In Brasile, dove ha fondato 30 anni fa la sua ong Projeto Axè, lo chiamano semplicemente “O’ Axè”. Tre parole che nella lingua africana dello jorubà indicano il principio vitale dell’esistenza, l’energia che permette a tutte le cose di essere quello che sono. Cesare De Florio La Rocca, che oggi ha 82 anni, era partito, quando ne aveva 29 alla vigilia del suo esame per il concorso per la carriera diplomatica, per un viaggio di tre mesi nella foresta amazzonica.
Cesare De Florio La Rocca insieme ai suoi bambini nella sede della ong a Salvador di BahiaMa dopo aver visto con i suoi occhi le condizioni di vita dei bambini di strada nelle favelas di Manaus, privati di qualsiasi riferimento familiare o scolastico, decise di restare per occuparsene. “Mio padre – ricorda – mi tolse il saluto per quattro anni: avevo deluso le sue aspettative riguardo alla mia carriera professionale”. Abbandonata la prospettiva di fare il diplomatico e l’avvocato in Italia, Cesare diventa negli anni O’ Axè ed è un punto di riferimento, con la Ong che fonda a San Salvador di Bahia nel 1990, per le migliaia di ninos de rua del Brasile. Tramettere la capacità di imparare a desiderare, a sognare, a essere bambini, scoprendo l’espressione artistica, la danza, la bellezza, la cultura sono stati gli obiettivi del suo impegno. Per chi non ha niente, per gli esclusi che pensavano di non averne diritto, il processo di “arteducazione”, offerto dai professionisti della Ong, è stata la molla fondamentale che ha portato 27 mila ragazzi a diventare più forti e consapevoli della propria identità e a lasciare per sempre la strada.Fiorella Mannoia, testimonial di Progetto Axè Italia in un’esibizione accompagnata dai ballerini formati dalla ong di SalvadorCesare De Florio, figura di combattente in prima linea, ancora oggi sulla sua sedia a rotelle, è arrivato a Roma da Bahia per tenere a battesimo il Progetto Doors – Porte aperte al desiderio come opportunità di rigenerazione sociale, realizzato dal Cies onlus, in consorzio con altri 27 partner, per il recupero di ragazzi dai 10 ai 14 anni in situazione di “povertà educativa”.Il progetto Doors siispira alle due teorie educative applicate dalla ong che ha fondato in Brasile: ArtEducazione e Pedagogia del Desiderio. Il loro lavoro ha portato a risultati insperati con i bambini di strada senza sogni e senza speranze. Ci aiuta a capire meglio di che si tratta?“E’ l’Arte che ha il potere di educare. Tutti i corsi che Axéoffre ai bambini riguardano l’arte: capoeira, danza, musica, canto, arti plastiche, moda. La psicologia del desiderio è un metodo educativo ispirato alle teorie psicanalitiche di Freud e Lacan. “Solo chi è cadavere non ha desiderio, forza ed energia” – secondo Lacan – ma i bambini e i ragazzi che vivono in strada spesso non riescono più a provare desideri o pensano di non poterseli permettere. Noi attraverso l’insegnamento dell’arte, della musica, della danza, della bellezza e della cultura riusciamo a far emergere il loro desiderio di essere riconosciuti dall’Altro”.Un’altra esibizione dei ragazzi di Bahia che hanno ballato di recente anche in un concerto di Roger Waters dei Pink Floyd
A teatro a vedere il “Lago dei cigni”
Faccio un esempio. All’inizio del cammino della Ong ricevemmo 50 biglietti in regalo per assistere al balletto “Il Lago dei Cigni” al teatro Castro Alves di Salvador, il ritrovo della borghesia della città. Senza sapere quali sarebbero state le reazioni dei ragazzini, rischiando che magari si arrampicassero sulle poltrone di velluto del teatro, portammo i bambini, con i loro sandaletti di plastica ai piedi, allo spettacolo sfavillante di luci. Mentre i ballerini volteggiavano nell’aria i bambini li guardavano rapiti. Quando si chiuse il sipario e li interrogammo, sulle emozioni che avevano provato, una delle bambine più piccole mi disse semplicemente: perché non lo facciamo anche noi? Mai avrei pensato che quei sandaletti di plastica si sarebbero trasformati in scarpette da ballo, ma è proprio quello che successe da quel momento in poi con i nostri corsi di danza. E’ la dimensione della bellezza e del piacere che aiuta i ragazzi ad imparare a desiderare e a essere liberi”.
Il “maestro” all’opera circondato dai suoi studentiUn’altra teoria che anima il progetto della sua fondazione è quella di avere a disposizione i migliori insegnanti per i vostri corsi: ballerini, designers o musicisti professionisti, retribuiti secondo le regole di mercato. Come ve li potete permettere?“In questi anni ci siamo guadagnati dei sostenitori importanti: In Italia – ci tengo a sottolinearlo – siamo stati affiancati sin dal 2004 da Progetto Axé Italia Onlus che ha sede a Milano. La onlus italiana sostiene le nostre attività in Brasile attraverso la raccolta di fondi, applica la Pedagogia del Desiderio e la metodologia ArtEducativa, contrasta la povertà educativa accogliendo i ragazzi e le loro famiglie nello Spazio ArtEducazione realizzato nel 2015 con il patrocinio del comune di Milano”.Lo Spazio ArtEducazione a Milano aperto col patrocinio del Comune nel 2015E in Brasile in che rapporti siete con il governo?“Il presidente Bolsonaro ha messo al bando nelle scuole, perchè sovversive, le teorie di Paulo Freire alle quali da sempre la nostra scuola fa riferimento poiché insegnano agli studenti che il rapporto con i docenti deve essere basato sullo sviluppo della coscienza critica e non solo sul nozionismo”.Dunque siete in rotta di collisione con Bolsonaro?“Si, ma allo stesso tempo, negli anni, Projeto Axè ha avuto risultati talmente importanti che ci temono e vengono a patti con noi per guadagnare voti anche a sinistra: il sindaco di San Salvador che è un politico di destra, molto giovane e ambizioso, ci ha chiesto di partecipare alla segreteria dell’Educazione per lo Sviluppo Sociale e ci ha finanziato l’approfondimento del censimento dei bambini di strada che secondo alcune fonti sarebbero attualmente ancora 17 mila e secondo altre solo 4 mila”.Il bus itinerante di Projeto Axè che raggiunge i bambini direttamente sulla stradaIn cosa consiste esattamente la vostra attività?I nostri educatori vanno nelle strade dove vivono i ragazzi per intercettarli. Cercano di capire che vita facciano e di sintonizzarsi sulla loro stessa lunghezza d’onda, mettendosi in ascolto. Quelli che piano piano si convincono a seguirci, vengono da noi ogni giorno nel periodo della loro formazione. Sono ragazzi dagli 8 sino a massimo 25 anni e scelgono uno o più corsi artistici da seguire. L’obbiettivo è fare in modo che tornino dalle loro famiglie e a frequentare la scuola. C’è chi “entra” a 8 anni e va via a 18, chi arriva più tardi e resta fino al limite massimo, ma l’85% per cento dei nostri ragazzi ha abbandonato per sempre la vita di strada.E hanno trovato un vero lavoro?“Noi non siamo un’agenzia di collocamento, dunque non posso rispondere esattamente a questa domanda. L’obiettivo di Axé non è quello di immettere nel mercato del lavoro migliaia di artisti, ma di aiutare i ragazzi a scoprire le proprie competenze e a servirsene alla pari degli altri, diventando cittadini sensibili e consapevoli della loro missione nella costruzione di un mondo più giusto e accettabile”.
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