Città dell’accoglienza. Roma ascolta i giovani è la festa dedicata ai minori stranieri non accompagnati e ai neo maggiorenni si è svolta sabato 15 dicembre, a la Città dell’Altra Economia, indetta dalla Rete Locale per i Diritti, l’Accoglienza e l’Integrazione dei Rifugiati e Migranti, composta da varie organizzazioni non-profit attive sul territorio. Diversi i focus rivolti ad offrire una panoramica più esaustiva possibile delle opportunità offerte ai MSNA dal territorio, ma anche delle molte criticità che ancora sono da risolvere legate al compimento della maggiore età, quando tutte le tutele e le protezioni previste dal nostro sistema per i minori, sembrano svanire di colpo.
Diminuiti negli ultimi tempi i minori non accompagnati
Di fatto la presenza dei Msna in Italia è diminuita negli ultimi tempi, dal decreto sicurezza del ministro Salvini in poi. A novembre, ultimo dato disponibile fornito dal ministero dell’Interno, le presenze censite di minori non accompagnati sono state pari a 6.369 ragazzi per la maggior parte di 17 anni, con una percentuale di ragazzi pari 94,1% per cento, rispetto alle ragazze che sono 5,9%. Il paese di provenienza più rappresentato è l’Albania con 1616 ragazzi, quello con il minor numero di presenze è la Guinea Equatoriale con 7 giovani.Per i minori sul territorio italiano e in particolare a Roma, esiste ormai una rete strutturata di assistenza. A partire da “Civico Zero” la cooperativa sociale finanziata da Save the Children, che da 10 anni si occupa dell’accoglienza di minori migranti e non, tra i 12 e i 18 anni, coprendo tutti i settori di primo intervento. Dai servizi di base, come l’alloggio, alla mediazione sociale, dal supporto psicologico, alla consulenza legale, dall’alfabetizzazione ai laboratori artistici, fino all’orientamento al lavoro.Ma cosa succede quando i minori entrano nel mondo dei “grandi” compiendo la maggiore età? Se la devono cavare da soli, trovare un lavoro attraverso i diplomi che qualcuno di loro è riuscito a prendere a scuola o altri requisiti che possano essere interessanti sul mercato del lavoro.
La tavola rotonda sull’inclusiuone sociale
Su questo aspetto si è concentrata la tavola rotonda moderata dalla giornalista di Redattore Sociale, Eleonora Camilli, dedicata all’inclusione sociale, nel corso dell’evento promosso dalla Rete Locale per i Diritti, l’Accoglienza e l’Integrazione dei Rifugiati e Migranti di cui fanno parte: Amnesty Lazio, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AEDIC – Associazione Europea per i Diritti Civili, Baobab Experience, CivicoZero, Comunità di Sant’Egidio, EMERGENCY, Gustamundo, Ius &Nomos, Libera Contro le Mafie, Liberi Nantes, Piuculture, Prime Italia, Refugees Welcome Italia, Rete Scuolemigranti, Unicef Italia.Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre a Civico Zero, la onlus Prime Italia, che ha parlato del progetto Diamogli Strada, sostenuto dalla Tavola Valdese, che aiuta i neo maggiorenni ad ottenere la patente automobilistica per avere un requisito in più nella ricerca di un lavoro. L’associazione Libera che si occupa di tutelare i diritti di quanti si ritrovano a lavorare nei campi, sfruttati da mafie locali, e Piuculture che ha presentato insieme a due dei ragazzi che vi partecipano, Mohamed e Dabi, Niente Paura finanziato dalla chiesa Valdese: un laboratorio di comunicazione sociale audio video e web che è partito il 30 novembre.
Piuculture: favorire la conoscenza reciproca tra ragazzi italiani e chi proviene da altri paesi
“Obiettivo del corso – ha spiegato la direttrice del giornale – è quello soprattutto di favorire uno scambio di esperienze tra i ragazzi che vengono da Mali, Pakistan, Marocco, Egitto e Albania con i loro coetanei italiani. Gli incontri saranno organizzati in collaborazione con le associazioni del territorio che si occupano di sport, cucina, teatro, cinema, per verificare sul campo che non c’è proprio “niente di cui avere paura”. Si tratta di superare pregiudizi e ostilità che spesso esistono da entrambe le parti perchè manca un’effettiva conoscenza l’uno dell’altro “da vicino”. Solo stando insieme divertendosi e partecipando a un progetto comune questo risultato può essere raggiunto – ha concluso la direttrice.E la grande area dove si è svolto anche il biomercato con gli stand dei produttori biologici e dell’artigianato è servita ai ragazzi da “palestra” dove mettere in pratica le regole base del “bravo giornalista” che deve fare una cronaca dell’evento. Riprese video, interviste ai personaggi più significativi, scrittura. Si è trattato di un’esperienza concreta a cui fare fronte con un po’ di faccia tosta, indispensabile per fermare e dialogare con il pubblico. Se poi ci si ferma un attimo a pensare alla difficoltà vissuta al loro arrivo in Italia da Yacouba e Dabi, entrambi maliani che frequentano il corso, nel guardare negli occhi un adulto, cosa vietata nel codice di comportamento del loro paese, si può immaginare quante “barriere” abbiano dovuto superare.
Trova il personaggio da intervistare
Gli input ai ragazzi per muoversi sono stati forniti attraverso una sorte di “caccia alla notizia” su modello di una caccia al tesoro. Ognuno di loro doveva trovare prima il personaggio rispondente alla descrizione: una donna con i capelli legati, una signora calabrese, ecc. ecc. una volta trovato il soggetto, l’intervista doveva essere realizzata ponendo quattro domande ben precise e concordate prima insieme ai ragazzi: come ti chiami, dove sei nato? quanti anni hai? che fai nella vita, quante lingue parli? perchè sei qui, cosa ti aspetti per il futuro. Esilarante è stato l’incontro di Reda, 15 anni, originario del Marocco, con Babbo Natale e il suo assistente Elfo dal quale è scaturita un’intervista surreale a due voci. Alì invece si è concentrato su Nicholas Scott, presidente e co – fondatore della onlus Ius & Nomos costituita da avvocati internazionalisti ed operatori socio-legali esperti in materia di tutela internazionale dei diritti dell’uomo. Ius&Nomos, attraverso il suo sportello di servizi e consulenza, fornisce assistenza legale e consulenza sia a persone già residenti in Italia, ma anche a chi ancora ha la residenza all’estero. L’associazione si occupa delle pratiche che riguardano i permessi di soggiorno, del riconoscimento della protezione internazionale, dei ricongiungimenti familiari, del riconoscimento della laurea e tanti altri aspetti che devono essere affrontati nella cosiddetta “vita adulta”.Un aspetto che ha interessato molto i ragazzi è stato quello che riguarda il contributo per poter aprire un negozio o una qualsiasi attività imprenditoriale. L’associazione prima aiuta a formulare un buon progetto che stia in piedi economicamente, poi ti assiste per presentare la pratica di accesso al credito fino a 25 mila euro. Tra i ragazzi del laboratorio per ora ci sono un fumettista (Mohamed), un giovane boxeur (Ahmed) due calciatori, Yacouba e Dabi, due studenti seriamente intenzionati a diventare dei video reporter, Reda e Alì. Chissà che non venga fuori anche un imprenditore.
Francesca Cusumano
(18 dicembre 2019)
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