Aboubakar Soumahoro, protesta a Villa Pamphilj: il fotoracconto

Mercoledì 16 maggio, l’attivista e sindacalista USB Aboubakar Soumahoro, ha protestato pacificamente per portare avanti la sua battaglia per i diritti degli invisibili. Lo ha fatto incatenandosi nei pressi di Villa Doria Pamphilj, dove sono in corso gli “Stati generali dell’economia”. Assieme a un gruppo di altri attivisti del sindacato, Sumahoro ha anche iniziato uno sciopero della fame e della sete, chiedendo un incontro al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Aboubakar Soumahoro protesta a Villa Pamphilj, fotografia di Beatrice Puddu
Dopo oltre otto ore di presidio, nel pomeriggio il sindacalista è stato ricevuto dal presidente Conte alla presenza del ministro dell’Economia Gualtieri e della ministra del Lavoro Catalfo.

Le richieste di Soumahoro, “una lotta di civiltà”

Aboubakar Soumahoro ha avanzato tre richieste al presidente Conte, al fine di garantire a lavoratori agricoli un riconoscimento e una tutela legale. “Si tratta di una lotta di civiltà”, afferma il sindacalista. “A mancare nelle campagne sono i diritti, non le braccia”, denunciava il 21 maggio 2020 in occasione sciopero nazionale dei lavoratori agricoli da lui proclamato.https://www.youtube.com/watch?v=19vS5on1wzMLe richieste di Soumahoro al presidente Conte possono riassumersi in tre punti fondamentali: una riforma della filiera agricola e l’approvazione della cosiddetta “patente del cibo” per dare ai consumatori un cibo “eticamente sano”, attraverso delle informazioni chiare ed esplicite sull’origine del prodotto, che garantiscano che questo arrivi sulle tavole senza alcuno sfruttamento. Altro punto, è il “piano nazionale emergenza lavoro” con l’obiettivo di tutelare “coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della crisi sanitaria”. Terzo e ultimo punto riguarda le politiche migratorie: “Regolarizzazione di tutti gli invisibili con rilascio di un permesso di soggiorno per emergenza sanitaria convertibile per attività lavorativa”, cancellazione degli accordi con la Libia, dei decreti sicurezza, riforma radicale per le politiche dell’accoglienza, abolizione della legge Bossi-Fini e cittadinanza per chi è cresciuto o nato in Italia.

Testo: Elisabetta RossiFotografie: Beatrice Puddu

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