere un sostegno del genere nelle strutture” conclude Maria Angela Falà.

Giulia Maiorana

(3 luglio 2019)

Leggi anche:Professionalità e mediazione: l’Ospedale amico delle migranti“Curare lo spirito” nel rispetto delle varie fedi e culture“La Asl che vorrei”: il cittadino propone, la Asl realizza