La Casa della Cultura, a Villa De Sanctis, è nel quartiere di Tor Pignattara, un quartiere del V municipio , una delle zone più multietniche di Roma. È qui che l’11 marzo il fotografo Stefano Romano apre la sua mostra sulla cultura bangladese.
Numerose persone hanno partecipato a questo evento, tra cui anche l’ambasciatore del Bangladesh, Mr. Md. Shahdat Hossain.Dopo una breve introduzione da parte di Stefano su cosa rappresenti “Shodesh Bidesh” e sulle motivazioni che lo hanno spinto ad organizzare la mostra, l’evento è partito proprio dall’inno del Bangladesh, cantato dai bambini della scuola “Sanchari Sangeetayan” di Sushmita Sultana.Finito l’inno cantato dal coro, c’è stata la presentazione del libro Kotha di Sara Rossetti e Katiuscia Carnè. Le due autrici raccontano esperienze di migranti di ogni religione grazie alle lunghe ricerche e le consultazioni di fonti storiche e letterarie. “Ci siamo divise la gestazione del testo in base alle nostre competenze – spiega Sara – avendo un dottorato di ricerca in storia delle migrazioni e un master in didattica della lingua e cultura italiana per stranieri, mi sono occupata della parte storico politica, linguistica e del rapporto tra prima e seconda generazione”. “Io invece ho acquisito un master in sociologia e uno in religioni e mediazione culturale” continua Katiuscia “mi sono occupata della parte religiosa”. Il libro analizza, infatti, la situazione delle donne bangladesi sotto moltissimi punti di vista. Sahila, ragazza di seconda generazione, commenta parlando dell’Italia: “Io qua mi sento più libera. Ho un carattere espansivo per cui prendo, vado, faccio, mi esprimo. Posso parlare con uomini e donne allo stesso modo”.Dopo la presentazione del libro ci sono state altre esibizioni artistiche: Sultana ha cantato alcune canzoni insieme ai bambini del coro, accompagnandole con l’harmonium – strumento tipico della cultura bangladese – e delle percussioni.Successivamente Zakaria Kazi ha recitato alcune poesie del famoso poeta Tagore, accompagnandosi sempre con l’harmonium.“Siamo venuti a conoscenza dell’evento grazie a un amico che conosce Stefano. Ci ha indicato lui la mostra” dicono Gianluigi e Antonello, due partecipanti. L’esperienza, vissuta da tutti in maniera positiva, era incorniciata da un’atmosfera coinvolgente ed allegra, caratteri importanti nella cultura bangladese.
Marco Gennari, Lorena D’Ercole, Simone Cicconi14/04/2018