“È tempo di cittadinanza”, recita una delle lavagne esposte in piazza Montecitorio a Roma. Il 18 dicembre una rete composta da Italiani senza cittadinanza, #ioaccolgo e dagli insegnanti di Saltamuri è scesa ancora una volta in piazza per chiedere che a 900.000 ragazze e ragazze sia riconosciuto il “diritto di sentirsi a casa”. Ma il tempo per una nuova legge sulla cittadinanza non arriva mai e, dopo anni di tentativi, anche il 2019 si conclude con una discussione ripresa e mai conclusa.
La storia di una riforma della cittadinanza nasce nel 2003: in questi 16 anni il Parlamento si è animato e diviso più volte sulla possibilità di concedere la cittadinanza ai bambini e le bambine nate in Italia. Allo stesso ritmo le piazze si sono riempite di italiani e stranieri di tutte le età uniti dalla stessa richiesta: chi nasce in Italia deve essere italiano.
In particolare, nel 2017 gli appuntamenti fuori e dentro Montecitorio si sono intensificati, ma proprio mentre si stava arrivando a un punto di svolta gli interessi della Legge di Bilancio hanno prevalso sullo Ius soli. E con l’ultima fiaccolata di cittadinanza, in pieno clima pre natalizio, si è spenta ogni speranza di cambiamento.
Dopo un anno di silenzio, in cui il percorso per diventare cittadini italiani è diventato più lungo e più costoso, si torna in piazza ancora una volta a Natale 2019 e si tirano le somme: lo scorso ottobre la Camera ha ripreso la discussione sulle tre proposte di riforma depositate in Parlamento ma la strada verso novità sostanziali resta lenta e lunga.
Rosy D’Elia
Fotografie di Gma
(24 dicembre 2019)
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