In For Sama una giovane madre, militante e giornalista, racconta alla figlia neonata, Sama, la guerra di Aleppo, dal punto di vista dei ribelli siriani, vissuta in diretta.For Sama è il docufilm, nato dalla collaborazione tra la giornalista siriana, Waad Al-Kateab e il regista inglese, Edward Watts, che mette lo spettatore davanti a immagini scioccanti, girate nei 5 anni di guerra che hanno portato alla distruzione della città di Aleppo.Prodotto da Channel 4 News e ITN Productions e PBS Frontline, il film parte avvantaggiato nel concorso ufficiale del Med Film Festival per la mole di premi già ricevuti. “L’Oeil d’Or” a Cannes, premio per il “miglior documentario” al South by Southwest Film Festival, e “premio speciale della giuria” al festival canadese HotDocs.Mercoledi sera la proiezione al cinema Savoy, nell’ambito della rassegna sul cinema del Mediterraneo è stata preceduta da un’introduzione della scrittrice, Michela Murgia, che ha fatto apertamente il tifo per la pellicola girata dalla giornalista in ogni singolo giorno della sua vita da “ribelle”. Domenica 17 novembre si replica alle 17.45 al Nuovo Cinema Aquila.
Le immagini della guerra giorno per giorno
For Sama narra il periodo che va dal 2011, quando scoppiano le prime proteste contro la dittatura di Assad ad Aleppo, seconda città della Siria con 2 milioni di abitanti, fino alla sua distruzione completa nel 2015, ad opera dei soldati dell’esercito siriano e dei raid aerei della coalizione guidata dagli Usa contro i miliziani dell’Isis. Le ultime scene si riferiscono alla snervante attesa degli abitanti sopravvissuti, intrappolati nei quartieri orientali della città, di essere evacuati attraverso il canale dei corridoi umanitari .Testimone inconsapevole degli atroci avvenimenti la piccola Sama, nata durante i bombardamenti, che sembra quasi abituarsi “senza mai piangere” al rumore continuo e assordante, al sangue dei feriti e delle vittime che riempie i pavimenti e i lettini dell’ospedale, restando con i suoi giochi nel suo lettino, o tra le braccia del padre “che ha sempre il sorriso sulle labbra”.“For Sama è un film – documentario – ha detto la Murgia, presentandolo alla platea del Festival – che fornisce il punto di vista di una parte, quella dei ribelli siriani, che è stata vista sempre con sospetto dalla maggior parte della stampa, e accusata di collaborare con i terroristi dell’Isis. Waad ci mostra nelle sue immagini – ha continuato la Murgia – una grande città come ce ne sono tante in Medio Oriente, multietnica, con della gente comune che a un certo punto decide di reagire e di protestare perché non sopporta più le condizioni in cui è costretta a vivere: famiglie, lavoratori, professionisti, non guerriglieri facinorosi”.
Protagonista la gente comune
Ed è la gente comune la protagonista di For Sama con il ritmo di vita quotidiano che le famiglie cercano di difendere a ogni costo e nonostante tutto, per assicurare ai propri piccoli una paradossale serenità.Irresistibili le immagini del gruppo dei bambini della piccola comunità dell’ospedale di cui Hamza è il responsabile, che armati di pennelli e colori, pitturano la carcassa di un autobus dato alle fiamme e poi ci salgono sopra nelle vesti di turisti, portati in gita dal “conducente” che ha solo otto anni. Il racconto delle fasi della guerra fa parte della loro realtà e delle storie che chiedono ai genitori di raccontare quasi fossero un gioco.
Le ragioni di una scelta
Waad, che all’inizio delle riprese è una giovane studentessa di 18 anni della facoltà di Economia e Marketing all’Università di Aleppo, incontra Hamza, medico e uomo della sua vita, attivista impegnato sul campo a cambiare la situazione politica del suo paese. Assistiamo alle scene del loro semplice matrimonio d’amore e poi alla prima ecografia che annuncia l’arrivo di Sama nella vita dei due giovani genitori. Waad è combattuta tra il desiderio di avere un figlio e la paura di trascinarlo nella devastante realtà della guerra.Ma è proprio per spiegare a Sama i motivi politici che hanno spinto i suoi genitori a unirsi alla rivoluzione e a decidere di rimanere a vivere ad Aleppo, invece di fuggire, anche a costo di esporre al rischio di morte la sua piccola vita, che Waad ha deciso di fare For Sama: Come dimostrazione di una scelta che non poteva non essere portata fino in fondo.
Francesca Cusumano
(12 Novembre 2019)
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